La ripresa del dibattito sulla questione merldlonale di front.? al fallimento delle Ipotesi che hanno regolato 1a politica dello Stato nel Mezzogiorno da una parte, e alle Indicazioni emerse dalle lotte operale e bracciantili dall'altra, nella misura in cul impone una reimpostazione del termini in cui l'analisi della questione meridionale sl poneva in quelle Ipotesi, non può prescindere da un riesame delle linee di sviluppo del processo di accumulazlone dall'unificazione al dopoguerra. Il permanere del divario produttivo tra le due aree che com• pongono la struttura economica Italiana, al di là delle illusioni di riequilibramento del rapporto tra esse. impone un vaglio critico dell'Ipotesi di fondo che sta alla base sia delle linee di inter• vento dello Stato, sia delta strategia del Movimento Operalo per li Mezzogiorno. Le seguenti note vogliono appunto essere una proposta di riesame dell'origine della Questione Merldlonale sulla base di un'ipotesi che vede a fondamento del processo di sviluppo del capitalismo In Italia non pi\J un rapporto di disaggregazione e contrapposizione frontale delle due aree ma una loro funzionalità reciproca che origlnatasl con la convergenza tra agrari e Industriai! alla nascita stessa dello Stato unitario ha poi caratterizzato tutto lo sviluppo successivo. A tal fine ci sembra che la via plU opportuna da seguire sia quella di partire proprio dalla ricostruzione del termini di quel dibattito sulle origini del processo di sviluppo capitalistico e In esso della questione meridionale. dibattito che. iniziato con la fine della ricostruzione. ancora oggi si va svolgendo In sede storiografica. Come è noto I due poll fondamentali di tale dibattito sono, da una parte. l'analisi di Gramsci, dall'altra l'analisi di Romeo. Riteniamo vantaggioso partire da queste due tesi sia perché ad esse si rlallacclano comunque tutte !e altre. sia perché, In• dipendentemente dalle prospettive polltlche che tendono ad aI fondamenti oggettivi della "Questione meridionale,, prire, entrambe pretendono muoversi nell"ambito dell'analisi marxiana delle leggi del capitalismo. Ma poiché le esplicite fì. nalltà di queste note non sono e non vogliono essere puramen• te e astrattamente teoriche, ma cercano di inserirsi. come g!à accennato, nell'attuale dibattito politico-strategico sulla questione meridionale, ci sembra opportuno riprendere non tanto di• rettamente l'analisi gramsciana, quanlo le posizioni di Sereni. Ciò perché se da una parte le tesi di quesfultimo si richiama• no espressamente a quell'analisi, dall'altra esse rappresentano uno sforzo di precisazione e di rielaborazione di quelle nel vivo stesso della discussione a11uale,e quindi piU funzionali alle nostre dichiarate esigenze di attualizzazione. In tal modo riesce anche piU agevole. del resto, ricondurre i due filoni di analisi alte due posizioni strategiche che oggi si confrontano sul problema del Mezzogiorno. quello borghese e quello del movimen• to operaio, per ritrovare sia i punti di divergenza sia quelli di contatto. Riassumendo, le posizioni che si contrappongono (ma come vedremo solo fino ad un certo punto) possono essere espresse nel modo seguente. Prendendo come punto di riferimento la gramsciana ipotesi del Risorgimento come • mancata rivoluzione agraria•, il Rome) ritiene che la non attuala riforma agraria sia da attribu"re agli ostacoli e alle dlfflcoltà che essa avrebbe creato al processo di accumulazione primitiva, perché avrebbe distrutto I germi ca· pita1istici esistenti al momento dell'unificazione. Infatti, rlfacen• dosi al marxiano concetto di accumulazione in un'accezione modificata. da lui definita •moderna•, Romeo vede nell'agricoltu· ra del Centro-Nord, che ha già caratteri capitalistici. l'orlglne del surplus necessario a tale accumulazione. In tale analisi lo immobilismo del Mezzogiorno diventa un elemento esso stesso funzlonale alla accumulazlone primitiva, dato che suo presupposto necessarlo è la contrazione del consumi consentita ap- -21
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