giovane critica - n. 21 - autunno 1969

la Ncp: debolezze nella politica del Partito Verso la Ime del 1927 la Nep entrò in un periodo di crisi. Questa crisi era necessariamO?nte il suo rintocco funebre, oppure questa particolare strutlura socio-economica avrebbe potuto essere preservala e consolidata? Questa domanda doveva essere al centro di un asperrimo dibattilo ira la maggioranza e la destra. Ciò che qui va detto è che il leader della maggioranza sts1iniana e. Indubbiamente, alcuni dei suoi pili stretti collaboratori avevano già perduto la fiducia nella Nep come politica da seguire e non si occupavano piU di salvarla: al contrario. H solo effetto delle loro azi'lnl era di ::iffrettarne la fine. E cosi la Nep doveva naufragare definitivamente ma- e questo è un punto di cruciale importanza -. prima che qualsiasi forma o struttura alternative prendessero forma seppur nella mente del gruppo dirigente. Ciò spiega in gran parte la gravità dei problemi che il regime si trovò a fronteggiare dall'inverno del 1928 in poi, e anche la natura eccezionale delle misure che dovettero essere adottate per salvarlo dall'impasse in cui si trovava. Qualcosa tuttavia andrebbe detta In merito al problema della crisi della Nep e della • crisi della raccolta di viveri • esplosa nell'inverno 1927/28. Questa crisi tu il risultato di un certo numero di fattori interc!ipendenti. L'opposizione di sinistra vide la causa principale delle difficoltà nella debolezza dello sviluppo industriale. in particolare nel ritardo con cui si prendevano le misure attinenti all'industrlallzzazione pianificata, ritardo da essa imputato alla maggioranza che deteneva le redini del potere. lnterpretazicne che. nel complesso. erJ giusta. Essa spiega il fatto che il regime era stato Incapace di tornire ai contadini adeguati mezzi tecnici. o quantità sufficienti di beni a basso costo. 8L'immediato retroterra della collettivizzazione sovietica Comunque, altri tendevano piuttosto, nelle loro analisi. a mettere l'accento sulle debolezze inerenti all'agricoltura. sulla divisione della terra in possedimenti estremamente ridotti, sul basso livello culturale dei contadini e sulla loro mancanza di conoscenza dell'agronomia, ecc. In questo contesto. si era sperato che. molto prima che l'industria pesante si sviluppasse, fosse possibile. per un certo periodo almeno. mantenere e sviluppare la produzione agricola con !'aiuto clei • classici metodi della Nep •. La grande speranza non solo di Bukharin ma anche di Stalin e della maggior parte dei membri del gruppo dirigente durante il periodo della Nep stava nello sviluppo della cooperazione rurale. Con questi mezzi, e anche con misure prese direttamente dallo Stato allo scopo di assistere i piccoli contadini, si sperava che la produzione agricola continuasse a crescere. Molto fu detto all'epoca circa le possibilità aperte dall'impartire ai contadini un minimo basllare di istruzione agronomica (lo • agrominlmum •) - sementi selezionate. mlg1iorl attrezzi e una migliore coltivazlone del suolo. molteplice rotazione del raccolto in luogo della tradizionale rotazione a • tre campi • e altre • migliorie minori •. ivi compreso il conseguimento di una consolidazione dei poderi che erano ancora largamente disseminati e spezzati In piccole striscle. L'eliminazione di questo grave difetto da sola avrebbe. si credé, comportato un sostanziale miglioramento. Anche questa era senza discussione un'argomentazione ragionevole. In effetti. un corpo di misure siffatte, assieme con le • stazioni di attrezzi e cuvalH •, Il diffondersi dell'istruzione nelle scuole e nei corsi, e la formazione Intensiva di agronomi e tecnlcl, non avrebbe potuto non stimolare la produzione agricola. Sfortunatamente, a dispetto di questo prognosi speranzose. dopo parecchi anni di Innegabile progresso. la Nep comln-

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