definitivamente costituito • solo quando il partito avrà ragglun• 10 • una parte del centro • cloè Serrati ed I • terzlnternazlona• llstl • 3 1 A questo punto, comunque. va notata una massima flesslbilltà nel Zinoviev: • Se si ripresentasse in qualche luo• go una simile situazione. considereremmo dovere pili sacro di un rivoluzionario scegliere ancora la scissione • 32. Questa differenziazione tra le rispettive posizioni di Gramsci e Zinovfev può spiegarsi. secondo me. in primo luogo col fatto che era stato Zinoviev ad essere il maggior responsabl· le della scissione • troppo a sinistra • in quanto i delegati del- /'/C a Livorno. e per primo Rakosi che si riattaccava a quel gruppo dei • zmovievisti • tramite Béla Kun di cui parlò cosi spesso Lenin i'l modo molto sprezzante, in quanto Rakosi dunque aveva voluto • fare un esempio., Ispirandosi allo scacco delta Comune ungherese di cui si rendevano responsabili I •centristi• o i socialdemocratici n. Per non dire, beninteso, del fatto che essendosi effettuata. un mese prima, a Tours una scissione • troppo a destra •. si è vanamente cercato a Livorno di rettificare il tiro. Da parte di Gramsci, invece. l'aspetto destrorso di questo giudizio andrebbe forse ricollegato con la sua altitudine prima di Livorno che era consistita. a differenza di Bordiga. il quale aveva convenuto con Lenin e Zinoviev al Il Congresso di formare Il Pci. nello sforzo se non di accontentarsi di un • rinnovamento del Psi •. almeno nella scelta di una scissione che avrebbe lasciato fuori dal partito I soli rifar• misti del tipo Turati. E a questo punto. si dovrebbe anche accennare al fatto che mentre Bordfga dal ·11-18 aveva cominciato ad organizzare la sua frazione a livello nazionale, 11gruppo Ordine Nuovo si era limitato a tradurre • le rivendicazioni del proletariato piemontese. 34. Ed è precisamente su questo problema della valutazione della scissione di Livorno che va. secondo me, valutato il • leninismo • di Gramsci. Non si tratta di aHermare che la scissio• ne fosse un modello del genere. Se una scissione avvenne abbastanza bene. fu quella tedesca: e sappiamo tutte le riserve emesse dallo stesso Lenin sl;t su quella di Tours. sia su quella di Livorno. Ma la tematica della scissione - a differenza del concetto di • guerra di posizione • - rappresenta un elemento centrale del leninismo: e non basta solo rifarsi alla sclsslone storica con i menscevichi: se ha qualche senso parlare di • lenlnismo •, è appunto in materia di organizzazione. E non basta solo rimandare al Che fare?, cioè all'organizzazione In• terna del Partito. l'importante. nei confronti di un Kautsky o di una Rosa luxemburg, consiste appunto nel collegare teoria ed organizzazione. nel fare dell'organizzazione Il momento ultimo della teori~. Divent:i cosi impensabile la convivenza - come nella socialdemocrazia tedesca - di un Kautsky ed una luxemburg. Nei confronti del primo, appunto, i rapporti pos50 - sono solo essere di alleanza es1erna: fate scissione con Tu• rati. per allearvi poi con lui. Nel confronti della seconda. gli si rimprovererà di non tradurre la teoria in rapporti Interni, cioè nell'organizzazione. A questo punto. ed in ogni caso, è sicuro, per dirla con Bordlga, che • niente vale una buona scls• sione "· Come succede con Gramsci? Ebbene. dopo una certa riluttanza nei confronti della scissione: e ne è testimone il periodo dell'Ordine Nuovo 1919-1920 segnato da: 1} l'Incapacità teorica a pensare il problema del partito: 2) l'incapacità teorico. pratlc:'l di uscire dall'àmbito torinese, sia che (come ha notato l'inglese P. Allum) Torino fosse considerata come capi• 1ale del capitale ilallano, con la mancata analisi del capitale finanziarlo. sia che non vi fosse da parte di Gramsci e del gruppo ordinovista il minimo sforzo - et pour cause! - di organizzare come aveva fatto Bordiga una frazione nazionale; 3) l'Incapacità o il non volere - in questo periodo - portare la polemica antiriformista sia a livello teorlco oltre i limili della polemica antiposltivlstlca sia a Uvello po1illco oltre una certa definizione classica del riformismo Incarnata in Turati, Tre• ves o Mondolfo. senza esaminare mal casi plU ambigui e, per primo. quello di Serrati: ed a questo punto basta anche ri, farsi a Gramsci stesso. e cioè al suo articolo necrologico Il compagno G. G. Serrati e le generazioni del socialismo Italiano (14 maggio 1926). Oltre ad additare la posta di Livorno, ossia la necessità di rinunciare al binomio contradittorlo • unità del Partito •.• attività rivoluzionaria •. questo testo ci sembra Infatti presentare i veri termini della • conquista gramsciana •. e cioè, non tanto il ritorno tout court al centrismo serratiano, benché vi sia ef. fettlvamente un centrismo nella posizione di Gramsci. tra Tasca e Bordiga (per fare nomi), quanto la ripresa e la riformulazione. l'aggiornamento ad un altro livello del • serratismo •. Serrati, - e questo fu Il suo merito - spezzò la tradizione bonapartista {come dice Gramsci) del socialismo italrano, ma lo fece solo in un modo individuale ed empirico. SI tratta ora di formare • un gruppo forte ed omogeneo di dirigenti rivolu• zionarl •· A questo punto. mentre va notato che questo tema era già presente nel periodo ordinovista {e vedi pure Il rivoluzionario qualificato. in Ordine Nuovo del 20 dicembre 1919). cl si può chledere In che misura quest'esigenza di formare un nuovo gruppo dirigente vada l'oltre l'Ideologia della bolscevizzazlono promessa da Zlnovlev. E' stata appunto la bolscevlzzazione a costituire. nell'interno del vari Pc. vere e proprie frazioni votate a diventare gruppi dirigenti. Non a caso una certa storiografia si ostina a scrivere la storia del partiti come storia dei propri dirigenti; per es. avverte Spriana sin dalle prime pagine della
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