giovane critica - n. 21 - autunno 1969

tati e delle avanguardie h2 si la sua origine In una incapacità da sintesi politlca, di unificazione strategica del gruppi e dei leaders. ma ques1a si esplicita sopratlutto come scacco sul problema dell'organiuazione. e· sul tema dell'organizzazio• ne. scrive la Classe. • che Il Convegno è mancato • proprio mentre • il tema dell'organizzazione è diventato un feticcio, al quale ogni compagno intervenuto nel dibattito ha finito col rendere un omaggio rituale •. E proprio queslo giornale, che è stato Il portavoce di una linea decisamente spontaneista, av• via ora un discorso autocritico: • 13 riuscita ambigua del Con• vegno d, Torino sottolinea che l'organizzazione come capacità della lolla di classe di trasformarsi in lotta rivoluzionarla contro lo stato non è il "frullo maturo" della spontaneità opero• ia •. Anche Vitlorio Rieser nelln sua • cronaca • pubblicata sui Quaderni piacentini appare dominato dal problema del supe. ramento critico dello spontaneismo e. pur avendo la consapevolezza che lutti Jbbiamo, del pericolo che racchiude la polemica contro lo spont,;1neismo. perché quJsi sempre è la polemlca conservJtrice delta burocrazia contro la creJtivltà e la spontaneità delle masse, tuttavia non esita a portare avanti lo scontro nei confronti della • impostazione spont,;1neista• de la Classe, per la quale • tutto quanto è necessario In fatto di formazione politica lo dà la lotta e gli elementi di politicizza• zione della lotta sono tutti contenuti nelle rivendicazioni gene• ralizzanti attorno al tema del salarro che in essa lotta posso• no emergere •. Rleser è portato a questa polemica dalla constatazione che • c'è un enorme divario tra il livello di spontaneità e di esten• slone delle lotte da una parte e dall'altra il livello di organizzazione politica che è estremamente arretrato rispetto al pri• mo • e prosegue .. il nostro problema è colmare questo diva• rio e non cercare di acuirlo provocando del grossi casini. dei grossi scontri sociali, senza che esista (o si possa formare nel loro corpo) una organizzazione capace di dirigerle e questo è veramente l'aspetto piU profondo dell'avventurismo •. Ma quando si tratta di passare dalla critica dello sponta neismo al suo superamento positivo, l'articolo di Rieser rivela di restare ancora tuttò dentro i limiti dei gruppi di lolta continua. Il superamento dello spontaneismo richiede una svolta politica generale e non basta l'ai;quislzione di alcune norme tee• niche o di qualche arricchimento metodologico; in secondo luo• go è estremamente pericoloso avviarsi al superamento dello spontaneismo lungo 1a scelta priodtari3 della costruzione delle avanguardie e non invece dell"organizzazione degli embrioni del movimento politico di massa rispetto al quale il problema dell'avanguardia diventa strumentale, diventa un obiettivo che si realizza di fatto dentro e contemporaneamente alla conquista 74 - dello scopo principale cioè l'::iutoorganlzzazlone della classe in quanto tale. A superare lo spontaneismo lungo la linea che met• te in primo piano. come compito prioritario ed esclusivo, il momento dell'avanguardia, c'è Il rischio di trovarsi • coeren• temente • iscrini alle formazioni marxiste-leniniste. E non vale ad evitare questi rischi qualche raccomandazione metodologica sulla avanguardia di movimento Invece dell'avanguardia Ideologica. sull'avanguardia Interna Invece che esterna, sull'avanguar• dia di massa invece di quella setlaria. E' il privilegiare il momento avanguJrdislico che porta obieltivamente al feticismo dello strumento ed alla strumentalizzazione delle masse. la posizione sponlancista finisce pol per caratterizzare tutte le interpretazioni clella lotta alla Fiat prodotte o Influenzate dai gruppi di lotta continua. Ciò che Importa è mettere in risalto che lo schema secondo il quale viene ricostruita la lotta alla Fiat è quello della autonomia operaia, cioè della spontaneità di massa. Il valore politico delle situazioni di lotta non viene misurato in base ai concreti contenuti organizzativi e di coscienza che espri• mono. ma soltanto In base alla loro caratteristica di essere lotta sindacnle, extra sindacale o anti-sindacale. Se la versione comunista ha il suo modello di lotta ideale in quella della officina 27 dove • tutto quanto si faceva e si decideva doveva essere fatto con l'organlzzazlone sindacale •. lotta continua ha il suo modello nell'azione della oHicina 54 dove lo sciopero .:ivveniva contro il sindacato. Semplificando, la dinamica della lotta viene cosi ricostruita: " Partiti da lotte dichiarate ufficialmente dai sindacati. anche se sotto la spinta operaia. si è passati attraverso lotte in cui l'iniziativa operaia prendeva sempre piU la mano ai sindacati. fino ad arrivare a lotte che awengono in alternativa e contro gli accordi che il sindacato conclude • (Rieser. Quaderni Piacentini). Vi sono profonde matrici politiche e teoriche di queste esposizioni spontaneiste, ma ciò che ha facilitalo e reso quasi inevitabile questa caratteristica dell'intervento dei gruppi di lotta continua consiste nel fatto che questo intervento si è collocato • sulla • lotta e non all'interno di essa. è stato un Intervento lmprowlsato su un movimento già In atto. Rieser parla di • spontaneismo e avventurismo oggettivo del nostro intervento impostaci dall'esistenza di una spinta spontanea che va tot,;1lmente al di là delle nostre capacità di previsione e di organizzazione •. Sino alla vigilia della lotta, come ammette Vittorio Rieser. gli interventi polltici alla Flat con prospettiva di costruzione Immediata del movimento sono mol• to scarsi. la • lega studenti-operai •. sorta nel corso delle lotte di primavera del '68, dopo aver scritto Il proprio statuto ha dovuto chiudere per mancanza di operai. I marxisti-leninisti cir• condano la città servendo il popolo nelle • coree • periferiche.

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