giovane critica - n. 22/23 - primavera 1970

tutli i campi. il contraccolpo ddl3 crisi del movimento comunista intern3z1onalc. Non puo p,u pretendere di mettere in opera la politica d, unità della sinistra che difende da tanto tempo adoperando. ne, suo, r.inghi, metodi che ricordano agli eventuali alle,11i la • normalizzazione • a Praga. Ma. piU ancora di questo Imperativo tattico - che esisteva già nel passato e non ha impedito la nascita di un certo numero di • affari • di tipo staliniano - una considerazione ispira il liberallsmo nuovo del. la direzione del Partito: dopo Maggio, dopo la messa in questione dei rapporti di ,utorità nell'insieme della società. l'ipercentralismo dell'epoca thoreziana non è piU possibile: molto di pili. non è neppure un mezzo di governo efficace. In effetti. il ?cf. se non ha perduto la sua preminenza nel movimento operaio. ha visto e vede Mcora il semi-monopolio politico che esercitava un tempo fra i lavoratori, contestato nelle stesse fabbriche. Poco importa che a questo stadio questa contestazione sia ancora di un'ampiezza limitata: essa obbliga tuttavia I militanti di un partito a un comportamento politico differente da quello che era loro quindici, venti o trent'anni fa. Essl sono costretti a condurre una battaglia polltlca e ad affron• tare i • gauchlstes •. il Psu. la Cfdt E l'orientamento che dlfen• dono è per lo meno amblguo: per una democrazia avanzata, ma senza feticismo parlamentare: per delle lotte di massa, ad esclusione di quelle che possono condurre alla . guerra civile •: pPr il dialogo con la sinistra, ma contro il • gauchlsme •. Degli adattamenti costanti sono necessari poiché in certi momenti - nel maggio ·s8 per esempio - l'accento deve essere messo sul rispetto delrordine e della legalità. laddove In altri - nella C9t dopo il rientro di settembre - sarà messo sul dinamismo nella lotta. Per condurre In porto questa polltica dall'andatura a zig-zag in ambienti dalle reticenze sempre piU attivamente marcale. occorrono del m11itanti selezlonatl a conclusione di una formazione politlca speciale. La preparazione det XIX Congresso è stato un mezzo essenziale per assicurare questa formazione. Le tesi votate dal Comitato Centrale sono state largamente spiegate e il dibattito ha permesso di meuere in evidenza. a tutti I gradini, i quadri capaci dl Iniziativa a partire dalla linea che era loro proposta. Non c'è stata elaborazione democratica. ma modificazione del rapporti Interni tra I differenti settori di responsabili del Partito. In modo da meglio far fronte al problemf del momento. Nulla di plU significativo sotto questo aspetto di certi temi affrontati dai partecip;mtl alla discussione preparatoria. Vvonne Ouiles. membro del Comitato federale del RhOne, scrive su l'Humanité del 3 gennaio 1970, a proposito del movlmento di maggio-giugno 1968: • Scrivendo (nelle tesi): · Nel maggio.giugno 1968. I lavoratori e 1 democratici hanno espresso la loro vo106lontà di porre fine al regime del grande capitale e di sostituir• gli un potere democratico [. ..) ·. si dà l'Impressione di sopravvalut.ire. a mio avviso. la volontà globale del lavoratori e del democratici di &ndare oltre gli obiettivi essenzialt che il movimen• to si era assegnato. si privilegia Il fattore politlco al suo livello piU alto. si dà l'impressione dì radicalizzare l'attività cosciente. certo. di milioni di lavoratorl e di democratici. ma non di tutti i lavoratori e di tutti I democratici, sembra si creda che la massa dei lavoratori e del democratici condividesse unlfor· memente quest'ambizione di condurre il movimento a una vittoria totale [ ...] Laddove questa volontà era quella di un forte distaccamento - indubbiamente il piU forte dopo li 1958, ma di un distaccamento ciò nondimeno - di forze essenzialmente operale•· Non c'è gran che da dire su questo tipo di analisi statica della lotta. analisi che ad altro non può condurre se non alla conclusione seguente: la prossima volta dovremo essere ancor pili numerosi se si vuole avere un cambiamento reale. Roger Bosch (Bouches-du-AhOne) ha tratto anch'egli delle lezioni dal maggio (cfr. l'Humanité del 10 gennaio 1970): • Quello di aver mostrato che la violenza è l'arma prediletta dalla borghesia. che essa è un mezzo efficace per ostacolare. addirittura per spingere indietro il movimento di massa, non è l'insegnamento di minor conto che viene dal maggio-giugno 1968. Il rifiuto da parte delle masse di accettare la violenza come mezzo di lotta è. a sua volta. un fatto oggettivo di cui dobbiamo tener conto•. Si potrebbero moltiplicare le citazioni di questo tipo: la Tribuna era colma di osservazioni di questo tipo. Non inten• diamo qui Impegnare la discussione sul contenuto di queste affermazioni. Esse permettono di constatare l'esistenza tra I qua• drl medi del Partito di uno stato d·animo che bisogna senz'altro quallflcare come social-democratico poiché prende in prestito dal riformismo classico la sua incapacità a prendere In esame la dinamica di una situazione prerivoluzionarla, la sua fiducia in un legame meccanico tra la conquista della maggioranza e la prospettiva socialista. la sua dimenticanza del ruolo dell'iniziativa politlca dell'avanguardia nella formazione della coscienza di classe. la sua rlverenza per 1o stato di fatto, Insomma la sua miopia storica. Questo rltorne11o. a colpo sicuro. non torna gradito alla base tutta. La dlscussione suita democrazia avanzata lo ha m~ strato molto nettamente. Cercando di dare un contenuto chia• ro a ciò che non è altro che un assieme confuso di negazioni I• la democrazia avanzata non è Il socialismo. ma non è nem• meno la democrazia borghehse •l. alcuni mllltanti hanno cercato di darle un contenuto di classe. L. Bernard (Bouches-du Rh0ne) scrive ne l'Humanité del 20 gennaio: • ( ...) cos'è la

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