giovane critica - n. 21 - autunno 1969

nuova (anche se oggi è quasi completamente dimenticato dal giovani), non tao,to come creatore, come teorico. ma come organizzatore, come Intellettuale collettivo. Le antologie del suol scritti ora pubblicate, non danno pienamente la misura delta sua personalità e del suo valore: lasciano fuori a mio avviso la parte pili valida della sua lotta. Non è nel suol scritti let• terari e nemmeno In quelli sul Mezzogiorno che si possa andare a ritrovare Il vero Alleata. ma bensl In quel grande lavoro di organizziulone della cultura marxista (che ora Il suo Partito lascia In ombra perché lo ritiene credo storicamente superato) che aveva portato Il partito comunista ad essere l'egemonlzzatore della cultura marxista e democratica italiana. Una alione ideale a culturale, diceva. non può essere delegata ad !ntellettuall per quanto marxisti. " Dovunque esiste una cellula del partito comunista, U esiste, là deve esistere e operare una parte di quell'inte11ettuale collettivo della classe operaia, che è il partito comunista. come Gramsci cl ha Insegnato •· In questa digressione spero siano usciti chiari tre punti: 1I la validità e Il valore di una concezione organica della orge· nlzzazlone e della lotta operaia; 21 l'aspetto burocratico e meccanico che essa ha avuto a volte nella pratica del partito rivoluzionarlo di vecchio tipo: 3} la matrice politica e metodologica che sosteneva la teoria e la cultura marxista e, per quello che qui cl riguarda. la storiografia del movimento operalo, e che era riferibile alta strategia delle riforme portate avanti attraverso la creazione di un blocco storico di forze nazionali. democratiche e progressive. 4 I prlml studi sul movimento operalo In questo dopoguerra sono appunto nati e si sono sviluppati In que1 sta triplice direzione. Certo ora ne vediamo bene I llmltl; ma nella maggioranza del casi erano anche I limiti di giovani di 20 •30 anni che avevano dietro di sé il deserto, che dovevano ricostruirsi dal nulla strumenti di lavoro, testi e documenti (salvo poche eccezioni, come ad es. Sereni. di una generazione precedente, che poteva usufrulre di una precedente formazione marxlsta,fenlnlsta acquisita nella Illegalità o Cantlmori che proveniva da altre esperienze culturali). Ma bisogna anche tenere conto di alcuni risultati definitivi: che la cultura crociana perdé la sua egemonia, specialmente sulle giovani generazioni: che quella accademica cadde nel discredito polltlco e scientifico per la sua compartecipazione al potere con Il fascismo e per la sua lnsensibllltà e Incapacità ad affrontare I probleml soclali nuovi che la Liberazione aveva aperti; che Il movimento operalo superò sia !'oggettivismo che l'umanitarismo positivisti e si Interrogò In modo pili scientifico sui perché di alcune sue sconfitte storiche e pose le basi per una ricerca storico-teorica sulla concezione del potere. Oul vengo al punto. Anche se può sembrare strano, ma non lo è. te cntlche che vennero a questa storiografia dagli • alleati di strada • (come si chiamavano allora) o anche da studiosi estranei al movimento operalo. non riguardavano la concezlone del potere che questa storiografia portava avanti {forse perché il nazionale-popolare accontentava molta gente). ma bensf il metodo con cui la portava avanti. Gente che era stata In Francia con una borsa di studio e che veniva a contatto con la storiografia borghese francese. tornava e ti diceva: si va bene; ma con che metodo vuol fare questo? Quindi c'era chi voleva una specie di marxismo acculturatore (per usare un vocabolo che venne fuori pili tardi]. interdisclpllnare, eclettico. che si nutrisse delle scienze nuove della società neo-borghese. senza capire che queste scienze non erano oggettivo e autonome (e quindi a disposizione di tut• ti). mo erano solo l'aspetto parcellare di una concezione politica che reagiva nella sua globalità allo storicismo perché considerava se stessa come lo stadio definitivo e non pili tran• sltorlo delta organizzazione sociale. C'era poi chi voleva sprovindalizzarcl. scorporatlvlzzarcl. cioè portarci alla storia generale, che era considerata la grande storia, la storia non pii.i settoriale e corporativa come quella del movimento operalo, ma quella che veramente portava alla consacrazione scientifica della cattedra. E qui si Inseriva una giustificazione Ideologica. Si Inseriva una concezione parlamentarlstlca dell'utlllzzazlone dell'Istituto borghese, per cui la valldltà del marxismo sulle Ideologie borghesi era vista nel crescente numero di cattedre che si veniva conquistando. Quindi la prima generazione di storici marxisti viene pacificamente sostituendo nelle università la generazione crociana, liberate. monarchica. fascista, clericale ecc. che va In pensione portando. in piena rivolta studentesca, non l'apporto di un movimento eversivo ma un apporto tecnico al progresso della S<:lenzastorica nonché un apporto democratico all'lstltuto borghese della università. Per tornare alle discussioni sul metodo. risulta perciò chla• ro che erano discussioni mistificate che coprivano una concezlone democratlclstlca. Interclassista e genericamente progressiva della lotta poolltlca, tanto pili che questo famoso metodo era poi degradato da metodologia (sulla quale non avvenne mai ricerca e dibattito) a semplice tecnica di ricerca. In effetti si decapitava la storiografia del movimento operalo che si veniva quallflcando come storiografia di classe, se ne disperdevano quadri che erano In larga parte quadri polltlcl. medi e Intermedi, legatl alle organizzazioni di massa e che quindi giustamente sentivano fortemente non I probleml - 33

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