giovane critica - n. 21 - autunno 1969

raie negli anni '60 cioè in modo nuovo il problema del potere nel neo-capitalismo. Gli studi che ho fatto sulla riscoperta del filone unitario di classe nel socialismo italiano: sulla problematica formativa del gruppo dirigente gr.imsciano e sulla sua politica di massa: come pure i contributi metodologici che ho ritenuto di dover portare nel sct1ore della org.inizzazione storiografica e della preparazione politica dei quadri muovevano tutti in quello direzione. Ovviamente questa non era una ricerca solitaria che nasce• va e si sviluppava nella mia officina artigiana: ma era una ri• cerca che crescevJ in collegamento dialettico (e quindi con Incontri ma anche con contrasti e rotture) con altre ricerche e con altre iniziative (nella mia biografia ideate ad es. ha significato molto avere lavoralo con R. Panzierl intorno al problema del mor.mdismo e della politica di classe. anche se questo comune lavoro ci portò poi a scelte autonome). Era una ricerca che soprattutto cresceva in collegamento con i processi endogeni che avvenivano nella classe operaia e nei movimento operaio e che portarono in seguito ad es. alla autonomia partitica della corrente socialista di sinistra che avevo studiato: che portarono sopratlutto al risveglio del proleta• riato industriale negli anni '60 che per me hanno significato molte cose: dalla presa di coscienza di una usura del partito storico di vecchio tipo a quella di nuove possibilità di organizzazione delta classe, alla presa di coscienza di un tipo di capi• talismo che non era pili quello straccione della stra1egia nazio• nale-popolare. Era una ricerca che teneva presente il valore metodologico generale della esperienza italiana della politica unitaria specie nel momento della rottura lnternazlonale del movimento operaio: fenomeno per noi nuovo e sconvolgente che portò per contrasto a valutare la unicità della nostra politica unitaria. che se evitò al proletariato italiano il mlnoritarlsmo delle posizioni trotzkiste prima e del terzomondismo di Importazione poi. nello stesso tempo portò a scoprire nuovi metodi di lotta e nuovi alleati nelie forze sociali che maturavano e ponevano proble· ml di potere. Faccio esempi un p'o• grossolani ma per questo anche pili comprensibili: venivano in primo piano indicazioni metodologiche e politiche da1 Gramsci consiliare e dat Morandi della democrazia diretta come indicazioni di lavoro per la elaborazione di una concezione del potere in una società pluralista e di capitalismo industriale: il Mao delle contraddizioni all'interno del popolo spamwa via la concezione del partito e del potere delle Questioni del leninismo di Stalin, come il Fanon del Oan• nati della terra quella che usciva da Ceto medio e Emilia rossa 36 - di Togliatti (tanto per fare un es.). il testo sul quale si erano formati tanti quadri • di tipo nuovo •. 6 Praticamente ci trovJvamo di fronte a questi falli: crescita quantitativa della classe operaia con la proletariz- • zazione di nuovi ceti sociali che venivano cosi risvegliati dall'assentelsmo o da una posizione subalterna: insofferenza e inquietitudine delta tr.idizionale base operaia per una organizzazione ferma al periodo frontista e difensivo e Indifferentismo dei nuovi ceti proletarizzatl senza tradizione di organizzazione e di lotte per la organizzazione storica; una ri• strutturazione del capitalismo nazionale e internazionale e quindi la formazione di un padrone e di una fabbrica di tipo nuovo. Parallelamente a questi fenomeni sorgevano teorie spon1aneistiche che vedevano la rivoluzione imminente. che hegelia• namente facevano coincidere la classe con 1acoscienza di clas• se e quindi eliminavano con una operazione intellettuale decenni di organizzazione e di lotte. con il rischio (per ora solo mentale) di lasciare la classe disarmata di fronte all'avversario; dall'altro teorie - sia di destra che di sinistra. qui non importa distinguerle - che liquidavano ogni ruolo e funzione rivotuzlonaria at movimento operaio industrializzato facendo o dell'americanismo o del terzomondismo di importazione. C'era inol• tre un risveglio verbale delle teorie delle diaspore comuniste o almeno di certo comunismo storico commemorativo, secondo cui bisogna lavorare filologicamente sui testi. studiare meglio questo e quello. ritornare a questo e quello, a qualcosa di incorrotto delle origini per sapere che cosa si debba intendere correttamente per Partito. Rivoluzione. Stato socialista ecc. Accanto a tutto questo bisogna inoltre aggiungere una ulteriore crescita e un ulteriore frastagliamento di teorie mino• ritarie, alte quali non accenno perché non voglio fare la storia delle idee degli anni '60. Ml limito a vedere come i fenomeni politici e economici di massa. cui ho brevemente accennato, venivano o non venivano recepiti nella storiografia. in che senso la Investivano suscitando nuovi problemi e nuovi Indirizzi di ricerca. quali Inoltre erano le correnti storiografiche che si ponevano i problemi di una rivotuzlone industriate e come se 11ponevano. al La borghesia nel suo processo rivoluzionarlo ha creato le sue scienze giustiflcazlonlste o esplicative che le aprivano la strade nel nuovi fenomeni della realtà e nello stesso tempo spiegavano il significato universale delta sua rivoluzione. Oueste scienze furono la economia, la sociologla. la storiografia. ecc. e in genere le scienze sociali. La borghesia italiana, di fronte alla seconda rivoluzlone ln-

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==