giovane critica - n. 22/23 - primavera 1970

tmcandos11.. nprcs~ economIc3 fondata sul potenziamento delle compe1111v1tJdei seuon avanwtc il peso degU investimenti In• dustnali nel Sud sia andato scemando. mentre sI è nggrav.ata la cnsI oe, se11orI arrcI,a1i della stessa industria con la conseguenza chf> la mdusina nel Mezzog,orno non solo non ha creato nuov, post, d, lavoro. come era negli oblet!lvl del plano. ma negh ulttm, anni ha addmttura diminuito Il numero degli addetti e concorso cos, ad aggravare ,I problema dell'occupazlone Tuno c•ò pur avendo il seuore edile continuato a svolgere. sia pure non nella ste,sa misura degli ann, del miracolo, Il ruo. lo d1 serbatoio d1 manodopera m conseguenzo di una acceler11zione degli investimenti nel senore delle abllazioni, causata dalla • legge-ponte • Oggi pero la progressiva cessazione delle conseguenze di tale legge rimette a nudo tulle le contraddizio. m non risolte nel settore e rimette in discussione il ruolo da esso svolto sul plano della occupazione. Anche perché qualsiasi soluziono puramente quanhtaliva, che non comporti un Intervento per la ristrutturazione del settore. renderebbe insoPf)Or• tabile 11costo che la mancata soluzione delle contraddizioni del settore rovescia sul sistema nel suo complesso. Discorso analogo vale per Il settore del commercio che, come l'edihzia. proprio per le condizioni di arretratezza del suo sviluppo. ha alimentato nel Mezzogiorno un'occupazione spesso precaria e a hvelli lnf1mi di redchto. ma la cui arretratezza comincia ora a pesare In modo eccessivo sulle condizioni di sviluppo del capitalismo italiano. con la conseguente necessità di una accelerazione del processo di ristrutturazione come Iest1monìa la diminuzione degli cKldeltl al settore Iniziata nel 1968 e che nel 1969 ha Investito anche il Mezzogiorno. Contemporaneamente. entrnndo In crisi per quanto concerne il settore agricolo la lradizlonale politica di sostegno al prezzi del prodotti e facendosi sempre piU impellente la necessità di una complessiva ristrutturazione produttiva. tutto ciò ha fini• to col pesare in modo particol;1re sul Mezzogiorno proprio per le caratteristiche specifiche di erretratezza che l'agricoltura meridionale ha conservato nel quadro di un settore già mediamente meno svUupoato Da ciò la dimoSlrata incapacità della pur massiccia espulsione di manodopera agricola a risolvere lo contraddizioni del settore e nello stesso tempo la necessilà che una ristruttura• zione capllalistica del settore acceleri la crisi delragrlcohura contadina come della parie piU arretrata dell'agricoltura capi• talislica 10 - 3 D1 fronte allo svolgersi d1 tutti questi fatti. li andata maturando fra le varie componenti del capitallsmo ila· 1 llano. ed anche fra le forze politiche governative, la consapevolezza della necessità d1 una svolta. Per la ventà, tale consapevolezza era andata nascendo gia a11"1ndomani della definizione del Piano Pieraccln, per la evidente contradd:- torlelà, poi ampiamente provata dai fatti, tra te esigenze di potenziamento della compellllvltà dei sctton avanzati da esso sostenuta e gli oblatllvi proposti per 11Mezzogiorno in termini d1 Investimenti e d1 occupazione. Il convegno d1 Napoli della Oc rappresento un momento parllcolarmente Importante nella maturazione di tale consapevolezza E se la linea che in esso si affermò Ila llnea Colombo e d1 Pastore), fu quella che con la • contrattazìone programmata • tendeva a mediare le esigenze del Mezzogiorno con quelle più generali dei settori avanzati attraverso l'espansione nel Sud, mercé Il flnanzlamento dello Stato, di quel settori • ad allo contenuto tecnologico • di cui ,I cap,tahsmo avanzato avevo biso. gno. è anche vero che già allora fu presente un discorso diverso. Ad esempio nellil relaz,one d, D, Nard, fu sostenuta la tesi, anch'essa pienamente capltallstica, della necessità di sviluppare nel Mezzogiorno una • Imprenditorialità di massa ., In altri termini di fondare lo sviluppo del Sud sulla crescita di medie e piccole imprese me,id1onah la vittoria della linea Colombo-Pastore si è tradotta poi nella prassi della • contrattazione programmala • trovando via via l'adesione del plU grandi gruppi finanziari pubblici e privati: sìccM. allo stato attuale. Il complesso degll Investimenti proposti all'approv~zlone del CIPE per i settori siderurgico. petrol• chimico e delta grande meccanica raggiungono già, e forse superano. la cifra di 4 mila miliardi. Cifra enorme la cui realizzazione nel prossimi cinque anni comporterebbe di per sé il raddoppio del livello degli Investi• menti nel settore industriale rispetto al decennio trascorso e che Implica perciò un impegno di Investimenti da parto dello Stato parimenti doppio. e che IUttavia non risolverà I problemi del Mezzoqiorno sia per gll scarsi effetti diretti sull'occupazione (data l'alta composizione organica di questi investimenti). sia perché, ancore una volta, I cosiddetti settori tecnologicamente avanzati appaiono legati allo sviluppo del capilallsmo industriale del Nord piuttosto che ad un disegno di sviluppo complessivo della stratificazione produttiva del Sud la riprova che la linea dtl • settori ad alto contenuto tecno. logico • accentua le contraddizioni del Mezzogiorno la si ha. intanto nel fatto che proprio essa è uno dc11IIelementl sul quali si è prodotta la divisione delle forze padronali e anche delle forze governative Contro la • contrattazione programmata • e mentre ad essa

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