La politica d'intervento pubblico nel Mezzogiorno negli an• ni sessanta può essere compresa solo come risultante di un duplice ordine di problemi: - da un tata la necessità per l'Italia di ridefinire il proprio rapporto col merc3to mondiale capitalistico, sollecitato ad una svolta complessiva dal nuovo ciclo espansivo dell'economia sta• tunitense, seguito alla crisi recessiva dal 1956; - dall'altro, la necessità di assicurare, nell'ambito dei nuovi indirizzi di sviluppo postulati dal rapporto col mercato mon• diale. rinnovate forme di mediazione statuale, tali da ricompor• re in un unico processo le varie sollecitazioni effettive. L'analisi del primo campo di problemi non rientra nei li• miti delle annotazioni che seguono. Quel che qui interessa assumere è l'ordine generale di conseguenze che Il sostanziale allineamento alla svolta • kennediana • ha prodotto nella politica di sviluppo capitalistico del nostro Paese, con particolare riferimento al Mezzogiorno. L'adesione ltallana alla costituzione del MEC, che esprime tale allineamento e, nel contempo. il tentativo di contrattare. assieme agli altri Paesi europei aderenti. I tempi e i modi della politica di ridefinizione delle • ragioni di scambio • Internazionali. ha comportato infatti, all'interno. l'adozione di una politica di sollecitazione al massimo sviluppo produttivo, come condizione per Il raggiungimento dei nuovi livelli di competitività postulatL Per qu.into attiene al secondo ordine di problemi, l'adozione di nuovi indirizzi e strumenti di politica economica conseguenti alla scelta di razionallzzazlone del tessuto produttivo costituisce il quadro entro cui tenteremo di vedere I tratti specifl• cl di tale politica per quanto attiene al Mezzogiorno e 1e contraddizioni da essa suscitate. cosi da giudicare la capacità delle mediazioni adottate di risolvere I problemi dell'area merldlona• le e di garantire \'unitarietà del complesslvo processo di svi• luppo capitalistico, nell'amblto di una struttura produttiva - Bilancio della politica statale nel Mezzogiorno dopo il '56 come quella italiana - caratterizzata dall'esistenza di due aree a diversi livelli di composizione organica media. Lo strumento specifico dell'intervenlo s1.:iIa1enclrarea meridionale era costituito, fin dall'avvio della politica di • rlcostru· zione • degli anni cinquanta, dalla Cassa per il Mezzogiorno. che aveva come proprio compilo istituzionale quello di funzionalizzare, mediante un intervento di carattere • straordinario •, l'accumulazione nel Sud - fondata su una stratificazione produt, tiva complessivamente piU arretrata - ai ritmi di sviluppo na• zionali. Il carattere, mantenuto sino al ·sa. di tale intervento era stato fondamentalmente di • sostegno • ai settori e agli strnti produttivi esistenti. Tale sostegno si era articolato in termini. da un lato di politica dei prezzi garantiti - cui corrispondeva sul piano nazionale una politica doganale e tariffaria di protezionismo nei confronti della • concorrenza • internazionale - datraltro di creazione di opere infrastrutturali capaci di assor• bire con le opere pubbliche parte dell'offerta di manodopera ri• sultante dal progressivo esodo agricolo e dalla debolezza dello sviluppo industriale dell'area e. in prospettiva. favorire lo svi, luppo dell'iniziativa imprenditoriale. riducendone le .. diseconomie esterne•. L'Intervento straordinario della Cassa nei setto• ri direttamente produttivi rispecchia, in quesli anni, il tipo di assetto strutturale. produttivo e sociale, esistente, cioè il peso pteponderante dell'agricoltura sul complesso dell'economia meridionale. Tale intervento esprimeva. d'altra parte. il blocco di aliean• ze capitalistiche che era alla base della gestione centrista dello Stato, uno del cui perni era, appunto, Il fronte • rurale •. agrario e contadino, cardine decisivo, nel Mezzogiorno, del mantenimento deII·equllibrlo capitalistico nello sviluppo dell·accu• mulazione. La stipula degll accordi comuni!Arl nel 19S8rappresenta un - 13
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