hnce. lotta conlinua reslo 1aghata luorl da ogni possib1Iit3 1.h CQncrelo mtcrvento po111icosu questa struttura di base della classe operaia f1at. Nelle mcomprens,oni per la 1endenza del• la classe operaia f1at a ricomporsi organicamente nel collet• tivo elementare d1 lavoro e di lotta (la squadra), ad unificarsi squadra con squadra attraverso 11 delegalo. convergono vizi di fondo d• aristocrat1cismo. l'antica ripugnanza • moralistica • minorit..ina per ogni • uso illegale della legalità •, ma vi è la cronica incap::icità a passere da una ìnarticolata democrazia 3S· sembleare cui si sovrappone la ristretta • élite • di a\languardia, ad una precisata e strutturata democrazia collettiva di massa (assemblee. delegati revocabili. consigli dei delegati, ecc.) ma c'è al fondo anche un;i posizione. diciamo • teorica •. che nega resistenza del fondamento sociale e politico d1 tutto ciò, liqui• dando tutta la cos,ddetta tematica • gestionale • come • merda democrat1cistica • come proposta irrimediabilmente interclassi• sta di partecipazione e di cogestione. A questo punto si coglie un nodo decisivo della ricerca e della discussione. La polemica contro la tradizione del comunismo italiano, che. dalla gramsciana • coscienza del produttore • alla togllattiana sensibilità per • l'interesse nazionale • ha teso offrire alla classe operaia un concetto di egemonia intesa come capacità di sacrificare la "1t:1le unilateralità degli interessi di classe alla • responsabilità positi"a • verso l'equilibrio delle alleanze. esige e reclama l'accentuazione del momento 1endenzioso e un1late-rale.e quindi anche distruttivo e negaU"o della lotta di classe. Tuttavia è possibile identificare la dinamica di una rivoluzione proletaria con i miti nichilisti della pandistruzione crea• trice? Net 1905 Trockij scrive un passo di grande efficacia: • PiU I' ";>narchia.. che esso [sciopero generale politico] suscita è grande, e con obiettivi "ari, piU lo sciopero si avvicina alla \littoria. E' tuttavia necessaria una condizione indispensabile: questa anarchia non deve essere suscitala con mezzi anarchici •. Può la prassi ne.9atrice e sowersiva di grandi masse rea• lizzarsi senza contemporaneamente manifestare come risvolto necessario dell.i attività liberata delle masse. del movimento che rende protagonisti le migliaia. i milioni di oppressi e di sfruttati senza manifestare embrionalmente momenti di positività, non generica. non uni\lersale. ma unilaterale e classlsta, senza esprimere i germi di un • ordine proletario • alternativo? E dove può la classe operaia estrarre i contenuti posltìvi della sua libertà se non nel processo concreto e determinante di negazione della sua serviti.i, del lavoro allenato? Certo se si ragiona per categorie metafisiche e si parla • di rifiuto del la\loro • e non di rifiuto di una forma storica• mente determinata del !avoro umano. cioè dell'uso capitalisti• 78 - co del lavoro. è impossibile fare un discorso sulla costruzione di una prospe!llva di • riappropriazione del prodotto e del con• tenuto del lavoro da parte dei lavoratori, In una società di liberi produttori associali • m cui .. il lavoro possa cosi diventare H "primo bisogno" dell'uomo• (Raniero Panzierl). Proprio quando Raniero Panzieri riconosce che • la realtà delle lotte attuali indica una convergenza del vari livelli di la• voraturi determinati dall'organizzazione attuale della grande fabbrica • verso richieste .. gestionali •, non difende la • caricatura capitalistica • di questa esigenza gestionale (ta partecipazione). non cede alle lusinghe della • gramsciana • coscienza del pro• dottore e non afferma una visione evoluzionistica della trasformazione sociale la cui negazione drastica rappresenta il senso stesso dell'opera di Panzieri: • Il livello di classe si esprime non come progresso. ma come rottura. non come "tivelazione" dell'occulta razionalità Insita nel moderno prOcesso produttivo, ma come costruzione di una razionalità radicalmente nuova e contrapposta &Ila razionalltà praticata dal capitalismo ., E' pos. sibila fondare un processo di distruzione degli strumenti tecnico-politici (fabbrlca--capitalistica e stato•borghese) del dlspo• tlsmo capltallstico che sia anche e contemporaneamente la CO· struzlone di organi di libertà proletaria? l'lnsubordìnazione operaia diventa un momento semplice• mente .. antirazionale • utilizzato per la riconferma e la legit• timazione della stessa razionalità capitatlstica se rimane resi• stenza saltuaria e quasi individuate e resta nell'empirismo del• l'arrangiarsi ed al livello di pura carica negativa e istintiva. Alla fiat pi\J che in ogni altra siluazlone si è potuto constata• re che la dispersa contestazione operaia, l'istlntivo rifiuto della • razionalità capitalistica •, la • rabbia dello schiavo • non sono ancora lotta di classe rivoluzionaria. E a questo punto che si colloca il problema della transizione dalla • insubordinazione operala • alla • collettività operaia che reclama la subordina• zione dei processi produttivi alle forze sociali "· E questa transizione non può essere delegata semplicemente ad una avan• guardia. ma de\le essere un processo di massa costruito con organi di lotta economica e politica di massa e su una coscienza gestionale anticapitalistica di grandi masse. Un progetto C\lerslvo che si ponga come • rifiuto del la\10+ ro • e salto net • regno del tempo libero • e non come progetto di • conquista del dominio delle forze sociali sulla sfera del• la produzione • non può nemmeno prevedere l'autorganlzzazio• ne di massa. il controllo operaio, un movimento polltlco di assemblee e di delegati operai. Pino Ferrarls
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==