giovane critica - n. 21 - autunno 1969

- come ebbe occasione di dire E. Tagllacozzo - Ragionieri non ha affatto parlato del rapporti del Gramsci con la Terza lnternazlonele. Al che si deve aggiungere che II dibattito teorl• co, esclusi dall'lnlzlo la Luxemburg, lukécs, Korsch e ogni altro Interlocutore. si riduceva ad una specie di monologo. Eliminati dunque tutti I punti esterni al campo Italiano (e dunque non ha Interamente torto. la sinistra. nel parlare di provlnclallsmo). Il rapporto del Gramsci col marxismo della Seconda Internazionale è stato ridotto al rapporto Gramscl,labriola. Ouest'ultlmo, espressione della • massima coscienza della storicità de1 marxismo •· è stato contrapposto da Ragionieri alla Luxemburg di Ristagno e progresso nel marxl5mo. in quan• to labrlola avrebbe rlcollegato questo ristagno al problemi che Il movimento operalo ha da affrontare: ciò che. ci pare. era anche presente nello scritto della Rosa. Né plll convincente cl è sembrato Il rlcollegare la • specificazione originale della teoria della rivoluzione •, vale a dire la teoria gramsciana degli Intellettuali, • portato dell'idtologla •. alla tradizione del labrlola. Certo. si trattava anzitutto di riprendere, appena agglor• nata. la ricostruzione togllatt,ana del filone De Sanctls•labrlola• Gramsci con la parentesi crociana. Anzi. forse perché Il problema del • ritorno a Labrio1a.. è stato posto da qualcuno'· si è cercato di suggerire che, Invece di essere stato riscoperto assai tardivamente dal Pcl, con la pubblicazione soprattutto delle Lettere • Engels a cura di L. Dal Pane e del Rlazanov (Il cui nome, pur tuttavia, non figura nella prima edizione delle Lettere, del '49 è vero. né nella recente antologla de Lo Stato oper1lo), Labriola sarebbe stato sempre presente nelle preoccupazioni di Gramsci. Ciò, che a dir poco, richiede ulteriori ve• rlflche. Ma quale Labrlola? Ebbene, si tratta sempre di quel Labrlola di un tempo, che • si era opposto con efficacia alle banalità del fatalismo positivistico • 10, scontato che Il • marxismo della Seconda Internazionale • si definirebbe soprattutto per l'lnfluen• za di un positivismo accomunato In modo un po' affrettato all'opportunismo vigente. Ed anche qua. niente di nuovo: • Per dirla con Stalin, Il contenuto rivoluzionarlo del marxismo era stato sotterrato dagli opportunisti della Il Internazionale • 11• Posizione che fa troppo presto a dimenticare che fino al ·14 la posizione teorica dt Lenin non differiva In niente da quella. ufficiale. di Kautsky ma dove c'è forse l'llluslone ldeallstlca che bastano le filosofie sbagliate (positivistiche} a fare le polltlche opportunistiche. Comunque è stata l'occasione. per Il relatore, di ritrovare un concetto già posto In circolazione In apertura da Garln: quello della j)olemlca antlposltlvlstlca, lnte• 11 come se l'essenzlale di Marx fosse consistito In una polemlca. diciamo. con Auguste Comte. Preme110 dunque. con R1glonlerl, che ee vi fu, In Gramsci. .... un relalivo • rilorno a Labriola •, quesla riscoperta avvenne mercé l'influenza di Lenin {· Tra Lobriola e Gramsci c'è, insomma. Lenin •J. non stupisce che il Lenin teorico, e non solo da Ragionieri ma in tulli gli interventi, sia stato rinchiuso nella polemica • contro l'economicismo • scambiata per polemlca anti• positivistica, né che si sia rimproverato a Bordiga. nel suo Lenin nel cammino della rivoluzione. di aver troppo Insistito su Materialismo ed empiriocriticismo, che. nell'àmbilo del Convegno. costituivo appunlo una smentita drastica al • Lenin crociano • che si voleva presentare 11• Si tra11ava. si. di ricostituire. secondo le parole di Ragionieri. • l'esatta lettura di Lenin In Gramsci •, ma di non dimenticare chi fu veramente Lenin: l'3vversarlo accanito del poslti• vlsmo di cui - dallo stesso Ragionieri al Garin, il quale non ha esitato ad asserire che Gramsci avrebbe polemizzato contro • un certo Lenin • - tutti hanno convenuto di parlare. oppure quello che, con Lo sviluppo del capitalismo in Russia, si impegna in una ricerca di cui furono incapaci (non volendola forse) tutti gli antlpositivlsti di filiazione crociana? l'autore dl Due tattiche a cui si rifà il profilo di Lenin pubbllcato sullo Orjline Nuovo oppure. come nel testo di Bordiga, quello di Stato e rivoluzione e de L'lmperiallsmo? Non a caso. invece, questa rivalutazione da parte di Gram• sci di Due tattiche per aver • preconizzate fin dal 1904 la nuova politica economica•, cioè la Nep. E qua, basta rifarsi allo stesso Gramsci: Due tattiche rappresenta questa • vecchia mentalità .. che Intendeva • solo stabilire una dittatura politica del proletariato olleato al contadini. la quale servisse d'Involucro allo sviluppo del capitalismo •· mentre si sviluppa una nuova mentalità quando, nel 1917, • Lenin e la maggioranza del partito era pas~ato alla concezione di Trotsklj • il quale, • polltlcamente pili a sinistra del bolscevichi ( .. ] riteneva che In Russia potesse verificarsi una rivoluzione socialista e operaia• u. Ouesto va ricordato, s'intende, non per • scoprire ipotetici avvicinamenti• tra Gramsci e Trotskij ''• ma per dire non solo che la scelta del Gramsci negli anni '23-26 è stata scelta consapevole del • ritorno alta vecchia mentalltà • cot rifiuto conseguente del • maggior Intervento dell'elemento operalo nelta vita del partito e una diminuzione dei poteri della burocrazia • richiesti dalla opposizione - e In questo ha ragione Ragionieri di Insistere su • l'adesione Indiscutibile che Gramsci dette alla politica di Stalln • 15 -. ma anche per sottolineare che la • let• tura di Lenin in Gramsci • non è stata necessariamente quella del Lenin teorico della rivoluzione. né, anzitutto, una lettura scevra di preoccupazioni tattiche o occasionali. Giustamente ha constatato P. Spriana che I Ou1deml rappresentano una rlflesslone autocritica sullo scacco del periodo di vita attiva. - 47

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