giovane critica - n. 22/23 - primavera 1970

verifica solo nell'ambito del lungo periodo e in un'adeguata va• lutazione delle Interrelazioni degli scambi con altri paesi. Un'adeguata e compiaciuta valutazione delle due diverse analisi richiederebbe un pili compiuto e approfondito esame che non puO essere condotto In questa sede. Mentre quel che si vuole riaffermare qui è la necessità di ricondurre l'anallsl del processo di sviluppo capitalistico italiano. e in esso del Mezzogiorno. In termini piU rigorosamente marxiani. Ciò significa innanzi tutto che per comprendere l'esistenza e la persistenza delle due aree a diversa composizione organica non ci si può semplicemente rifare alla compresenza di rapporti di produzione e proprietà eterogenei, col pericolo di rimanere ad un livello puramente fenomenologico, In quanto la pretesa contraddittorietà della rendita e del latifondo allo sviluppo capitalistico non può mascherare il fatto che la dinamica specifica dell';iccumulaz1one capitalistica medesima si manifesta attraverso un rapporto di piena e organica funzionalità tra settori ed aree a piU atta e plU bassa composizione organica media, al cui interno Il drenaggio di valore compiuto dalle prime a spese delle seconde si riconferma come momento lmprescindlblle della ri• composizione del capitale sociale complessivo. In tal senso l'a• nallsl della specificità del rapporti capitalistici di produzione va condotta non sulla base del progresso tecnico da esso rappresentato, bensl lndlvlduando nella categoria • progresso tecnl· co • una specifica e funzionale manifestazione del processo di valorlzzazlone. Inoltre l'analisi del processo di accumulazione reallzzatosl In Italia non può essere aprioristicamente assunto, sulla base di un falso storicismo, che tende a perpetuare Il permanere del• le leggi dell'accumulazione capita11stlca, come runico possibile o come Il più razionale, ma va valutata In tutta la sua portata la criticità intrinseca del sistema capitalistico si da assumere le cicliche contraddizioni non come lnevitablli momenti di un in• distinto processo storico. ma come loglc11mentepresupposte e determinate dalle strutture complesslve del tessuto economico nella specificità de1 sistema, evitando arbitrarie e paralizzanti Ipostatizzazioni. In tale direzione tre cl sembrano I fondamenti su cui va basata l'anallsl: un'esatta valutazione delle crisi In rapporto alle leggi del sistema, una giusta valutazione delle ripercussioni In ltalla delle ragioni di scambio internazionali, una adeguata anallsl della funzione dello Stato. Non è questa la sede per svolgere compiutamente tale ti• po di analisi, per cui cl al può solo limitare ad Indicare alcuni nodi fondamentali del processo di avlluppo del caplta11smo In Italia. rilevando volta a volta gli elementi che richiedono una approfondita ed esauriente valutazione. Il primo elemento da valutare à la maniera stessa In cui il nuovo stato à sorto. GII elementi che lo caratterizzano sono soprattutto tre: la rigida struttura centralizzata della su:l organizzazione. il mantenimento dello status quo sul piano delle strutture economiche. la composizione delle divergenze str.itc· giche tra I gruppi dirigenti risorgimentali. Ci troviamo dunque immediatamente di fronte Jd uno Sta• to con chiara fisionomia capitalistica, in cui il rapporto tra esigenze e istar.ze particolaristiche è risolto in termini di subordinazione alla struttura complessiva mediante l'utilizzazione del• la figura istituzionale del prefetto: il mantenimento dello sta• tus quo, ovvero la mancala rivoluzione economica sotto forma di riforma agraria (se non altro perché l'Italia era allora un pae• se esclusivamente agricolo) si risolve in un proseguimento del processo di trasformazione capilalistica già inizi.itosi nel periodo pre•rlsorgimentale nell'ambito dei rapporli economici eslsten. ti con i paesi pili avanzati d'Europa: la composizione delle di• vF:rgenze tra moderati e giacobini con la sconfitta e il consc• guente compromesso garibaldino segna la subordinazione di tut. te le istanze particolari alla composizione ed integrazione del capitalismo agrario ed industriale del centro-nord con la pro• pnetà fondiaria del Mezzoglorno, in una prospettiva storica di sviluppo capitalistico che su questi presupposti fonda la duali• tà dell'.:ccumulazione delle due aree. riducendo il Mezzogiorno ad area che cede valore. in rapporto alla propria condizione ca• plt<'!listlca di produzione. Sorto in tal modo il nuovo stato borghese che istituzionaflz. za nella forma costituzionale e parlamentare la divisione tra so• cietà civile e società politica. peraltro ancora piU rigidamente di quanto non sia oggi per le strette limitazioni nell"esercizìo del voto, ha luogo nel primo ventennio una fase di rapida esp.in. sione produttiva. cui si accompagna una ulteriore acccntuazio• ne della concen1razione dei capitali nell'area settentrionale e insieme della struttura dualistica del complessivo tessuto eco• nomlco. Si tratta cer1amente di trasformazioni graduali e lente. specie se si pensa che da una parte le stesse poche industrie esistenti nel Nord attraversano in questo periodo una crisi per la netta Incapacità di reggere la concorrenza straniera. e che la produzione agricola non subisce che una relativa e limitata tra• sformazione circa I metodi di produzione. Tuttavia quel che sembra decisivo per comprendere la natura capitallstica di questa prima fase dello sviluppo economico del nuovo Stato è. da un.i parte la presenza determinante sul mercato italiano di merci straniere prodotte con ben diversi livelli di capacità produttiva che stlmolano la ripresa della produzione industriale: dall'altra l'operare sul mercato Italiano del capitale straniero che in questo periodo ha grandi proporzioni. In tale prospettiva la que• stione della compressione dei consumi assume una nuova fl. slonomla In quanto non è pili un fenomeno Improvviso e quasi extra-logico. che costituisce la molla che fa scattare il proces- - 23

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