giovane critica - n. 22/23 - primavera 1970

vie d1 sviluppo st:gu11edal c.?pitalismo ilahano accentua la necessità delt'• C!)urazionc • del c.3p1talismo nell'agncohura (o compimento del!.1 rivoluzione democratico-borghese) attraverso l'abbattimento d1 tutti gh ostacoli che si frappongono allo sviluppo del cap1tat1smo,n agricoltura per la d1struz1one,,.ippunto, de, presunti residui dcll'econom,a feudale e precapitalistlca nel regime fondiario. soprattulto nell'Italia meridionale. In effetti la questione meridionale viene Inserita nel piU vasto quadro del problema contod1no la cui soluzione. di fronte alla necessitò di trovare un legame pìù strcllo tra te lotte contadine e la classe operaia del Nord (lottando contro gli agrari i contadini lottavano contro uno dei settori pii.I agguerriti del fronte reazionario). postula l'esigenza di un'analisl pii.I puntuale della stratificazione di c:asse contadina e l'indicazione della necess1• tà d1 organizzazioni contadine autonome rispetto a quelle del proletariato (cui dette impulso la spinta corporativa, del resto proveniente dalle forze cattoliche), Già le tesi sul lavoro contadino del Mezzogiorno approvate dalla Conferenza agraria del '26 avevano sottolineato, infatti, l'improrogabilità della costituzione. in ogni regione, delle unioni regionoli dell'Associa• zioni di d,fe~a d"?i conladini. In sos1anza. se da un l.:to viene dedicata una maggiore at• tenzione 3i problemi d1 orecisazìone di un fronte di alleanze nelle campagne. privilegiando il ruolo dei contadini poveri e il rappor10 ccntadini•sa1ariall. dalraltro viene ribadita l'impossibililà di una unilà organica tra operai e conladml meridionali la cui coincidenza d'interessi vien~ desunla dalla convergenza (e percib anche dalla sep3r.!zione) delta rivoluzione socialista e della rivoluzione contadina in termini di garanzia dell'attua• zione del processo di trasformazione fondiaria da parte del go• vcrno operaio e contadino 4 Con il secondo dopoguerra si avvia un processo di Intensa rielaborazione dell'analisi e delle conclusioni , gramsciane relative al problema meridionale. la cui ridefinizione si collega ora strettamente ad un complessivo sforzo d1 precisazione. culminato nell'VIII Congresso del Pci, delta • via italiana al socialismo •. La sconfitta del fasci• smo. la Repubblica e la Costituzione, l'avanzata del soclalismo nel mondo. lo sviluppo della lotta per il consolidamento di un sistema di coesistenza pacifica, consentono l'individuazione di quelle condizioni storico-politiche generati (nazionali ed lntern.izionali) considerate come indispensabili per affrontare In • modo nuovo • una riflessione sul rapporto democrazlasociatismo La lotta del Movimento operaio per lo sviluppo della demo36 - crazia in Italia viene quindi saldota organicamente con la possibilità di assicurore una perenne tensione e mobllitazìone po. litica nella stessa lotta per le trasformazioni • strutturall • del• l'economia e della socielà Italiana. In effetti la definizione d1 una prospettiva di • avanzata de• mocrat1ca • verso il socialismo si fonde ora con l'elaborazione d1 una linea d1 strategia antimonopollstica, alla quale viene fun• z1onol1zzata la soluzione della questione meridionale. La tesi che g1udicova ,I Mezzogiorno quale area complessivamente •disgregata• d1 fronte al processo di sviluppo economico (capita• l1stico) rinvigorisce. inserendo lo sviluppo agricolo in un presunto nuovo specifico meccanismo di accumulazione capitalisti• co (ora monopolistico). Istituisce un diverso rapporto tra capilale monopolistico e agricoltura, e, quindi, tra capitale monopohstlco e vecchi rap9orti di origine feudale nell'agricoltura. Dalle caratteristiche, infatti, del processo di espansione monopolistica generali (sistematico • saccheggio • delle popolazioni rurali. sopré'lttutto meridionali. da parte della proprietà terriera assenteista - capitalismo agrario - capitalismo monopolisti• co di Stato). e specifiche (mancata utilizzazione delle • risorse• del Paese). viene desunta una linea di riforma agraria generale e di industrializzazione del Mezzogiorno attraverso l'intervento pubblico confluente, quale specificazione fondamentale. nel pili ampio rapporto di continuità tra democrazia e socialismo, tra lotta per le riforme di struttura e lotta per la trasformazione dello Stato. In sostanza la se9arazione gramsciana della fase democratica da quella socialista (nell'ambito della dittatura del proletariato) viene • superata • nella previsione di una pretesa continuità del processo di avanzata democratica verso il socia• lismo. con una strategia, quindi, che, escludendo ogni possibilità di salto rivoluzionario, presume di sciogliere il • dilemma • gramsciano dando un carattere immediatamente rivoluzionarlo alle rlf'>rme democratiche borghesi. Per questo piano strategico la necessità, da parte del Mo• vimento operaio. di lottare per abbattere tutti gli ostacoli che sl frappongono allo sviluppo del capitalismo in agricoltura e per distruggere ogni residuo dell'economia feudale e precapitalistl• ca nel regime fondiario (soprattutto nell'Italia meridionale), viene sussunta nel pili generale ambito della lotta antimonopolis1ica, e 4 perciò •. come si suol dire con abile gioco dialettico, • democratica e soch,lista •. In realtà dapprima il carattere transitorio e parziale di una riforma agraria volta esclusivamente a liquidare le forme arre• trate dei rapporti di proprietà in agricoltura e i vecchi sistemi contrattuali veniva concepito in funzione del processo di com• pimento della rivoluzione democratico-borghese gestito, come obblamo già sottolineato. dal governo operaio e contadino. L'o-

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