giovane critica - n. 21 - autunno 1969

mentare. E lo scioPero del 3 luglio a Torino era concepito dal Pcl come un vero sbocco po\itlco della lotto operala. cloè Il trasferimento della lotta dalla fabbrica alla • società • concepita come • Il terreno plU avanzato. plU politico, quello proprio delle riforme di struttura •· Questo è Il terreno naturale e famlllare della strategia comunista dove la massa agisce come forza indistinta di pressione e il partito come interprete e gestore delegato di quella forza di base, Il terreno delle allean• ze con i ceti medi e con tutta !'opinione democratica •, il terreno sul qu:ile si costruiscono gli schieramenti dialogando con Don Allals. con Il socialdemocratico Raffo o l'assessore Dc Valente, Il terreno su cui si quallflca Il ruolo delle Istituzioni (petizioni ot Parlamento e ordini del giorno nel comuni). Ora Il fatto che la giornata del 3 luglio a Torino non sia stata la giornata delle alleanze politlche e soclall. della grande e ordl• nata pressione democratica. della raccolta delle firme, ma la giornata delle barricate di Borgo San Pietro che hanno comu• nlcato a tutta Italia Il carattere aspro e radicale del 40 giorni di lotta alla Fiat e dello scontro di classe a Torino, ha deter• minato da parte del Partito Comunista, Il plU Infelice tentativo di negare Il carattere di massa e di classe di questo scontro. Contemporaneamente in quel giorni crollava Il centro-sinistra con la scissione del Psi. L'uso della pressione popolare per rompere l'equllibrlo polltlco che lo esclude serve sempre meno al Pcl. Una fase nuova si apre. Il pericolo di sbocchi a destra e le posslbllltà di lnflulre • positivamente • sulla soluzlone della crisi richiedono senso di responsabilltà. Mentre con I delegati operai. con le lotte mlcldlall e continuate In fabbrica, con gll scontri di corso Traiano la lotta d~,classe cerca di Imporre zone di libertà proletaria che solo con l'urto duro e violento si Impone limitando le libertà della borghesia, li Pcl è ancora tutto dentro la repubblica e la costituzione nella Illusione che queste possano legittimare Insieme ancora la libertà di sfruttare o la libertà di spezzare realmente la macchi· na dello sfruttamento. 2) ■ Lotta conUnua •: la crisi dello spontaneismo Cercare di definire In modo preciso e completo la llnea di Intervento politico alla Flat delle forze che si sono raccolte attorno alla • assemblea delle Mollnette • e al volantini di • lotta continua • è Impresa ardua, per Il carattere vario e sovente contraddittorio delle Ipotesi polltlche confluite nella Iniziativa. lpoteal che non hanno mal trovato una sintesi uni• tarla e che quindi hanno modificato e diversificato la linea di Intervento via via nel tempo e a aeconda della composizione del gruppi presenti dav1Ìltl alle porte della Flat. ,, ~~- ' ~- . .. : ... , ~,. L'unità d'azione dei gruppi minoritari (fatta eccezione del marxlstl•leninistl) e delle residue avanguardie studentesche è awenuta su tre punti elementari: 1 Il giudizio comune definitivamente e drasticamente negativo su tutte le forme storiche de\l'organlzzazlone operaia. No al partiti di sinistra, no al sind3cato, no al delegato operalo: sono gll strumenti del controllo c.ipitallstico sulla classe operaia. 2 L'accettazione di una piatt.:iforma rlvendlc3tiva di generico masslm3lismo sindacale centrata su tre punti essenziali: forti aumenti salariali uguall per tutti e non assorblblli dal contratto nazionale: 50 lire sull3 paga base, 50 lire sulla paga di posto: pass3gglo Immediato di categoria per tutti: rifiuto dei tempi di produzione. Il tutto unificato In uno slogan: • piU soldi, meno lavoro •. 3 L'accordo di far passare ogni proposta, di esprimere ogni tendenza attraverso l'assemblea delle Mollnette e sotto la targa unitaria di Lotta continua. Attorno a questo minimo comune denominatore, girano poi In Ubertà le ipotesi strategiche le plU svariate e opposte: Il salarlallsmo e l'economlclsmo del vecchio gruppo di Classe operala e l'antlautoritarlsmo del leaders studenteschi torinesi, ta llnea del 11 ripetitori del maggio • e quella della • lunga mar• . eia attraverso te Istituzioni •. gll operaisti rigorosi e I teorici della contestazione del ruoli professionali, I partltlstl e I movimentisti. I ricercatori della 11 scienza proletaria• e I pragmatisti eclettici alla Cohn-Bendlt. In questa poliedrica varietà e opposizione di llnee e di orientamenti. l'unità d'azione raggiunta si è rivelata essenziale e molto produttiva nel breve periodo, nel momento caldo dell'Intervento immediato nella lotta, tuttavia ha ben presto rivelato I gravi llmltl che questo compromesso fa pesare sul probleml di efficacia nel lungo periodo e di consolidamento organizzativo, problemi che possono essere risolti, in una realtà di classe complessa come quella torinese, solo nella certezza e nella chiarezza della prospettiva e della llnea politica, Tuttavia l'elemento di fondo che ha permesso l'unificazione delle tendenze e del gruppi è stato lo spontaneismo che si è espresso attorno al prlvlleglamento esclusivo e totale del momento della cosiddetta • autonomia operala •. Spontaneismo vissuto criticamente, via via che la lotta procedeva, spontaneismo andato In crisi nel corso delta esperienza dalla quale emergeva progressivamente con prepotenza l'esigenza de\l'organlzzazlone e della direzione polltlca. spontaneismo però che è sostanzialmente rimasto tale In quanto l'organlzzazlone non è stata altro che una parola Invocata (dall'autonomia all'or9,anluazlonel}. D'altra parte Il falllmento del Convegno torinese del comi- - 73

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