giovane critica - n. 21 - autunno 1969

stare con il loro denaro. Come potevano allora essere indotti a vendere. e a vendere, per giunta. non sul mercato libero ma allo Stato? Il metodo scelto fu Il piu sped1t1vo: chiusura dei mercati, applicazione di pressioni .amministrative, assorbimento dei surplus monetari. e tutto ciò non poteva avere come obiettivo solo I kulak ma precisamente la grande maggioranza dei contadini. S1 trattava di misurn molto serie: e fu indubbiamente un periodo di crisi. particolarmente sul venire dell'estale, du· rante la seconda ondata dl misure di emergenza. che erano state introdotte dopo che il plenum di Aprile aveva in effetti promesso di por loro fine. Dal momento che la crisi fu inaspettata è ovvio che questa • svolta a sinistra .. da parte di Stalin non era una linea che era stata ben pensata a priori ma una serie di passi det• lati dalle circostanze. Questo è un lineamento cara:icristico della storia dei • balzi in avanti • sovietici e delta politica di Stalin durante questo periodo. In ogni caso. una volla che il regime fu impegnato in raccolte coane e In misure repressive, l'effetto avrebbe potuto essere solo quello di aggravare la crisi col mettere a punto una reazione a catena che d"cra !nnanzi dettasse la politica e la confermasse nelle crescenti linee radicali che essa doveva seguire sino al • dénouement • dell'inverno 1929/30. Ma sarebbe sbagliato guardare al grande balzo alla fine del 1929 come concepito tutt'intero all"ultimissimo momento. Perché. in un certo senso. la decisione di intraprendere la col• lettivizzazione glob.ile aveva le sue radici nella • crisi del grano • all'inizio del 1928. Le idee di Stalin sulla politica germinarono durante il periodo di collaudo di ques1a crisi. sebbene soltanto nell'essenziale, perché in quella fase egli si occupò soltanto di una politica a breve termine di obiettivi moderati, ma in ragione della crisi C'rescente egli fu costantemente obbligato a estendere gli obiettivi che aveva esposto all'inlzio dell'anno. In effetli. la • crisi del gr.ino • fu di importanza croci.ile nel modellare gli eventi futuri, fra le altre ragioni perché Sia• lin derivò da essa un'intera serie di nuove conclusloni e gli elementi di un nuovo piano di campagna. Durante la sua visit.'.l alla Siberia, dove si era recato per far premura e obbligare i funzionari del Partito a • prendere • Il grano spietatamente. aveva sentito che, in aggiunta ai mezzi di costrizione. egli avrebbe dovuto avere qualcosa da offrire a codesti funzionari sulla via di una politica a lungo termine e di una prospettiva piU ottimistica. Nessun.i delle sue dichiarazioni in Siberia fu pubblicata a quel tempo. ma adesso sappiamo in quali termini parlò. Fu In questo frangente che egli divenne consapevole del12la necessità urgente di stabllire • punti dl forza • nelle campagne ., an.itoghi a quelli che il regime aveva costruito nelle città. Cosi p.irve che la tesi sinora accettata secondo cui la cooperazione potesse servire da • posizione strategica • fu in protica lasciata cadere. Essa fu sostituita dalla scoperta. fatta di recente da Stalin. dei kolkhoz e dei sovkhoz - quei deboli organismi finora le Cenerentole del regime -. A questo punto egli espresse inoltre il pensiero che il regime sovietico stava " camminando su due g.1mbe Ineguali • - il settore socialist.i nelle città e il settore privato nei villaggi - e che ciò non potesse continuare Indefinitamente. Da ciò può dedursi (e Stalin Infatti lo ammise esplicitamente lo stesso anno) che egli non credeva piU nella Nep come politica da seguire. Pi\J i suoi metodi intensificavano la crisi, più il suo scetticismo cresceva. Verso maggio. la sua fiduci.: nel kolkhoz e nei sovkhoz come rimedio sovrano fu ulteriormente rafforzata. Scopri che questi organismi avevano un considerevole mercato potenziale: si suggeri che questo era quattro volte piU grande di quello dei contadini privati. In questo periodo Stalin Inoltre era grandemente preoccupato da un altro importante problema; come doveva il regime assicurarsi che i kolkhoz e i sovkhoz avrebbero consegnato il loro grano allo Stato? Qui egli colpiva il cuore della faccenda. Egli credeva, e giustamente, che ciò che sarebbe stato impossibile con g1i esistenti 25 milioni di fat• torie n conduzione privata sarebbe divenuto piU praticablle se esse venissero incorporate in un pi\J piccolo numero di gr3ndi fattorie. La strategia di Stalin, quale emerse in questa fase. prese la forma seguente: c'era un bisogno imperativo di una nuova politica, che comprendesse uno sforzo rinnovato sul fronte Industriale e la messa in 3tto di un potente settore kolkhozsovkhoz. Il settore privato nelle campagne sarebbe rimasto, e avrebbe in effetti continuato a funzionare come un elemento essenziale nelle produzione di grano, ma ciò non era piU sufficiente. Nell'ottica di Stalin, la scala dell'operazione socialista nelle campagne sarebbe stata determinata dagli obiettivi quantitativi che egli stesso aveva posto. Da come egli la vedeva, la cosa poteve essere arrangiata in modo che lo Stato fosse assolutamente sicuro di avere a sua disposizione qualcosa come 250 milicni di pud di grano (In altre parole. circa un terzo della quantità richiesta dagli intenti del piano quinquennale). Sovkhoz, kolkhoz e contratti firmati con associazioni di conta• dini .1vrebbero prodotto questa quantità. e lo Stato sarebbe cosi stato cap2ce di supplire al settori chiave dell'economia e dell'esercito. e di oper.ire sui mercati nazlonali (e internazionali), costringendo perciò I contadini a vendere le loro ecce• denze allo Stato in ragione della competizione dovuta 11lle ri•

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