ciò a mostrate segni di sfasciamento. La produzione agricola cominciò a segnare Il passo; l'allevamento del bestiame, che aveva adi:llrìttura sorpassato Il livello prebellico, perdé Il suo Impeto e rapidamente cominciò a declinare, quantunque ciò fosse un rlsuhato, In parte almeno, della polltlca delle • misure di emergenza •. La situazione era parUcolarmente cattiva per quanto concerne la produzione del gra• no. Per una popolazlone che era aumentata di 14 mllionl e andava crescendo del 2-3% annuo, la produzione era ancora aldisotto del livello prebellico. la situazione era seriamente aggravata dal ben noto problema del • tovarnost •. un termine non facilmente traducibile. mache potrebbe essere reso come .quantità commerciabile•. Prima della guerra, te tenute e I kulak avevanoprodotto la metà del quantitativo totale di grano e spportato piU del 70% del grano disponibile nel paese per il mercato. Adesso. tutto II grano era prodotto dai contadini che, come risultato della rivoluzione. avevano subito un processo di livellamento e rappresenta• vano ora un gruppo socialmente plU omogeneo. Ma essi consumavano il grano in luogo di Inviarlo al mercato. Il • tovar• nost • era appena la metà di ciò che era stato nel periodo prebellico: 13% contro 26% del raccolto. Ciò significava che nel 1927. per esempio. lo StJto raccolse 630 milloni di • pud • [misura di peso russa equivalente a kg. 16.38) se paragonati al 1 300 milioni di • pud • portati al mercato nel 1913. Inoltre. lo Stato Sovietico non aveva riserve, neppure contro la guer• ra o la carestia. Questa era la radice del problema. La produzione di 9rano era Inferiore a quella che era stata prima della guerra. la quantità commerclablle minore. e le richieste molto maggiori. Nel frattempo, la relazione tra I prezzi al dettaglio del prodotti Industriai! e I prezzi del prodotti agrlcoll fissati dallo Stato era molto plU sfavorevole al contadini di quanto lo fosse stata prima della guerra. I prodotti industrlall erano cari, di qualità scadente e per giunta rati. SI parlava costantemente della • carestia di beni •. I prezzi pagati dallo Stato per procurarsi Il grano erano bassi. e spesso non bastavano a coprire Il costo di produzione. I prezzi del prodotti animali e delle colture industriai! erano molto plU favorevoli. Per questa ragione, I contadini preferivano dedicarsi alla produzione. e vendere quest'ultima. mentre preferivano tenere Il loro grano come riserva per se stessi e Il loro bestiame, o conservarlo sino al momento in cui potessero venderlo a prezzi ptU alti o a com• pratorl privati che volessero rivenderlo, o ad altri contadini le cui riserve non fossero cosi buone. Alcuni contadini, specialmente que111benestanti, erano In una posizione particolarmente buona per agire In questo modo perchti guadagnavano sufficiente denaro dal raccolti lndustriali e dal bestiame per pagare le loro tasse. fare I loro acquisti e aspettare la primavera, quando I prezzi del grano abitualmente salivano. In tall circostanze. I prezzi del prodotti agricoli sul mer· cato libero sarebbero ovviamente aumentati considerevolmen• te, e Il crescente divergere di questi ~rezzi da quelli paga• ti dallo Stato non dava ai contadini incentivo alcuno a vendere Il grano al governo. Cosi che. dopo che la zagotovki era stata portata a termine con successo nell'Ottobre 1967. cl fu una caduta In novembre. che in dicembre era divenuta catastrofica. e le auto• rità si trovarono prese alla sprovvista dalla • crisi del grano •. Questa crisi avrebbe potuto essere evitata? Troppi errori erano stati compiuti. particolarmente per quanto attiene alta politica economica nelle campagne. perché la risposta possa essere negativa. la politlca economica del governo (dal 1925 ln poi) servi solo ad aggravare le debolezze della Nep. In particolare, a parte la • crisi delle forbici •. Inevitabile In un paese arretrato in processo di industrializzazione. la politica dei prezzi agricoll era Incoerente. Clò è confermato da molte fonti. Essa agi da freno alla produzione agricola e lndeboli l'incentivo a portare Il grano sul mercato. la cooperazione. il maggicr tema di propaganda, stava facendo qualche progresso, ma gll sforzi diretti In questo settore vltale erano estremamente modesti. In effetti, il gruppo diti. gente. assorto com'era nel suol problemi di routine e nelle sue lotte Interne. aveva poco tempo da dedicare alla cooperazione. un fatto del quale Ka11nlndoveva esprimere pubblica disapprovazione. Quando ciò divenne necessario, il regime fu capace dl mobllltare le sue risorse e di dirigere uno sforzo apprezzablle verso Importanti settori vitali. Ma a dlspetto della dichiarata importanza dell'agricoltura. e del contadlnl In gene· raie. a d!spetto dello slogan sul • piano delle cooperative • (at· tribuito a Lenin). non si può negare che il regime non dispiegò forze sufficienti da creare un settore cooperativo di una qualche Importanza nel paese. Molto francamente. durante gll anni della Nep non si considerò esser questa una questione di urgenza primaria. C'era un altro fatto ancor ph.i sorprendente: Il gruppo dirigente aveva quasi completamente abbandonato I settori statali e quelll collettlvlzzatl nelle campagne. I sovkhoz a quel tempo erano cronicamente e notoriamente poveri e arretrati, e spesso In uno stato deplorevole. I kolkhoz esistenti - comuni, artels, tozi (llbere cooperative di produttorll e altre forme collettivi• stiche plU semplici - a dispetto del fatto che rappresentavano decine di mlgliala di famiglie. erano trascurati e Impegnati In una lotta disperata per la sopravvivenza e. paradossalmente. In una lotte contro l'atteggiamento ostruzionistico delle auto- -9
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