giovane critica - n. 21 - autunno 1969

dustrlale, ha mollato l'Idealismo hegeliano che per un certo periodo - o su posizioni liberali o fasciste - ne aveva giustificato il suo potere come razionale e necessario, per scoprire, In modo diverso certo e con diversa funzione, le vecchie scienze oggettive In grado di caplre e soprattullo di imbrlgUare I nuovi fenomeni di massa che la sua rivoluzione aveva suscitato. Si spiega cosi Il ritorno Impetuoso della soclologla da noi e come questo ritorno sia stato un fatto moderato quando non conservatore: come pure perché la borghesia abbia riscoperto le scienze che erano state del positivismo progressivo ma facendone owiamente una utilizzazione conservatrice. Ecco perché la borghesia ha scoperto o Introdotto tutte quelle scienze e quella letteratura che gli insegnavano come controllare I nuovi fenomeni di massa. come controllare e organizzare scienti• flcamente (cioè sia da un punto di vlsta polltlco che del pro. fitto) la fabbrica moderna. come creare la gerarchia e la di· sclpllna di fabbrica con i suoi ufficiali superiori e subalterni p~r domare e guidare l'esercito operalo. la borghesia Italiana nel dopoguerra, vinta la battaglia poli• tica per la sopravvivenza prima e quella economica per la ricostruzione e lo sviluppo Industriale poi. ha dato battaglia anche a livello delle ideologie, ha cercato di liberarsi del croclaneslmo che non le serviva piU, ha adottato o rinnovato scienze sociali, si è creata tra l'altro ad es. una storiografia che Illustrasse le ragioni e I mili dl una Italia unica nazione • democratica • e unica nazione • Industriale • proiettata nel Mediterraneo. Voi avete già discusso nel vostro corso le tesi sostenute da Romeo anni fa in polemica con la storiografia marxista e che molti ritengono un punto che ha provocato una svolta di Indirizzo nella ricerca sul movimento operaio. lo non le rlten• go altrettanto Importanti, come non ritengo che la discussione che ne sagul rappresentasse Il livello plU alto raggiunto dalla metodologia marxista. Quindi se ora ne accenno qui non è che lmprowlsamente creda che te svolte e I livelll di ricerca in storiografia prescindano dalle svolte e dal livelli della lotta di classe. ma anzi per sostenervi che queste tesi e questa discussione erano In ritardo ormai sul tempi politlcl e che pertanto esse a mio awlso non hanno significato altro che questo: sfl. ducla nella capacità della storiografia di classe di rinnovarsi seguendo I tempi del processi end0geni all'Interno della classe operala e dello schieramento di classe nazlonale e lnternazlona1e; sostituzione a una visione di classe. che vede anche la scienza storica come aspetto del potere operalo. una visione nazlonale che si nutre di osmosi eteronome. Ma Romeo dopo aver spiegato la accumulazione con una ridistribuzione di ricchezza da un settore capltatlstlco a un altro settore capltalistlco e quindi usando formallstlcamente (cioè non nel senso marxiano) il concetto di accumulazlone prlmitl• va. ora porla un attacco dirette alla concezione marxiana della accumulazione negando Il concetto di sfruttamento. e quindi inserendosi nelle concezioni 3mericanoidi delta fine delle classi con l'avvento della grande società industriale. Direi che il Romeo piu pericoloso è questo Romeo seconda maniera, anche se owlamente vi è collegamento e sviluppo Ira l'uno e l'altro. Ml spiego. Devo confessare che quando vi fu la polemica Romeo-Sereni lo rimasi un poco indifferente a questa vicend3 che da molte parti si riteneva. come ho detto, che dovesse dare uno scrollone e mandare all'aria dieci anni di ricerca e tutto una concezione di lavoro storiografico. Rimasi un poco indifferente perché ml sembrava - anche se ovviamente allora non ne vedevo i limiti con la chiarezza con cui Il vedo adesso - che Romeo fesse arretrato rispetto al problemi che ci ponevamo come storici di classe. che anzi Romeo e Sereni si stessero battendo su una trincea che il fronte tendeva ad abbandonare. Romeo era un liberale crociano della generazione del dopoguerra, di quella generazione che del crocianesimo aveva vissuto non gli splendori ma le miserie e te sconfitle e gli sembrava di toccare Il cielo con un dito ritenendo di avere sco. perta finalmente la chiave scientifica (cioè economica, nella sua concezione) per battere il maggiore responsabile della cri• si crociana e cioè i1 gramscismo. la concezione gramsciana dello sviluppo della storia italiana moderna. Però a Romeo sfuggiva una cosa mollo importante e che cioè quando scriveva il primo del suol saggi sulla storiografia marxista del dopoguerra. Il fronte di classe era già in movimento rispetto al parametri polltlcl cui egli si riferiva. Eravamo nel '56, anno cruciale perché. tra le altre cose che si sanno, portò a maturazlone diverse posizioni che già covavano all'interno del movimento operalo e Innanzi tutto mostrò per la prima volta, all'Interno del fronte marxista, aprirsi crepe nella concezione gramsciana almeno (per allora) nella interpretazione che ne aveva dato Togllattl. A Romeo sfuggiva che quando nel '58 scriveva Il secondo saggio sullo sviluppo capitalistico In lt3· Ila. all'interno del movimento operalo era già avviata ad es. la discussione sulla funzione e 11ruoto di una polltlca unitaria di classe che si poneva In alternativa a una politica delle riforme fino allora praticata dal movlmento operaio e alla quale egli faceva riferimento polemico; era già avviata una discussione sul problema del potere nel capltallsmo Industriale come controllo operalo sulla produzione e come costruzione del contropotere sul luogo di lavoro e nella società; era già awlato tutto un lavoro teorico. che a lui borghese e accademico sfuggiva. che veniva costruendo una strategia con il bagagllo consiliare - 37

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