L'espressione qm usata è quella corrente nella storiogra· fia per indicare 11carat1er3 d1 fondo della politica economica del. lo Stato nelretà g,ohlliana Ma se sI considera che. nonos1ante le vetle11à ant1•lat1fond1st1chce le spesso dichiarate antlpa1ie per la rendita fondiaria. G1ol1t11non adoltò nessuna misura in tal senso ed anzi mantenne. ad onta dei suoi dubbi, il dazio sul grano che era appunto il sostegno del latifondo e della rendita fondiaria, ci sembra pIu corretlo affermare che con Glohtli l'u. nica vera nov,t.) storica res1a la maggiore consapevolezza del cap,tahsmo italiano Se. infam. una maggiore elaslicità fu auuata nei confronti della spinta salariale. ciò avvenne proprio per incre• mentare la produttività complessiva. cosi come il riformismo politico e il democratismo di Giolitti non vanno al di là di un tentativo di recupero delle masse allo sviluppo del capitalismo Ma proprio per questo ero necessario lasciare inalterate le strut• ture latifondistiche del Sud attuando, ormai in piena e matura consapevolezza. una funzìone di mediazione tra industriali e a• (lrari e consentendo, inoltre, di risolvere in termini di emlgrazio• ne il problema della disoccupazione e del basso livello salariale nel Mezzogiorno: cioè, in ultima analisl, ancora una volta in fun. zione delle nuove esigenze del capitale. Il dazio sul grano inlat• ti aveva tre effetti'. mantenimento della produzione granaria al livello necessario al consumo, liberazione di mano d'opera (e creazione di un esercito di mano d'opera di riserval. cointeres• samento della proprietà fondiaria Jlle sorti del governo Dal che ci sembra si possa concludere che da una parte ta organizzazione della produzione. sia quella prevalente al Nord che quella prevalente al Sud. rimc1se immutata e che si riconferma la funzionalità capitalistica del latifondo e della rendita meridionale. onde piU che parlare di • compiuta realizzazione dei rapporti di produzione capitalistica .. non si ha che una u1• teriore fase di sviluppo del capitalismo caratterizzata dal re• cupero delle contraddizioni emerse sotto forma di crisi sociale e finanziaria fra la fine dell'800 e gli inizi del '900. Come è ormai noto. gt. ~nni della prima guerra mondiale rappresentano un periodo di stabile consolidamento delle strutture industriah. che si manifesta come forte espansione produt· liva in questo settore PiU che documentare questo dato ormai acquisito. qui ci preme rilevare come anche questa volta il balzo è determinato da tre fattori concorrenti e divenuti ormai costanti nello sviluppo capitalistico italiano: le ripercussioni del mercato mondiale. la controzione dei consumi della classe operaia. la subordinazione dell'agricoltura del Mezzogiorno 31le esigenze dell'industrializzazione. Il primo fatlore è quello piU immediatamente comprensibile perché l'Italia partecipò alla guerra in quanto or26 - mai integrata nel mercato capitalistico mondiale e quindi partecipe della complessiva crisi di cui la guerra stessa rappresen. ta lo sbocco. Ma se ciò è chiaramente intuibile va subilo ag. giunto che i riflessi della crisi non furono solo indiretti o • po• litici• ma direuamente espressi do11acrisi d1 recessione che la stessa industna 1tal1ana attraversò negll anni tra il 1907 e li 1914. L' •Interventismo-. al di là di ogni patina Ideologica e culturale non fu infatti che la manifestazione della comprensione che il capitalismo industriale italiano ebbe delle possibi• htà d1 espansione che la guerra offriva. nel suo presentarsi come guerra di colossi industriali e quindi come efficace stimolan. te alla concentrazione degli sforzi nel settore Industriale. Ne derivò mfalti un piU deciso e diretto Intervento dello Stato nel• l'economia che si tradusse in un sovvenzionamento dell'indu• stria sia in Mrmini di diretta fornitura di capitali, sia in termini di sostegno della produzione con commesse belliche; sia infi. ne in termini di collaborazione nei problemi della mano d'opera tramite l'esenzione degli operai industriali dall'invio al fronte e l'intervento pacificator.~ ed equilibratore negli scontri rivendicativi. Quello che ne derivò come diretta conseguenza logica fu l'ulteriore contrazione del consumi delle classi lavoratrici agri• cote come effetto dello diminuita produttività agricola. special• mente nel Mezzogiorno. Date le caratteristiche della guerra. infatti. in cui elemento determinante era ancora il numero di uomini disponibile nell'esercito e data la scelta di evitare la diminuzione della mano d'opera industriale. chi costitui Il nucleo dell'esercito furono appunto i • fanti•contadini ... con conse. guente e ulteriore Impoverimento delle classi lavoratrici agri• cole per la mancanza di mano d'opera. Se furono le classi lavo• ratrìci agricole a pagare la maggior parte del costi della guerra e in ultima Istanza di un ulteriore e pii.i grave crisi ciclica del capitale mondiale e Italiano. ancora una volta fu la struttura la• tifondistica dell'agricoltura a consentire che la guerra si risol• vesse m un"ulteriore espansione del capitalismo Italiano nel suo complesso: ciò perché fu questo tipo di struttura a consentire che la contrazione dei consumi non scendesse al di sotto del livelli di sopportabilità. I fattori qui addotti a spiegare !'espansione industriale nel corso della prima guerra mondiale sono quelll stessi che sono alla base della crisi agricola degli anni 1921·22. La fine della guerra. con la conseguente disoccupazione delta mano d'opera agricola. con la diminuita capacità di acquisto dei salari deter• minò infatti una forte pr~ssione demografica che fu aggravata dalle limitazioni poste dagli Stati Uniti alla immagrazione. In tali condizioni il tentativo effettuato intorno agli anni 1921:22 di riportare la produzione agricola al livelli prebellici, facendo per-
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