giovane critica - n. 21 - autunno 1969

e di democrazia diretta che era pur sempre, anche se minoritario, nella elaborazione del movimento operéliO. Ovind1 11problema centrale. impelle,He. per me era quello d1 battersi su un Ironie d1 lotta che ricercava una risposta alla crisi del "SGe la cercasse anche riscoprendo nel movimento operaio una teoria e pratica di classe e non quello d, battersi in difesa di una concezione naz1onale•popolareche era quella che stava entrando 1n crisi. non tanto per te obbiezioni di Romeo che erano un attacco da destra con aspetti anche validi ma che non indrcavano certo sbocchi risolutivi; ma di lavorare all'interno della crisi internazionalistica e all'Interno della dialettica unitaria per riscoprire, potenziare, portare avanti a tutti i livelli dal politico al teorico quei momenti di ricomposizione di classe che avessero in sé una diversa concezione dello sviluppo capitalistico e quindi una diversa concezione della lolla. Ho detto che il Romeo pili pericoloso è il Romeo seconda maniera perché trova la s1oriografia marxista in ritardo per una risposta su questo terreno, che è un terreno centrate per spiegarci 11perché del risveglio operaio nei paesi cosidetti di capitalismo avanzato. Ma anche questa volta è un Romeo in ritardo sui tempi perché le sue teorie, proprio nel mentre le recepisce e te divulga, stanno entrando in crisi non solo nella patria. cioè l'America, che le ha messe in giro, ma anche in Europa, in Italia, come dicono le lotte operaie in corso. b) Tutto sommato non credo che l'avversario pili pericoloso per una storiografia di classe sia oggi Romeo, anche perché il suo legame con la destra italiana è molto mediato, è pili un legame da intellettuale vecchia maniera che tiene alla propria autonomia da papa laico che non un rapporto politico vero e proprio. L'avversario pili pericoloso oggi è quello che ha dato dignità scientifica - a livello sociologico. economico, storiografico ccc. - al riformismo; lo ha tolto dalle mani del vecchio socialismo umanitario e delle aristocrazie operaie e ne ha fatto la scienza della previsione economica. cioè della cosidetta • pia• nificazione democratica •. I Ferrarotti, gli Onofri. i Gulducci, i Caracciolo, i Cafagna ecc. e le loro rappresentanze politiche da Nenni a La Malfa a Lombardi a Giolitti, oggi devono impegnare la soclotogia, la economia e la storiogtafia marxista, perché essi sono molto pili pericolosi nella misura in cui un moderno riformismo di massa è pili pericoloso della vecchia destra. Ed infatti una risposta a Caracciolo, a Cafagna ecc. è molto pili difficile da dare che non a Romeo, perché il loro rifar• mismo non è un riformismo volgare ma nutrito di scienza economica, perché è un riformismo non d'élites, di aristocrazie ope. raie, ma di massa e in questo senso va al di là dei limiti stret• tì dei loro partiti per avere eco e incidenze anche nel movimen38 - to operaio; perché essi non sono staccati da forze politiche ma anzi organici con forze politiche che sono o premono sul governo e su un sellare, quello pili din;unlco e avanzato (quello pubblico ad es.), del capitalismo italiano; perché sono flliazione diretta delle forze politiche e teoriche del laburismo internazionale. Ed è questo ultimo un punto molto importante per spiegar• ci la matrice del loro progrnmmismo e nello stesso tempo la loro attività di Introduttori di testi del socialismo anglosassone. Dalla teoria della scomparsa della classe come classe ge• nerate e della scomparsa delle aristocrazie operaie nella classe operala tout court dei paesi capitalisticamente evoluti - cioè dal superamento di Marx e di Lenin -. si arriva al superamento del concetto di rivoluzione. Dice Cafagna: • I socialisti di tutte le tendenze debbono l:bituarsi a pensare in termini di sopravvivenza di rapporti di produzione capitalistici. Non sta qui la cosa pili importante. bensl nella costruzione di una tra• ma istituzionale che diffonda l'elemento pubblicistico in tutte le manifestazioni di attività rilevanti dal punto di vista sociale •. Alla teoria della rottura rivoluzionaria viene sostituita l'ideologia del controllo supremo sulle principali istituzioni nazlonali da quelle politiche a quelle oligopolistlche. Cioè a Marx viene sostituito Strachey, il teorico laburista della trasformazione indolore (attraverso questo controllo pubblico e democratico) del capitalismo al socialismo. E Strachey è appunto la fonte da cui si è nutrito il neo-anticomunismo dei teorici e dei politici della • planilicazione democratica •. del socialismo umano, della fabbrica come comunità. del centro sinistra avanzato ecc. • L'unico modo - dice Strachey - per sconfiggere defini· tivamente i comunisti è quello di effettuare questa Indispensabile trasformazione con mezzi democratici •. cl Bisogna vedere ora In che misura la storiografia mar• xista ha fatto fronte ai problemi che ha posto la rivoluzione industrlale e la proletarizzazione di massa. SI tratta infatti non solo di problemi econometrici, dello svi. luppo economico. ma di problemi sociali e polltlci che investono anche la funzione del movimento operaio tradizionale e lo costringono a impostare in modo diverso e nuovo Il problema dei rapporti tra la organizzazione a i nuovi fenomeni di massa. Devo subito dire (sono costretto a parlare a schemi e quindi a essere rozzo e sommario nel giudizi) che Il contrad• dittore dei Romeo e dei Caracciolo non può essere a mio avviso il marxismo gramsciano. Il marxismo gramsciano in storiografia ha avuto questo sviluppo: rispetto al vecchio operaismo o al vecchio evoluzionismo ha scoperto Il concetto di potere. dl partito, ma 11potere e Il partito erano concepiti In modo bolscevico-giacobino, In modo

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