giovane critica - n. 21 - autunno 1969

della coltctt1v1tà della ricerca storica. cioè de1 suo legame organico con il movimento operalo. Le lottP. di massa degli ultimi anni hanno riscoperto e rilanclato il ruolo rivoluzionario del proletariato del capltallsmo industriale: il • lavoro operaio • ha dato prospettive di ripresn politica e organizzativ.i l"ll movimento operaio e lmpegna su vari fronti le mlgliori forze dell'ultima generazione polilica. lo non credo alla funzione rivoluzlonaria di uno studioso. supponiamo. che fa il picchettaggio e che poi conduce in proprie ricerche filologico-qu3ntitative per la carriera universita• ria: come non credo alla funzione rivoluzionaria dello studioso che burocraticamente e illuministicamente pretende di condurre le masse in base alle sue analisi filologiche sui testi. Figure di studioso abbastanza vecchie, opportuniste e filistee. che abbiamo visto non solo nella organizzazione tradizionale ma an• che tra la contestazione di questi anni. Come è rivoluzionario l'operaio che lotta e organizz3 sul posto del suo lavoro contro il suo padrone: cosi credo che figura di studioso rivoluzionario sia colui che armonizza il suo lavoro con lo stadio problematico e politico cui sono giunte le lotle operaie. contro il fronte della organizzazione culturale della scienza borghese. Naturalmente questa armonizzazione non è sempre facile e pacifica. Non è data. vn creata Quando alcuni anni fa i processi di nuova organizzazione in atto nel movimento operaio diedero una indicazione metodologica anche alla storiografia. nel senso che In costrinsero ad uscire diii formalismo e dal1o strutturalismo litologici: chi si batteva perché si passasse dallo stadio delle definizioni delle strategie e dei processi oggettivi che era stato certamente efficace contro il filologismo minoritario e contro il nazionalepopolare; chi si batteva perché al centro della ricerca fossero i problemi del potere di classe nel capltallsmo industriale con la ricchezza e complessità con cui venivano avanti - nodo in cui e partito e classe e struttura e rivoluzione perdevano 1a fissità storico-oggettiva per essere immessi ne1 dinamismo delle nuove forme di lotta e di organizzazione -: chi si batteva perché si cogliessero queste indicazioni era considerato fuori tempo e non era capito. Sarebbe stato certamente pili :illa moda se avesse teorizzato la scomparsa del1a'classe operaia, la flne del suo ruolo rivoluzionario trasmigrato nei privilegiati e nei derelitti del sistema e quindi le partenze per il Vietnam: se avesse fatto della filologia su Lenin, su Mao ecc.: se avesse cioè teorizzato tante cose che gruppetti marginali hanno teorizzato e poi si sono anche rimangiate in fretta. 42 - Ma difficoltà e incomprensioni. anche se di altra natura. si riscontravano pure dall'interno del movimento operaio ufficiale dove una politica culturale maggioritaria conferma sostanzialmente ed anzi porta alle ultime conseguenze una impostazione che abbiamo criticato: e dove una politica culturale alternativa stenta a venire avanti con la sistematicità e !"autorevolezza di chi ha saldato compiutamente un fronte di lotta da quello politico a quello sindacale a quello teorico. Chi ha guidato la crescita di una storiografia di classe - che a quest.i specificazione voglia dare un significato politlcamenle operante per Il movimento operaio e non semplicemente mobilitalivo - non sono state né le Idee degli Intellettuali della contestazione che deducono il reale dal processi del loro cervello. nè le filologie oggE"ttive dello scientismo e dello strutturalismo. non le indicazioni dei gruppi dirigenti che mediano i vari stadi degli schieramenti e dell"organlzzazione, ma Il Ilvello pili alto e pili avanzato della organizzazione e della lotta. l'egemonia che queste riescono a imporre a tutto Il movimento. il livello piU avanzato raggiunto dalla realizzazione del potere. Le lotte di questi anni non sono lotte spontaneistiche, anche se possono assumere aspetti Imprevisti e di spontaneità: non nascono cioè necessariamente e naturalmente da date contraddizioni, da date oggettività. Correnti politiche del movimento operaio avevano lavorato e venivano lavorando In quella direzione per suscitarle. sostenerle, darle uno sbocco di potere. Queste correnti sperimentavano ovviamente nella realtà nuova una concezione dell'organizzazlone e del potere di classe che sapeva lavorare politicamente nell'oggi, come pure recuperare, rinnovandolo alla luce della esperienza recente plU avanzata, Il passato di lotta del movimento operaio. Ecco perché una storiografia che portava In primo plano I problemi politici. economici e organizzativi del proletarlato della fabbrica moderna come centro della lotta contro Il meccanismo di sviluppo capitallstico; che portava in primo plano i probteml politici. economici e organizzativi del potere di classe nel capi• talismo industriale. non era unD storiografia lontana da11apolitica milltante. staccata dai processi rivoluzionari in atto nel movimento operalo. ma anzi si batteva in quella stessa linea strategica del • lavoro operalo • che punta non sul parlamento ma sulla fabbrica.società. non sulla alleanza ma sul movimenti di massa. non sulla riforma ma sulla costruzione dei contro. poteri. non sullo studio filologico o strutturalista ma sullo studio che è frutto delta lotta e suscitatore della lotta. Stefano Me,11

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