nl e di contenimento delle lacerazioni. lnfa:U la ristrutturazione capitalistica fu portata avanti nel Nord, concentrando I capitali nei settori a p(U atta composizione organica, e detraendo, a ta• le scopo, una parte degli investimenti specifici destinati al Sud, e in particolare all'agrlcoltura e al settore dell'edilizia, tacendo maturare la crisi di quei settori e la loro emarginazione. Inoltre vennero contratti I lavori pubblici nel Mezzogiorno mediante 11 blocco del finanziamenti e venne ridimensionato l'Intervento del tondi destinati alla bonifica che causarono un aumento della disoccupazione e aggravarono Il problema dell'esodo della forza lavoro. 2 La variflcazione delle Illusioni programmatiche si coglie pienamente se SI considera come il potere decislonale degli organi di programmazione decentrati si riduce nell'ambito di una inevitabile centralizzazione dello Stato: tali organi si configurano Infatti come meri organi consultivi e non plU come possibile fulcro democratico di un processo di sviluppo del Mezzo· giorno, Da qui la riaffermazione della divisione tra momento esecutivo. ridotto a momento tecnico, e momento legislativo, con la conseguente Inevitabile perpetuazione della separazione tra società civile e società politica, che fa crollare le illusioni di un allargamento della democrazia e di un rinnovato rapporto tra il Parlamento e lo sviluppo economico (socializzazione dello Stato e politicizzazione dell'economla). di fronte alla ragione dello Stato capitalistico che necessita sempre piU di un accen• tramenio tale da consentire le mediazioni politiche riguardanti Il Mezzogiorno. Queste contraddizioni si traducono in un aggravamento delle condizioni di lavoro. In quanto l'intervento dello Stato, come già rilevato, ha finito per aggravare Il problema dell'occupazlo• ne e dell'esodo. E infatti le lotte registrate In quegli anni, che segnano il completo fallimento del centro-sinistra, si caratte• rizzano come lotte di rottura dello schema tradizionale portato avi:inti dalle organizzazioni del movimento operalo, ancora ferme sul terreno puramente quantitativo-salariale. Esse Infatti non riuscivano a unificare gli obiettivi salarlall con quelli per l'occupazlolÌe, su una reale strategia di potere. L'acutizzazione delle contraddizioni sociali rese pero lnevltabill momenti che travalicassero Il semplice terreno quantitativo entro cui fino ad Avola erano rimaste confinate le lotte operaie, anche se I partiti operai - ancora arroccati In una politica che vede nel capltallsmo di Stato e nella riforma agraria come riforma contadina, i due temi fondamentali di una trasformazione del tessuto meridionale - perdono di vista la complessità della stratifica• zione soclale del Sud, Il pl(i generale problema dell'lndustrlallzzazlone del Mezzogiorno come lndustriallzzazlone dell'agrlcoltura e della creazione della collaterale Industria di trasformazione, e non riescono a sintetizzare quelle sollecltazionl. Né d'altra parte il movimento sindacale riesce a rispondere a quelle Istanze In quanto esso continua ad ipotizzare un rappor• 10 con gli Enti di sviluppo come organi attraverso i quali si riteneva possibile e attuabile lo sviluppo economico complessivo dell'area. Ma dal momento che gli organi della programmazione si riverano organi consultivi. si vanifica tale possibilità, di legare cioè la polltlca salarlale con quella dell'occupazione attraverso le riforme. Da un lato dunque la politica sindacale si riduce ad essere politica per I soli occupati, e nella specificazione meridionale non si riesce ad utillnare appieno l'urto reiteratamente nato dalle lotte bracciantili: dall'altro si perde la possi• billlà di mantenere un rapporto di contrattazione complessiva con Il potere pubblico, quello cioè del tradizlonale tessuto dello Stato e non degli Enti di sviluppo. E' necessario Inoltre mettere In rilievo che le lotte per le zone salariali, se pure rimanevano nell'ambito della pollllca sin• dacale tendente alla perequazione, sl sono imposte come esl• genza oggettiva della classe operala meridionale e hanno deter• minato una sua unificazione. su una tematica in cui l'Istanza di giustizia soclale si sarebbe poi precisata In coscienza della necessità di unltlcare la lotta salariale e per l'occupazione su una politlca di avanzata del potere sindacale. E' sull'ondata delle lotte del 1969 che comincia a configurarsi un legame tra salario-occupazione-riforme. come possibile soltanto attraverso la conqulsta di momenti di potere reale in seno alfa società civile. quali garanzie per l'attuazione di quella politica. la poten• zlalltà di lotta della classe operala meridionale comincia ad essere recepita dalle organizzazioni del movimento operalo che delineano un allargamento del fronte sociale antimonopolistico nel quadro della lotta per le riforme. capace di specificare per Il Mezzogiorno l temi di una avanzata democratica verso Il socialismo. Pur rimanendo nell'ambito della lotta Intesa come lotta antimonopolistica si tende a recuperare nel fronte soclale tutte le componenti delle lotte (operai, braccianti, studenti) e dall'altro Si cogtle nelle riforme di struttura Il momento decisivo di passaggio al socialismo. Questi primi momenti di rlflesslone In seno al movimento operalo, fanno emergere anche l'illusorietà di ridurre la lotta nell'amblto del terreno parlamentare per le riforme. o quella del ricorso alla democrazia di base come momento di allargamento della democrazia della società civile. Occorre pero rilevare la carenza di una riproposizione complesslva di un discorso merldlonalisllco, In tali proposizioni stra. teglche. poiché la politica delle riforme resta per molti versi, anche se con ripensamenti, ancorata al termini della riforma contadina, per quanto riguarda l'agricoltura, e al ricorso al capitalismo di Stato, per quanto concerne Il problema dell'lndu- -19
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