giovane critica - n. 22/23 - primavera 1970

zonale, con cui si porta avanti la scelta di una ristrutturazione del tessuto produttivo che, puntando immediatamente sui settori •propulsivi,• dell'economia, fosse in grado di far conseguire rapidamente nuovi livelli di competitività ad una parte del tes· suto dell'accumulazione. per poi tentare. con la generalizzazione del processo di ristrutturazione, di recuperare alle nuove medie produttive I settori e gll strati rimasti In prima istanza esclusi e non ancora emarginati. conseguendo cosi l'obiettivo del rinnovamento complessivo della scala di produzione. In questo ambito appare evidente la condizione estremamente critica in cui si viene a trovare il Mezzogiorno nella prima fase della politica di ristrutturazione, rlsultando In prima istanza complessivamenti, emarginato in conseguenza dei criteri adottati come fase dell'intervento pubbllco. Infatti il Mezzogiorno, a livello aziendale, sconta il peso de• gli strati capitalistici arretrati e l'arretratezza e la polverizzazione della massa del settore contadino; a livello settoriale, sconta il peso del settore agricolo, mediamente a composizione organica piu bassa degli altri settori produttivi, sulla produzione lorda complessiva; a Uvelto territoriale. sconta la propria condizione di area arretrata, oltre che a livello produttivo. a livello delle Infrastrutture e dei servizi. Mentre dunque tutto ciò si tradusse in una contrazione assoluta dell'investimento pubblico nel Mezzogiorno (controbllan· clata peraltro dalla sfasatura di circa un anno con cui si presentavano nell'area i segni della crlsl recessiva e dalla continuità dell'azione della Cassa), a partire dal 1965, con Il rinnovo della legge istitutiva della Cassa per il Mezzogiorno. si tentò di ade· guare la funzione di mediazione e di sostegno tradizionalmente svolta da questo Istituto alla polltlca di generallzzazione della ristrutturazione. promossa con 11varo del Plano quinquennale di sviluppo. Dal quadro istltuzlonale preparato dalla legge n. 717 per l'azione pubbtlca nel Mezzogiorno appare evidente Il mutamento qualitativo del criteri posti a base dell'Intervento previsto. Non plU cioè formazione di infrastrutture generali come sostegno, insieme all'Intervento ordinarlo, e come creazione delle condizioni per lo sviluppo dell'accumulazione; non piU bonifica, opere pubbliche e assrstenza; non pfU agricoltura al centro dell'ln• tervento, ma varo complessivo di una politica (i cui germi erano già contenuti nell'esperlenza, peraltro falllmentare, dei poli di sviluppo) che rapresentava Il tentativo di Inserire Il meridione all'interno delle Ipotesi formulate per l'Intera economia nazionale. Il settore decisivo per Il processo di riorganluazione della economia del Mezzogiorno viene Individuato nel settore lndustrlale. che diventa quindi Il momento prioritario dell'inlervento della Cassa. All'interno di questa scelta di redistribuzione. assoluta e relativa. degli investimenti, il criterio che guida razione pubblica. sia nel settore industriale che in quello agricolo (da ridimensionare). è l'Intervento specifico. dlrelto, per stimolare piani di trasformazione aziendali entro una rigida selezione delle .:areein cui localizzare l'intervento. In sostanza questo mutamento radicale degli indirizzi dell.:i politica della Cassa. con le scelte prioritarie di intervento ne! seuori siderurgico e petrolchimico per quanto riguarda 1'indu• stria (cioè con la scelta dello sviluppo dell'industria di base): nei settori ortofrutticolo e viticolo. per quanto riguarda l'agrlcoltura. all'interno però di zone che consentano uno sviluppo rapido (zone irrigue, zone costiere. zone ad alta concentrazione di capitale) e quindi specificatamente individuate. propone con gli stessi criteri di concentrazione e di sele• zione e. come vedremo. con contraddizioni moltiplicate. l'estensionP. della ristrutturazione capitalistica dell'area meridionale. Una volta di plU l'azione della Cassa si dimostra come momento costituzionale della politica dello Stato, sia pure • straordinario a, che ha il compilo di mediare le contraddizioni che si manifestano nel tessuto dell'accumulazione del Mezzogiorno in funzione delle esigenze complessive della accumulazione nazionale. Questa politica, però, si rilevò ben presto incapace non solo di risolvere i probleml strutturali de11"accumulazionemeridìonale. ma anche di raggiungere l'obiet1ivo di rendere compatibili i ritmi di sviluppo dell'economia dell'area con quelli nazionali. con la dupllce complementare conseguenza di mettere in crisi l'intero disegno di generalizzazione del processo di rislrutturazlone (che peraltro andava provocando t'Insorgere di contraddizioni tra strati e settori produttivi anche nelle altre aree del Paese) e di aggravare le condizioni specifiche del tessuto produttivo e sociale merldlonale. Negll anni Immediatamente successivi alla recessione del 1963 il Mezzogiorno, come abbiamo accennato. subi una con• trazione asso!uta dell'ammontare dell'investimento pubblico e privato. Complessivamente gli investimenti lordi. al prezzi del 1963. seguirono negli anni t964, 1965 e 1966, rispettivamente il seguente andamento: 1909,5 millardl: 1721.3 millardl: 1807.4 mlllardi. la distribuzione di essi nell'agricoltura e nell'industria fu. rispettivamente. la seguente: - 215.8 mlliardi nel 1964: 214,3 nel 1966 (agrlcolturaJ - 610.4 m!liardi nel 1964; 424.3 nel 1966 (Industria). Negll anni successivi. Il rapporto tra le previsioni di svilup· po, in particolare per quanto riguarda gli Investimenti e l'occupazione, e l'andamento reale di questi aggregati fondamentali dimostra con ancor maggior evidenza l'inconsistenza delle ipotesi di rilancio produttivo de1 Mezzogiorno. - 15

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==