giovane critica - n. 21 - autunno 1969

questa seconda posizione porta invece al disimpegno dalla effct. tiva e consapevole opera di costruzione organizzativa per un eccesso di ott,mismo perché ritiene che l'unificazione della classe. la politicizz.mone della coscienza delle masse, !'autonomia organizzata si realizzino in modo automatico e spontaneo per opera delta classe operaia stessa in lotta. Alla base di questo atteggiamento sia quello che Panzieri chiamò • la concezione mistica della classe operaia e della sua missione storica • (Quaderni Rossi, n. S. pp. 69-70) che poggia su una sorta di fondazione met.ilisica della classe come spirito assoluto garantito per • essenza ,. nella sua autonomia e nel suo destino vittorioso. l'unificazione di politica ed economia (durante la riforma capitalistica degli anni ·30) avrebbe non solo spezzato il vecchio rapporto leninista tra tradeunionismo e CO· scienza politica nella classe, ma avrebbe fondato stabilmente la fusione di lotte economiche e lotta polìtica nelle esperienze contemporanee della lotta di classe. Perciò il momento sin• dacale non è piU concepito come una manifestazione {lmperfetla e limitata) della lotta della classe operaia, ma un aspetto della lotta del capitale contro gli operai. Poiché ogni lotta è • tutta politica • in quanto sia fuori dal • piano • {cioè massimalisica dal punto dì vista salariale e imprevedibile dal punto di vista del tempi). ogni atto della lotta di classe è vista come un frammento di rivoluzione. E' abbastanza significativo che, a Torino. dentro l'intervento di Lotta continua. abbiano potuto convergere queste due posizioni sulla base della prassi spon• taneista. del rifiuto dell'organizzazione politica di massa ma ancora di piU sulla base di una comune profonda matrice idealistica. Infatti occorre riflettere sul fatto che. in pratica Lolla con• tinua abbia diretto gran parte della sua carica polemica contro le esperienze di organizzazione di massa degli operai (sin• dacaU e delagati operai, piU che non contro Il • partito rifor• mista • Il Pcl). La polemica dura e distruttiva contro il sindacato e. quel che piU conta. la sua temporanea presa in non indifferenti nu• clei di operai, è da imputare anche at modo stesso dl proporsi del sindacato. Il problema del sindacato alla Flat nel 1969 non si può ph.'.Iporre come nel 1959. L'alternativa attuale non è piU tra la presenza o la non presenza del sindacato. Gianni Agnelli ha compreso ben prima di Indro Montanelll l'utilità, la funzione indispensabile di un sindacato forte. unito. autonomo pur• ché • responsabile •· Il vero problema è un altro: quale tipo di sindacato. quale politica sindacale prevarrà alla Fiat e non solo alla Fiat? la risposta a questo Interrogativo non sta scritta nella • storia gloriosa • della Fiom e nemmeno nella .. slcu• ra fede • dei dirigenti. La risposta dipende dal grado di lncl• denza che ha la base operala sulle alternative di politica sin76 - dacalc e questo è possibile solo se il sindacato apre alle mas• se aI lavoraIorl le sue ambiguità. i suol problemi, le contraddit• torie spinte che lo sollecitano e le chiama ad Intervenite diret• tamente per risolverle In senso classista, nella direzione plU radicale, Se Il sindacato, come è avvenuto In gran parte della Fiat, si propone come istituzione utile e Indispensabile In quan• to tale, s2 una unità sindacale che reintegra completamente e acriticamente Sida e Uil finisce per togliere ai giovani oporai che escono con rabbia dalla esperienza del sindacalismo gial• lo, la precisa alternativa di un sindacalismo classlsta e militante. se i necessari momenti moderati e corporativi della politica sindacale non vengono denunciati dallo stesso sindacato come limiti da superare. errori da vincere, compromessi da spezzare con l'aiuto delle masse. è chiaro che si facilita Il semplicistico trapasso dal rifiuto di impostazioni particolari e momentanee di atti politici al rigetto dell'organizzazione stessa. dell'istituto in quanto tale. Nella situazione Fiat è stato piuttosto agevole. nel corso piU violento della lotta, .il gruppi di Lolla continua eccitare momentanei e rabbiosi rifiuti del sindacato. Tuttavia sarebbe tempo ormai di fare un serio bilancio di questa linea di con• dotta. Occorre riflettere sulla realtà dura del fatti che cl dice cha ranno delle lotte spontanee. delle lotte extra sindacali e. sovente. antlsindacali si è concluso con un'ascesa notevolissima delle adesioni alla Cgil raccolte non nei punti morti e marginali ma nei punii pii.i vivi e nodali della lotta di classe. A questo punto sarebbe interessante, ad esempio. tenere conto delle esperienze del movimento operaio, sia di quelle su cui riflette TrockiJ in un interessante saggio del 1940 sui • sindacati nell'epoca della decadenza lmperlallsta • (Rouge, n. 26, luglio 1969) sia delle lezioni che provengono dal maggio francese. Trockij che nel 1940 avevo di fronte la nascita delle società corporale e la statizwzione dei sindacati. scrive: .. a dispetto della degenerazione continua dei slridacati e della loro progressiva integrazione nello stato imperialista. il lavoro dentro ai sindacati non soltanto non ha perso niente della sua lmportan za. ma resta valido come prima o diventa addirittura in un certo senso, un lavoro rivoluzionarlo. la posta In gioco in que• sto lavoro resla la lotta per il controllo della classe operal.:i. Ogni organizzazione. ogni partito. ogni frazione che si permet• ta una posizione Uquldatorla rispetto al sindacati. cioè che di fatto volga la schiena alla classe operaia semplicemente per• ché le sue organizzazioni esistenti non le piacciono. è condannata a perire. e, bisogna dire che lo merita•. Con ciò non si vuole fare della ba:iale propaganda entrlsta per il sindacato, ma affermare che il sindacato è un luogo lm• portante di lotta polltlca In cui un'avanguardia politica deve essere Impegnata anche se non può esaurire il suo compito

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