giovane critica - n. 21 - autunno 1969

Lo Staluto dei lavoratori in primo luogo. • Le lotte di questi mesi - !>Crive il giornale comunìsto - e lo battaglia portata da1Pci per c?nquist:ire lo Statuto dei diritti hanno fatto in modo che questa lott:i sia entrata in una fase nuova e piu avanza1.:i._ Questa fase nuova e ;>IUavanzata sarebbe costituita dal fatto che • entro questo mese il Senato sarà chiamato a di• scutere e ad approvare una legge ( ...] •. Quella dei senatori comunisti sarà • una battaglia dura • e • la possibilità che queste forze (dì destra) escano sconfitte è reale ed effettiva specialmente se si farà sentire al Parlamento la voce e la iniziativa di tutti i lavoratori •. Il secondo obiettivo va sotto il titolo • Orario di lavoro •· Non ò che i comunisli vogliano assumersi la responsabilità diretta e politica di una battaglia generale per le 40 ore. Questo spella al sindacato. Tuttavia si nota che • la rivendicazione delle 40 ore apre contemporaneamente il discorso su problemi di ordini! pili generale [ ...] •. Cioè • comporta delle scelte. dei cambiamenti profondi ne• gli attuali indirizzi produttivi, negli investimenti. nella utilizzazione delle risorse naturali [ ...] •. Dalla riduzione dell'orario di lavoro si vuole indurre la necessità della pressione operaia per la programmazione democratica. In seguito si parla delle • trattenute sulla busta paga •· Anche qui da un problema specifico si risale alla battaglia parlamentare per la • riforma fiscale • che • ogni governo in• clude nel suo programma. ma non realizza mal se noi non la imporremo al governo con una adeguata pressione •. Si conclude con il problema degli affitti. Anche qui si parte da un tema vivamente sentito per assicurare che • prosegue l'azione dei gruppi p:ulamentarl della sinistra con proposte di legge di carattere vincolisto e normativo sulle quali si sta pr:>duccndo una interessante convergenza di altre forze politiche (Aclil •. Cosi il cerchio si chiude: la lotta operala utilizzi pure tecniche piU dure e piU aggressive in fabbrica. però dentro la ( ornice sind3cale che garantisce loro uno sbocco legale: lo accordo. La rnbbla socl11lesi manifesti pure con forme di pressione piU massicce pllrché si sappia che sfociano In legittimi atti parlamentari frutto della mediazione politica. Ma se tutto ciò può andare bene sulla carta. è difficile vederlo funzionare nella realtà. Un partito operaio non costrul• sce la sua forza mllltante sulle pecche del sindacato o sulle esigenze di propagandare le riforme parlamentari. Un mllitan• te politico di avanguardia cresce e si giustifica come costruttore di lotte e di movimenti reale. come costruttore di lotte che. pur nella loro specificità. vengono colte come lotte di significato politico. Il militante politico dato in prestito al sin• dacato può organizzare vertenze sindacai! e conflitti. ma depe72rlsce e scompare come avanguardia politica. Questo sa bene Vito Damlco che nella sua relazione alla Conferenza regionale del comunlsli afferma: • E' ancora troppo presente nella pratica una posizione. secondo la quale, il nostro compito sareb• be quello di recepire soltanto. o se volete, appoggiare e tra• sferire a livello politico le implicazioni che derivano dal movimento delle lotte. Come se di ~ altri • fosse Invece il compito di promuovere la lotta, e al partito di clase spettasse solo cli portare plU avanti quello che altri hanno costruito. No! Il comunista, ovunque esso lavora, deve operare con funzione dirigente fin dal momento della costruzione, della dìrezione delle lotte [ ...] •. Ma allorn. occorre cogliere il carattere immediatamente politico della lotta oper3ia. allora occorre riconoscere che il compito dell'avanguardia politica è quello di stravolgere via via gll equilibri sindacali. di spezzare la legalltà industriale e andare. in modo consapevole e agguerrito, verso la resa dei conti tr.'.I capitale e lavoro. Ma non è questa la linea generale del Pci che propone invece di • uscire positivamente • dalla crisi con la nuova maggioranza. Alla fine non c'è altra via di uscita: una forzatura (sovente demagogica), della linea sindacai-parlamentare. Pili dure critiche al sindacato, rilancio piuttosto mitico e settarlo del duro sindacalismo di classe contro Il vertenzlalismo tecno• cratico e il fusionismo acritico del • sindacalisti moderni della Finm •. ma soprattutto prendere una riforma parlamentare. far• la diventare veramente obbiettivo di una grande pressione di massa: lo sciopero del 600000 per il blocco del fitti. Alla critica del partito i sindacalisti comunisti rispondono. a quanto riferisce la rivista Il Manifesto, in questi termini: • Se noi andiamo piU avanti. sarete In grado di indicare una strategia adeguata? •. Questo, In sostanza l'Interrogativo che i sindacalisti della Flat hanno rivolto nel corso della lotta ai loro cri• tici dei partiti di slnlstra che rimproveravano troppa timidezza nella gestione dello scontro. Una domanda legittima che è rimasta senz;:, chiara risposta. proprio perché la lotta della Flat ha dimostrato quanto la tattica e la strategia della sinistra italiana sia Inadeguata a fronteggiare uno scontro sociale di tanta acutezza •· Ma dalla fabbrica è già venuto un primo abbozzo di risposta: la nascita di un germe di movimento di massa. di assem• b!ee e di delegati che non sono rlconduclblll dentro un proget• to di riforma o di potenziamento del sindacato, Ma Il punto plU sensibile In cui la strategia del Pcl è stata colpita è rappresentato dai fatti del 3 luglio. Una lotta dura ma chiusa In una sola fabbrica, un germe nuovo di organizzazione di massa. ma isolato e frantumato offrono ancora ampi margini di recupero In una strategia parla-

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