del professionisti della storiografia ma quelli del militantl di classe e che vedcv3no nella storiogr.ifia del movimento operaio un aspetto del legame tra le avanguardie e le masse, un aspetto della lotta contro le ideologie borghesi e quindi un aspetto non secondario del problema del potere. Di questa storiografia veniva svirillzzato il nucleo centrale che la sosteneva, che era cioè una concezione del potere di lipo leninista con i significati positivi e limitativi che questa posizione aveva allora nel periodo della guerra fredda: al centro della ricerca poneva infatti. non la storia costituzionale - tanto per fare un es.: il che poteva avvenire sia con una concezione di tipo democratico come socialdemocratico -. ma il movimento operaio e i suoi istituti di classe. Anche se - ed ecco un limite - era un lenlnismo per cosi dire staliniano, cioè phi attento alte istituzioni, ai dirigenti, alte strategie, alla burocrazia (In senso non deteriore) che non al rapporto dialettico tra il pa:tito e le masse e alla capacità del primo di tradurre in livelli di potere i movimenti che si determinano all'Interno di queste ultime: ed Inoltre era un leninismo plU illustrativo e giustificativo che creativo e pertanto poco senslblle alla necessità di far fronte a11e scienze borghesi della società con una scienza operaia critica della ideologia borghese nel suo complesso ed inoltre poco sensibile a stabilire un rapporto dialettico-crltlco con la dirigenza del movimento operalo e quindi ad applicare creativamente Il marxismo anche alte società socialiste in formazione. Era In sostanza una storiografia che si realizzava compiutamente nella politica, la quale er.i però delegata al gruppo dirigente maggioritario di cui si metteva al servizio considerandosi uno dei suoi canali di trasmissione della politica di massa. Si spiega cosi, tra le altre cose. come questa storiografia. o meglio l'ala maggioritaria nazionale.popolare di questa striografia non reagi a una operazione apparentemente paradossale che la decapitava come embrionale storiografia di classe e la disperdeva nel mare della storiografia di tipo democratico: Infatti. anche se pub sembrare paradossale, ma non lo è. proprio chi portava avanti questa operazione che cl decapitava era la polltlca .culturale del Pcl. era Alleata, nel qua• dro di una conr.ezlone. che lo ritengo sbagliata, della politica democratica delle alleanze. Movimento operaio ha subfto prima una trasformazione e poi è morto in questo quadro polltico. sacrificato al problema di una alleanza con la storiogr3fia, chiamiamola cosi. demo• cratica. Unitamente a Movimento operaio ha subito una trasfor• mazione che avrebbe dovuto portarla nel giro di pochi anni alla sclerosi e poi alla morte. l'organizzazione degli studi 34 - che si muoveva attorno a Movimento operaio e che poi ebbe un seguito negll Annali dell'Istituto Fcltrinelli e nell'attività di questo istituto. L'Istituto Feltrinelll - che con l'avallo del partito ha man• giato tante idealità. energie e sacrifici di uno generazione che della ricerca aveva fatto un'arma militante per il soclallsmo - non è mai stato altro in effetti che una spesa di rappresentanza del suo presidente. al punto che a un certo momento per esigenze padronali ha avuto anche bisogno dell'avallo di una benedizione pastorAle dell'allora arch1escovo di Milano. Questa degenerazione op9ortunistica e padronale si è ve• rificata ovviamente con il passaggio da un tipo di gestione partitico-burocratica (dove un controllo dl base per quanto mistificato e indiretto era pur sempre presente) a un tipo di gestione manageriale che non ebbe pili niente a che vedere (anche se si continuò ad accreditare !'equivoco) con una organizzazione culturale di sinistra per quanto burocratica: ma i germi erano presenti già lontano In un Indirizzo politico che avallavo e .iccreditava operazioni a11eanzistiche sopra le es!• genze e le lotte del movimento degli studiosi. La fine falllmentare dell'lstltulo Feltrinelli. li giudizio criti• co che dobbiamo dare di altre Iniziative o di partito o di mecenatismo di sinistra. pone un grave problema al movimento operaio. che si accentua e diventa drammatico in un momento che. accanto alle difficoltà dì rapporto con le nuove generazioni Intellettuali. vede una accentuata capacità captativa e trasformi• stica dello Stato borghese e del monopolio. Alla degenerazione. alla crisi. al trasformismo non è possibile rispondere né con la risposta aggiornata di una organizzazione diretta dall'alto che non superi creativamente una politica culturale che ora viene perdendo l'egemonia e che è contestata da sinistra. né con Iniziative di base scollegate tra loro e con 11movimento operalo. per cui non diventano politica di massa, né con un aperturismo che nel mentre mostra la volontà di evitare vecchi errori burocratici in effetti si copre di un alibi per Il proprio disimpegno. Se oggi Il concetto di autonomia non ci è piU sufficiente, negli anni attorno al '56 esso ebbe oltre che un valore poliIleo un valore organizzativo per la storiografia del movimento operaio, come aspetto d1 un rapporto rinnovato tra la creatività e l'autonomia di base e il gruppo politico dirigente. Un esempio di autonomia, sul plano degll studi storici. fu allora realizzato con la creazione della Rivista storica del socialismo nel clima politico post-56 nella incipiente crisi di una concezlone burocratica e sub31terna del lavoro teorico. Parlando del concetto di autonomia ho presente la neces• sità di una risposta allo zdanovlsmo, ma ho presente anche gli equivoci cui il concetto si è poi prestato. per cui non vor-
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