meridione e rivoluzione Delle r_iforme per la classe operaia o per il re di Prussia? 1 Le lacerazioni che hanno caratterizzato, negli ultimi tempi. le vicende Interne al fronte capitalistico e la 1 gravità delia crisi politica, tutt'altro che risolta dalla riedizione del governo quadripartito, sono conseguenze di una contraddizione oggettiva del capitalismo italiano venuta via via t maturazione negli anni della recessione e della susseguente ripresa economica. Da un lato Il grado di svl1uppo tecnico e la scala di produzione conseguiti o conseguibili dai settori avanzati, già profondamente ristrutturatisi negll anni passati, e la necessità per gH stessi di non porre freni al processo di integrazione del mercati capitalistici. Impongono di generalizzare la ristrutturazione al settori arretrati del Paese come condizione dell'allargamento del processo di accumulazione capitallstlco: dall'altro sono evidenti gli effetti che una rapida ristrutturazione del settori arretrati. con la necessaria emarginazione di parte di essi, produrrebbe in termini di acutizzazione dello scontro all'Interno del fronte proprietario, di aggravamento del problemi dell'occupazione e delle contraddizioni nel rapporto nord-sud. Da ciò deriva Il velleltarlsmo di una eventuale linea neoglollttlana che tentasse di fondare sull'alleanza del capitalisti e della classe operala del settori avanzati o comunque recuperabili nel quadro della ristrutturazione, una politica di riforme che alle esigenze di questa sostanzialmente si Ispirano. Questa linea, oltre che velleltarla. sarebbe anche pericolosa poiché creerebbe le condizioni per un raggruppamento di tutti gli strati esclusi da questa prospettiva di sviluppo su posizioni utllizzabill al fini di soluzioni. In un modo o nell'altro, autoritarie. In questo quadro è evidente come Il Mezzogiorno sta un nodo decisivo dell'attuale sviluppo del capltallsmo Italiano e co. me si riproponga con tutta la sua forza la • questione merldlo• nale •. Intesa appunto come problema di un'area nella quale determinante è Il peso del settori capitallsticamente arretrati e, quindi, particolarrnenlc cspost<1 ai contraccolpi dl un'eventuale generalizzazione del processo di ristrutturazione. Tale è infatti la situazione del Mezzogiorno ancora oggi. dopo venti anni di politica ...merldionalistlca •. Situazione che è potuta rimanere, pur con alterne vicende, sostanzialmente sotto il controllo del• lo Stato. grazie alle incertezze proprie della politica del Movi· mento operaio che. osclllando tra un'ipotesi dì alleanza con i settori arretroti In chiave antimonopolistica e un'ipotesi di promozione e di sostegno del capitalismo di Stato come strumento di rottura della situazione di arretratezza esistente nel Mezzogiorno, è rimasto prigioniero delle contraddizioni oggettive. rischiando di essere strumentalizzato di vona in volta dall'una o dall'altra delle componenti dello schieramento capitalistico. 2 Ciò che oggi appare sempre pii.i chiaro è il fallimento dell'Ipotesi di sviluppo fondata sulla linea dei • poli ., 1 e sull'i11uslone che essi avrebbero agito come momenti di rottura del cosiddetto sottosviluppo con la capacltà di coinvolgere, con effetti diffusivi, il complesso della stratifi. cazione produttiva del Mezzogiorno. Infatti la nascita, nei poli, di grossi complessi Industriali ad alta composizione organic.:i di capitale si presenta essenzialmente come rispondente alle esigenze dl allargamento della rlpro• duzione capitalistica, nella quale peso determinante hanno le vicende dell'apparato Industriate del Nord. La politlca economica dello Stato ha certamente Influenzato la dislocazione territoriale di qu!?stl complessi, non le scelte produttive. Cosi essi coesistono nel Mezzogiorno con I settori capitalistici arretrati che continuano ad avere un peso determinante e si riproduce. all'Interno del Sud. la contraddizione tra settori avanzati e setlori arre1ratl. Non meraviglia perciò che, e m:mo a mano che andava de- -9
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