giovane critica - n. 22/23 - primavera 1970

Partendo dal presupposto della necessità di formare una organizzazione politica autonoma delle popolazioni meridionalt. quale momento precedente ad ogni azione contro i grandi latifondisti assenteisti, Sturzo si discosta certo dai meridionalisti del XIX secolo: egli torna però a riproporre sostanzialmente un·anallsi dell'origine della • questione. ed una serie di proposte risolutive. ancora una volta ancorate a vecchi schemi teorici. Anzi è da rilevare che il problema del Mezzogiorno è per Sturzo una questione a sé stante, da risolvere si con una favorevole e complessiva azione statale. ma inserita all'interno dell'area meridionale, perdendo cosi anche il nesso pi(J generale tra Nord e Sud, tra sviluppo Industriale e struttura agraria; tanto che la risoluzione è vista solo In termini di rivoluzione contadina, capace di spezzare i vincoli feudali che bloccano lo sviluppo, di trasformare I rapporti della proprietà agraria e di promuovere un'azione st3tale che, Imperniata sul lavori pubblici, porti avanti in termini di progresso economico lo sviluppo tecnico-produttivo. Inevitabile è quindi Il riproporre, quale cardine dello sviluppo, la piccola proprietà contadina, caoace di procedere ad una rapida riorganizzazione tecnlca, che Insieme a una serie di provvedimenti plu generali tesi ad una creazione di Infrastrutture (Bonlflche, sistemazione del corsi d'r1cqua, sviluppo della vlabl• htà). permetts: 12 coltivazione intensiva e quindi un rapido affermarsi delle tecniche industriali-agrarie, molla dello sviluppo. Rilevante è quindi per Sturzo la necessità di risolvere la questione meri• dionale secondo un programma di industrializzazione dell'agricoltura. di tutela della piccola proprietà produttrice (ed in questo ambito deve agire lo Stato con provvedimenti di politica economico-finanziaria). di propulsione di forme associate quall la gestione di cooperative, di quotizzazione della grande proprietà rperal1ro solamen1e là dove si rivela di ostacolo alla produzione). di assegnazione. quindi, della terra al contadini proprietari. la maggiore novità dell'azione meridionalista di Sturzo. non sta quindi nell'avere recato elementi diversi al dibattito teorico, bensf nell'avere dato alla • questione sociale • uno sbocco politico. organizzativo. e nell'avere convogllato in questo enormi masse di contadini e di piccoli proprietari, I cui effetti avranno un'Importanza decisiva nello sviluppo del Partito Popolare. come pure nella formazione della Democrazia Cristiana, erede legittlma. per questa componente. del risultati dell'azione di luigi Sturzo. SI è voluto qui schematicamente anallzzare la posizione dei priroi meridionalisti borghesi attorno al problema del Mezzogiorno. In rapporto col processo di accumulazione complessivo, non csrto per operare uno scolastico richia• mo alla • ragione • e -:adere nel falso dilemma tra • essere • e • dover essere •, bensi per rilevare come certl elementl di analisi, quali la presenza di residui feudali e lo sfruttamento coloniale. come anche certe risoluzioni proposte, tipo lo sviluppo della proprietà conladlna, siano coincisi con le prime concezioni soclallste e In genere del Movimento operalo: ed anche se le piU gene• rall lmpllcazlonl proprie della lotta di classe. e del compimento della rivoluzione soclallsta. ne danno un slgnlflcato diverso, è chiaro che per uscire dal riformismo borghese era pur necessario superare I llmitl di quelle analisi e ricondurre le stesse alle leggi marxiane dello sviluppo del capitalismo e del processo dl accumulazione del capitale nel complesso dell'area nazlonale. - 33

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