giovane critica - n. 22/23 - primavera 1970

no sugli alti prezzi derivanti dall'aumento della domanda e della Inflazione, si risolse in una crisi di sovrappopolazione e in un conseguente crollo del prezzi agricoli. L'avvento ·del fascismo, che rappresenta il momento plU acuto e critico della lotta tra borghesia e classe operaia, mette chiaramente in luce l'assunto fondamentale di queste note, ovvero il rapporto di funzionalità tra le strutture latifondistiche dell'agricoltura italiana e lo sviluppo capitalistico complessivo: l'alleanza di classe tra industriai! e agrari nel sostegno del par• tito fascista ne rappresenta la manifestazione piU evidente e nota, e la mistificazione dello Sato forte e insieme liberista della prima fase del fascismo scopre, nella sua macroscoplcltà, la reale funzionalità dello Stato alla accumulazione complessiva. Infatti alla fase liberista richiesta dal padronato industriale dopo il consolidamento dell'industria nel periodo bellico, corrisponde Il favore accordato agli agrari di fronte ai problemi della crisi di sovrapproduzione e alla richi!sta di terra, e, una volta inferto Il duro colpo al movimento operalo con Il terrorismo squadlstico e poliziesco. subentra una fase lntervenzionistica: politica di salvataggio. lri, corporativismo, campagna del grano e bo. nifica integrale. ne sono gli aspetti ormai noti. E con l'Intervenzionismo il prot~zionismo che ha uno sviluppo progressivo dell'irrigidimento delle norme doganali. alte "sanzioni ~. all'autarchia. Ancora una volta è la llnea protezionistica che Interviene a consolidare i1 blocco capltallsta agrario-industriale. Nella difesa e mantenimento della rendita fondiaria e del latifondo ottenuta con i vincoli doganali, si riconferma la loro funzionalità allo sviluppo capitalistico italiano. cosi come ancora una volta è la classe operaia a pagare in termini di compressione salariale, nonché di esodo dalle campagne (questa volta in esptlclta funzione dl sostegno allo sviluppo industriale del Nord come dimostra il contenimento dell'emigrazione estera tendente a ri• durre le masse di contadini e braccianti In esercito di riserva per l'industria Italiana, al di là di tentativi contraddittori come quello di contenere l'esodo interno e di creare quindi nuovi rapporti di lavoro nella direzione di una • sbracciantlzzazlone • con la colonlzzazlone. !'estensione della compartecipazione e la riforma del rapporto mezzadrile (Il cui reale scopo era quello di indebolire Il proletariato agricolo). In tale anallsi del!a politica economica fascista rientrano perfettamente, sia pure rendendone piU evidente la complessità e contraddittorietà (Il fascismo rappresenta una delle fasi piU acute di crisi del capitalismo). altri due elementl: a) lo sforzo di • razionatlzzazlone •. per cosi dire. della stessa struttura latifondistica dell'agricoltura. che trova nella lotta condo!• ta dal fascismo nei confronti della mafia una propria emblema• tica espressione; bi il programma di bonifica che se da una parte spesso rappresentò un puro e semplice pretesto per sostenere in termini di finanziamento la grande proprietà, da un·a1. tra p.;1rte. sia pure nei lunitl in cui è stata attuata, si Inserisce in un tentativo di restituire dinamicità all'agricoltura. creando nuove terre da coltivare, ma lasclando tuttavia intatte le strut• ture proprietarie. In tal modo ci sembra che lungo tutto il processo di sviluppo del capitalismo italiano, lino alla seconda guerra mondiale. la ql1estione meridionale appare come un momento di contraddittorietà. nell'ambito della piena funzionalità capitalistica del latifondo. Come tale essa si presenta in maniera profondamen• te crltlca nel secondo dopoguerra con le vicende che portarono all'assalto al latifondo e alla legge stralcio. Sia la legge stralcio sia lo sforzo di recupero alla logica capitalistica delle lotte bracciantili e mezzadrili vanno Infatti viste come un tentativo di reintegrare la funzionalità della proprietà terriera nel Mezzogiorno. Sono infatti le necesità della ricostruzione da una parte. e quelle delle emarginazione della parte plU assenteista del fronte degli agrari, come anche di reintegrare i momenti dì contestazione rivoluzionaria scaturiti dal conflitto mondiale e dalla Resistenza che spiegano e giustificano tali tentativi nella politica governativ~. Lo dimostra la mancata soluzione in termini soclalmente utlli del problema dell'agricoltura nel suo complesso e il riproporsi del problema demografico e della disoccupazione. Anzi a questo frne tanto piU rilevante diventa il fatto che, finito il periodo della ricostruzione intorno agli anni '60, la soluzione del problema meridionale si presenta in termini di industrializzazione. e nel tentativo di guidare i1 processo di migrazione quale oroblema ormai endemlco del Mezzogiorno, Imposto dalle leggi dell'accumulazione capitalistica. - 27

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