giovane critica - n. 21 - autunno 1969

< o :!:: <z c3 <Il <Il a:: ::::, o u :E o z o u .... o IL IL ::::, .J > <Il o o .J .J .... o o :E .... Il pad(l t)u Oen3'einO! muniftifcfJe 1.Jadtit ..

saggi e studi Agricoltura e sviluppo economico (considerazioni in margine alla "svolta,, del '29) L'agricoltura ha sempre giocato un ruolo lmportJntisslmo nello svlluppo economico, quale fonte di finanziamento per la formazione e il potenziamento del settore Industriale (besti pensare alle origini del capltaltsmo In Gran Bretagna); ciò significa che ogni qualvolta si voglia Intraprendere un processo di lndustrlallzzazlone si deve risolvere Il problem::. dei rapporti fra Il settore agricolo e Il settore industriale. I dirigenti bolscevichi si trovarono a dover affrontare. in un certo senso. il medesimo problema cho il ministro zarìsto Wltte aveva cercato di risolvere quando, alla flne dell' '800 tentò di cambiare Il volto alta Russia feudale. In tale contesto la soluzione • concreta • data. attraverso Il processo di collettlvlzzazione. alle controverse questioni sollevate dal • grande dibattito• (1924• 28) esce fuori dalla realtà storica per acquistare con l'andare degli anni il carattere di modello teorlco-,natlco, 11cosidetto • modello sovietico •, con cui In ogni caso qualunque paese sottosviluppato che si avvii all'lndustrlalluazlone deve fare I conti. Per un paese sottosviluppato Il processo di industrlallzzazlone rappresen• ta l'elemento decisivo per Il suo affrancamento dalla dipendenza economica, quindi polltlco, dal paesi svlluppatl. In questo senso la teoria classica che vorrebbe che ogni paese si speclallzzasse solo e unicamente nella produzione di quel beni che vengano prodotti a costi minori In una realtà mondiale In cui eslslono paesi sottosviluppati, fornitori, In genere, di materie prime e prodotti agricoli, assieme a quel paesi svlluppatl, forn:torl di manufatti e macchinari, significa per I primi continuare a rimanere In una posizione di Inferiorità che, evidentemente, è Insieme economica e polltica e che è Il quadro In cul si muove la attività imperlallstica. Nel dibattito svoltosl In Unione Sovietica negli anni fra il '24 e Il '28, salvo alcune rare eccezioni, al protagonisti era chiaro che Il fine da raggiungere era l'lndustrlallzzazlone del paese. La differenza, la di· vergenza nasceva sul tempi, suite fonti di finanziamento e sul settori prioritari. Il dibattito del '24-28 aveva alle spalle una crisi, la cosldetta • crisi delle for. bici • che drammaticamente aveva imposto all'attenzione di tutti Il rapporto fra Industria e agricoltura. Il nome che venne dato alla crlal derivava dal fatto -1

1 M. Dobb. Srorla dell'economle sovietica, Aomo, 1957, p, 207. l I maggiori esponenti della teorf11dello sviluppo equilibrato sono lewls e Nurske. La teoria di Kaldor. che il stata presentata per la prima volta in modo organico nel 1969 In lezioni tenute agli studenti della facoltà di economia e politica dell'Università di Cambridge può essere rintracciata nel suol Essays on Economie Pollcy. Londra, 1964, voi. Il e In Strategie Factors In Economie Devefopment, New York, 1967, cap. 111. J Per es.. l'Importanzadata alla domandadei con• tadlnl come sbocco per I prodotti industriali. 4 Per un pili ampio resoconto del dibattito sovietico cfr. A. Erllch, Il dibalt!ro sovietico sull'fndvstrla• llwulone r924/28, Bari. 1969: M. Dobb. The Dfscus• slons ol the 1920's about bui/dina Soclallsm. In An• nalt Feltrlne/11 1967.E' anchoda vedere N. Bukharin• E. PreobraienskiJ.L'accumullzlone socla//sta, a cura di Lisa Foa. AorN, 1969,un'antologla a dire Il vero Incompleta: finora rimane Insuperata l'antologla di scritti curata da Spulber, Foundatlons of Sovittt Stra• tegy lor Economie Growrh, Indiana Unlverslty Press, 1964. s Ovviamentenon di manca,nzadi chlareu.i si trai• ta In paesi come l'India o l'America latina. ma di ben altro. un'a,utentlcapolitica di sviluppo dell'agrl• coltura significherebbecolplre a morte le classi parassitarie, semlfeudall, che dispon11000della terra e che, come ~ noto, la coltivano solo estensivamente. 2che I prezzi dei benl del settore Industriale tende\lano a Innalzarsi, mentre quelll del settore agricolv tendevano ad abbassarsi 1 • L'andamento del prezzi, so posti su un grafico. darebbe l'immagine di due lame di forbici sempre piU di\lergcnti. le cause di tale crisi erano moltepllcl. ma una sostanzlalmente era la piU importante. cioè il htto che l'ottena clei beni agricoli era di gran lunga superiore all'offerta dei beni industriali. a ciò si aggiungeva che lo Stato. acquistava i beni agricoli. a prezzi molto bassi. Da qui deri\lava la situa• zione inflazionlstlca che colpiva soprattutto I contadini: ci si trovava sostan• zialmente di fronte ad uno squllibrlo tra il settore agricolo e quello industriale. Preobraienskij. che vedeva nell'agricoltura una fonte di risparmio potenziate per lo sviluppo dell'industria. enunciò una legge che deflnf dell'• accumu• lazione pnmitiva socialista ~. in base alla qu.ite il rapporto di scambio che si do\lP.va stabiltre tra il settore capitalistico. agrico!tura, e quello socialista. industria, doveva essere tale da comportare uno scambio di quantità diseguali (in termini di lavoro incorporato). l'agricoltura avrebbe dovuto pagare le spe· se dell'industrializzazione. Nella visione di P.. quindi. il rafforzamento del set• tare industriale do\leva essere Il momento prioritario di una strategia dello sviluppo economico: In un secondo momento lo svlluppo Industriale avrebbe rappresentato un momento propulsivo per tutti I settori della economia. ivi incluso quello agrlcolo. E' giusto tuttavia sottolineare che mai P. pensò che la politica di industrializzazione dovesse essere fatta in modo violento e autori• tario. E' importante altresi rilevare che Stalin, allora alleato di Bukharln. si oppose a tale politica e condusse una lotta per la liquidazione della sinistra i cui piU alti rappresentanti erano Trockij e Preobraienskij. la divergenza di Bukharin da Preobraienskij non stava tanto nella necessl• tà o meno di estrarre il risparmio per gll Investimenti dalla agricoltura quan:o nell'entità di tale trasferimento. In Bukharin, e ciò è molto Interessante, era presente l'esigenza di creare uno sviluppo bilanciato tra I due settori. in que• sto senso Bukharin è uno dei precursori della teoria dello sviluppo equilibrato e soprattutto della versione che ne ha dato Nlcholas Kaldor 2. Sostanzialment~ Bukharln diceva che lo sviluppo della oroduttività agricola avrebbe permesso quello dell'Industria: attraverso l'esportazione del grano sarebbe stato possi• bile acquistare all'estero quel beni capitali fondamentali per lo sviluppo indu• striale. Il pensiero di Bukharln ha tutta una serie di debolezze che non staremo qui a esaminare 1 • ma fu suo merito avere individuato l'importanza della cresci• ta del settore agricolo al fini dello svlluppo economico 4 • Ci preme sottolineare la parola crescita. perché In genere l'agricoltura nei paesi sottosviluppati viene considerata a tutt'oggi come una fonte di sfruttamento In una visione statica. cioè a dire non è chiaro s che una politica di Incremento del tasso di produttività agricola riesce a reallzzare un finanziamento del settore industria• le quantitativamente superiore. Il che comporta. ad es.. Il superamento, la so• luzione anzi del problema dell'Inflazione che resta uno del problemi plU gravi dei paesi sottosviluppati (Indubbiamente esso rappresentò un problema anche per la Russia sovietica} e che nasce necessariamente dalla rigidità dell'offer• ta agricola rispetto ad una domanda di beni alimentari che è sempre ere· scente nella misura in cui va avanti Il processo di Industrializzazione. Anche a non tener conto della possibllitll di finanziare in parte con l'esportazione del prodotti agricoli l'Importazione dei beni capltali, l'elemento cruclale è dato dal

' Lenin, l'alleanza degli ope,11 e contadini, Roma. HMS. Lenin cosi continua: • Dobbiamo vivere In pace con lui [Il contadino). Nella aocletè soclallsta Il contadino medio aarà dalla nostra parte solo quando noi alleggeriremo e miglioreremo le sue condizioni dl vlta economiche [ ...] . Ma per ottenere questo bisogna prima vincere la borghesia lntern11:lonale. costrlngerla a darci questi trattori o elevare la nostra Industria al punto di poterll fornire noi stessi. Solo cosi la questione sarà posta In modo giusto. Il contadino ha bisogno deU'lndustrla della città: non può viverne aenia, ed eua 6 nelle nostre mani. Se condurremo bene la cosa, Il contadino cl sarà grato perché gll porteremo dalla città I prodotti dell'industria, gll attreul, la cultura. Gllell porteranno non gll sfruttatori, non I proprieterl fondiari, ma I suol compaQnl ltVOf'ttorl, per I quall ha una profonda stima, ma che stima alla luce del fatti, stima solo per l'auto reale che gll viene da loro, respingendo e ben a ragione. Il comando. le "prescrizioni" dall'al10 •. fatto che a mano a mano che si procede nel cammino verso rlndustrializzazlone s·ingrossano le flle della classe operala: con la necessaria conseguen• za che Il contenuto del suoi salari reali è deto dalla dlsponibllità di cibo, prodotto delragrlcoltura. A questo punto se l'offerta agricola è rigida tre possibilità sono aperte: 1) un sempre piU rapido indebitamento con l'estero, 2) l'arresto del processo di Industrializzazione o 31 la necessità di estorcere una crescente quantità di • grano • dal settore agricolo. senza tener conto se la produzione globale sia aumentata o meno. In paesi In cui I governi vogllano mantenersi Indipendenti dalle potenze straniere e allo stesso tempo siano Intenzionati a intraprendere il processo delrindustrlallzzazione la terza alternativa è runica possibile. Ciò awenne puntualmente In Russia all'inlzlo de1 processo di industrializzazione zarista quando, alla fine dell' '800, a una caduta della produzione agricola corri· spose un aumento della quantità di beni agricoli destinati all'esportazione. E tate fenomeno si ripeté nella Russia sovietica. Nel 1928 la produzione di grano fu di 73 mllionl di tonnellate e la quota requisita dallo Stato fu del 16.9%; nel 1931 lt raccolto dlminui a 69 milioni e mezzo di tonnellate, mentre la quota requisita saH al 32.7%; nel 1934, pur essendo Il raccolto di 67 millonl di tonnellate, la quota sali al 34%. Come si vede le quota requisita dallo Stato rispondeva alle esigenze del processo di lndustriallzzazlone Indipendentemente dall'aumento o dlminuzlone della produzione agricola. E° superfluo aggiungere come tutto questo creò condizioni di vita drammatiche nelle campagne. Fin qui abbiamo operato deliberatamente un taglio di per sé aberrante, perché abbiamo Isolato un problema economico reole, di strategia dello sviluppo da un problema politico di fondo cui il primo, nella realtà, è Indissolubilmente legato: adesso però è necessario stabilire questo legame necessario. la rlvoluzlone d·ottobre. oltre a porre Il problema delrlndustrlalfzzazlone del paese. pose anche que!lo delta alleanza tra contadini e operai. Non si può Ignorare che negli anni '20 la Russia era un paese In cui prevalevano le attività agricole (1'80%). SI può spiegare quindi l'importanza da Lenin attribulta a questo problema. che si poneva perché a differenza delle previsioni del Classici. una rivoluzione sociallsta aweniva In un paese arretrato. quindi a grande prevalenza agricolo. E° noto Infatti che nel paesi Industrialmente avan• zatl !'agricoltura rappresentA l•n aspetto marginale e certamente non pone problemi della medesima gravità di queltl di tipo ru!so. Lenin disse testualmente che I bolscevichi quando avevano preso il potere si erano appoggiati al contadini nel loro complesso e che pertanto tutte le scelte di politica agraria non potevano essere fatte contro di loro ma solamente con la loro adesione. Egll sapeva bene che la tentazione di ricorrere alla violenza era forte e si scontrava con la diffidenza conservatrice dei contadini i quali avevano sperimentato sulla loro pelle lunghi Mnl di violenza da parte del governo zarista. Per questo motivo Il leader sovietico mise In guardia che • con la vlolenza si può rovinare ogni CO.!\a • laddove invece era necessario un lavoro di edu· cazlone graduale per mezzo del quale si provasse al contadino che la comune era la soluzione mlgllore '· Fu proprio questa visione. che postulava la necessità di creare uno Stato che fosse del contadini e degli operai, a Indurre Lenin a formulare la Nuova Politica Economica (Nep). per salvare l'alleanza di queste due classl. la Nep -3

7 Cfr. quantoscri11eLewin nel ugglo. qu, appresso tradotto, rhe Immediate b.n;kground of Soviet Colfec1;. 11/satfon, apparsosu Soviet Studies n. 17. ouobre 1965. Lewin è Inoltre l'autore del fondamentale La paysan• ne,io et le pouvol, sovlétique 1928,30, Parls•LaHaye, 1966, che. con nostro stupore. non ha ancoratrovato un editore Italiano che lo deoni dell'anenzlone che menta. • E. H. Carr, R~o/ution from Abo11e, New Left Re11/ew n. 46. p. 20, 1967. 9 E. H. Carr, Some random Rellections on Soviet lndus1,leliza1ion, in Soclallsm, Cepltalism and Economie Grawth. ed. C.H. Feinstein, Cambridoe. 1967, p. 278. 10E. H. Carr. op. cii .. pp. 281-282. Secondo Carr probabilmente Il rllmo dell'industrlalizzazlOfle fu de• terminato anche do due fattori. uno di carattere lnternazlonale,cioè la rottura delle relazioni diplomatiche con la Gran Bretagna,che concentrò l'attenzione sulla d1lesamilitare e quindi sul rapido s111luppdoel· l'Industria pesante,e l'altro fattore di carattere Inter. no, Il peso sempre crescente che ebbe la disoccu• pazlone,determinata soprattutto dal trasferimento dei contadini In città. In questo contesto l'lndustrlallzzaziOfle a11rebbedato la11oro a circa due mi1i0fll di di• SO<:cupall. Cfr. anche A. Nove. Stalinismo e ani/sta• linlsmo nell'economia sovlel/ca, Torino, 1968, p. 22; del medesimo parere è anche M Oobb, Storia dell'economle sovietica. Roma. 1957 (vedere soprattutto Il cap. X). · Il Cfr. anche A. Nove, op. cit., p. 21, do11esi afferma: • Ma come è possibile parlare In modo sen• sato delle ragioni. o delle cause. di un determinato ano pelitlco senza considerare. plU o meno esplicl1amen1equanto si sarebbepotuto lare In via altcrnati11a?In altre parole, che cl piaccia o no, dobbiamo occuparci della llber1à di sceha. o del suo opposto, la necessità, a meno che slamo disposti ad affermare che la libertà di scelta è Infinita o non esiste del tutto • 4rappresentò la volontà del regime di riconoscere Il carattere privato de\l'agrl• coltura (anche se fu Imposto al slngoli capifamlglla il pagamento in natura di un'aliquota fissa); infatti I contadini ebbero 11;1 possibilità di vendere liberamente al mercato i loro prodotti e di stipulare i contratti con l'lndustrla. I dirigenti bolscevichi, dopo la morte di Lenin, pensarono che questa poHtica avrebbe potuto funzionare da sola 1, ma nel ·25 si riaprirono le • forbici • dei prezzi agricoli e di quelli industriali. Il valore del prodotto industriale Infatti aumentò del 34,2°,o nel '26. del 13,3% nel '27, del 19"'• nel '28. mentre le cor• rispondenti cifre per la produzione agricola furono del 7.5%. 2.5%. 2.s•• a, Ciò comportò ovviamente una crisi di fiduci3 da parte dei contadini. una riduzione di offerta del beni agricoli alla città e quindi un ulteriore accentuarsi del divario tra I prezzi ufficiali del beni e quelli di mercato. Secondo Carr, in una sltu2zione del genere erano aperte due strade 9 : l'abbandono definitivo del processo di industrializzazione. facendo affidamento sul mP.rCéllo. oppure l'abbandono totale dell'economia di mercato, pur nella forma particolarissima che essa assumeva In Russia, e la creazione di un forte sistema di pianificazione. Lewin ha messo in risalto che I dirigenti sovie• lici si trovarono assolutamente impreparati ad affrontare le crisi del '27 e del '28. tuttavia non si può dedurre che la scelta inAluttabile si ponesse tra le due alternative di Carr. poiché si potrebbe individuare una terza possibilltà, che fu sempre trascurata. anche dopo la collettivizzazione forzata. Possibilità consistente in uno sforzo partlcolare teso all'aumento della produttività agricola, mentre le industrie, sino a quel momento esistenti. sarebbero state in grado probabilmente di cominciare un processo di meccanizzazione agricola, in modo che l'estrazione del surplus avrebbe potuto evitare quel terribile periodo che I contadini sovietici vissero durante la collettivizzazione. Questa soluzione economica non avrebbe. probabilmenle. indebolito il processo di industrializzazione, ma avrebbe certamente creato condizioni di consenso da parte del contadini all'egemonia che Il partito bolscevico esercitava 10. In un certo senso abbiamo anticipato il giudizio sulla politica di industria· lizzazione. nella misura In cui abbiamo rifiutato Il drastico dilemma posto da Carr. Ma procediamo per ordine. Il dibattito sulla collettivizzazione propone un discorso di carattere pregiudiziale; che senso ha chiedersi se la storia avrebbe potuto svolgersi diversamente d3 come si svolse? Penso vada respin• ta 1a visione Idealistica, in base alla quale non è possibile fare storia di ciò che avrebbe potuto essere. Mi sembr:,, invece. che a meno di non voler cadere in un vieto determinismo, vada sottolineato che un'analisl reale delle condi• zioni che preparano una scelta politica debba anche conglobare l'esame di tutta una gamma di possibilità che nella storia esistono sempre. Come dice Moshe Lewin • una precondizione essenzl3Ie per l'analisi è la capacità da una parte rii iden!ificare le urgenti necessità soci31l eiettate dalle circostanze e dall'altra di giudicare le soluzioni pratiche a questi problemi, che erano il risultato di una scelta soggettiva da parte del leaders • 11. Non intendiamo prendere in esame tutte le posizioni emerse nel dibattito sulla collettlvlzza• zione. cl Interessa soltanto metterne a fuoco due. che a noslro modo di vede• re. rappresentano gll sforzi plU seri, seppur discutlblli. La prima posizione è quella di Dobb. che ha certamente scritto l'opera pili organica e per moltl versi esaltante sulla storia dell'economia sovietica. Per Oobb 11momento del-

u M. Oobb, Storia dell'OCMOmls sovietica, clt .. p. 296. 13 Ibidem, p. 297. 14 Per avere un'Idea dell'entità di tele dlstrl.lllone· 1928 1934 Equini 32,1 15,,4 Bovini 60,1 33.5 Suini 22.0 11,5 Ovini 97.3 32.9 Cfr. A. Nove. op. c/t., p. 31. E' da ricordare anche che la coltettlvlzzulone comportò la deportazione di circa ,4 mlllonl e mezzo di persone. Cfr. a tal riguar• do A. Nove, An Economie Hlltory ol the Uur, Londra, 196'9, p. 167. 15 L. TrocklJ, L'economia soviet/ce In pericolo elle aoglle del aecondo pieno qulnquenMle, In Scritti rffl.36, TOf'lno, 1962, p. 58. •• Cfr. A Nove, An Economie Hl,tory ecc., clt., p. 180. la coltettlvizzazlone si inserisce in una situazione particolare dell'economia SO· vletlca. • In una di quelle fasi cruciali del processo storico nelle quali, qualor.1 si voglia andare avanti. rapidcmente o no, lungo una determinata via di sviluppo, bisogna farlo nell'Impelo di uno slancio iniziale • 11. In questo contesto la collettivizzazione viene vista • come uno di quegli atti di fede e di coraggio. senza i quaU non si fa la storia• u_ In 1ale visione •eroica,. sembrerebbe che la scelta della collettlvìzzazione fosse un a110 che, seppure voluto dall'alto. venisse .accolto dal basso. ad eccezione del kulak, e che quindi tutto Il popolo sovietico fosse proteso nella volontà di realizzare questi oblellivi. Purtroppo la realtà era diversa. come del resto sì può rilevare dall'analisi dello stesso Dobb. e al contrarlo rappresenta il momento di rottura violenta non solo deHa politica che Lenin aveva pazientemente tessuto. al!eenza di contadini e operai. ma soprattutto. nei fatti. della rottura del Partilo con te masse contadine. Questo significò per I contadini. non soltan1O per i kulak. l'aperta ribellione che si concretò. per es., nella distribuzione del bestiame 1'4: e da parte del Partito il conseguente ricorso alla violenza, al rafforzamento di un sistema oppressivo e burocratico. senza il quale, in mancanza dell'adesione delle masse contadine. la collettivizzazione non avrebbe potuto essere condotta a termine. Secondo Nove • la collettivizzazione senza coercizione era impossibile e una rapida lndustriallzzazione non poteva non creare tensioni e sforzi • 15 ed egli ne sottollnea unicamente gli • eccessi eccessivi •. le osservazioni di Nove In merito ad una serie di problemi economici. posti dall'industrlallzzazlone, sono in genere esatte. ma manca nella sua anallsl qualsiasi Interesse ad esaminare l'importanza della mancanza di consenso nei confronti dello Stato sovietico da parte di chi era toccato In prima persona dall.:i collettlvizza1ione. Il problema non vlene neppure sfiorato. data la posizione anticomunista dalla quale l'autore muove. In questo senso ml sembra che Trocklj avesse individuato con estrema chiarezza Il carattere negativo di tale politica quando scrisse a proposito delta collettlvlzzazlone: • I rapporti tra città e campagna hanno potuto migliorare su simili basi materiali di produzione? Rlcordlamolo ancora una volta: Il fonda• mento economico della dittatura del proletariato non può essere completamente assicurato se non nel momento In cui lo Stato. per ricevere i prodotti agrlcoll. non ha bisogno di ricorrere alle misure amministrative, coercitive verso la maggioranza di contadini, cioè quando in cambio di macchine, attrezzi, prodotti di largo consumo. il contadino dà volon1ariamente allo Stato la quantità necessaria di prodot1i e materie prime. E' solo su questa base che la collettlvlzzazion& con il concorso delle condizioni Interne e lntemazlonall necessarie può assumere un reale carattere socialista • 16. Tuttavia. anche se la rottura della po1itlc9 di alleanza tra contadini e operai è l'elemento predominante tale da condannare questa pol!tlca, è necessario. sotto un profilo economico. rilevare che la collettivlzzazione non rappresentò un successo proprio per il modo in cui venne condotta. Per quanto riguarda Il bestiame. ad es., sol:lmente verso la fine degli anni '30 fu possibile ragglungere lo stesso traguardo del 1928: Il che comportò che le pochissime macchine messe a disposizione dei contadini, quasi sempre inesperti, sostitul• vano a stento parte del bestiame ucciso e distrutto. E' Importante notare che la politica di collettlvlzzazlone procurò un certo -5

11 A Nove, Stalinismo ecc.. clt., p. 31. •• Alle medesimeconclu!lonl giunge A. Ecksteln. 1he Strategy ol Economie Oevelopment In Communlst China, In Amerlcan Economie Revlew, 1961. Per le condizioni d, vita dei lavoratori cfr. A. Nove. An Economie ecc., cit., p. 244 e sgg. 1' E' lmpartante notare che tale affermazione è si• mile. se non Identica a quella fatta da Lenin nel '19 da noi già citata. 20 Mao Tze.Tung, Sulla giusta soluzione delle con• traddlz,onl in seno al popolo, sta In Anlo/og/11, Edl• zionl Oriente, 1968.p. 418. 6prelievo di grano. tuttavia sino al '35 il prodotto agricolo rimase stazionarlo o aumentò di poco rispetto alla situazione precedente alla co11ettivizzazlone: nel ·35 il bestiame era addirittura diminuito del 50% rispetto al '28. La ripresa avvenne dal '34 al '37 e. seppure lenta. fu legata ad una liberalizzazione del sistema collettivo. Il sistema di collettivizzazlone dal ·34 al '37 è costituito da fattorie piU piccole. imposte fisse meno gravose. agricoltura privata. possibilità di vendere al mercato da parte dei contadini: nel '34, infatti, fu concessa la proprietà privata del bestiame e nel '38 pili dei 3/4 di bovini, 2/3 di suini e 2/3 di ovini si trovavano in m.:ino privata 11. Dalla precedente analisi il meccanismo economico risulta abbastanza chia• ro: l'estrazione di un surplus sempre crescente, destinato al finanziamento delle importazioni e al vettovagliamento delle città, aggravo il dramma delle campagne. dove. ad una caduta della produzione agricola faceva riscontro un aumento della quota prelevat3 dallo Stato; a tale pressione maggiore da parte dello Stato corrispondeva il rifiuto sempre pili energico da parte del contadini a produrre per esso Tale situazione provocava nella città una diminuzione dei salari reali. che è in genere correlata ad un basso tasso di produttività del lavoro. Inoltre li tasso di crescita dell'industria, in costante aumento, deter• minava l'esigenza di reclutare nuova forza lavoro attraverso il processo di lnurbanamento. Ma, dal momento che Il saggio di incremento della produzione agricola era negativo o quantomeno stazionMio, era inevitabile un'ulteriore diminuzione dei salari reali 11. Se il precedente modello economico è corretto. accettare la collettivizza· zione come un • male necess3rio •. significa accettare come fatti positivi: t) la rottura della politica dl alleanza tra operai e contadini. che diventa in pratica 2) sovrapposizione burocratica e violenza del Partito alle masse operaie e contadine e 3) l'inefflcienza nell'agricoltura. Ma nella realtà è possibile un processo di collettlvizzazione tale da rovesciare 1 punti suindicati e in questo senso l'esperienza cinese è estremamente significativa. Nel giugno del ·so Mao dichiaro che. poiché la maggioranza della popolazione cinese era costituita da contadini e la rivoluzione era stata fatta con il loro aiuto, l'industrializzazione del paese doveva contare sul loro contributo per il suo successo 19• Sin dall'inizio a Mao era ben chiaro che • poiché la Cina è un grande paese agricolo in etti plU de11'80%della popolazione è rurale, lo sviluppo dell'industria deve realizzarsi contemporaneamente [neretto mio. - N.d.A.] a quello della .:igricoltura. Solo cosi l'Industria potrà disporre di materie prime e di mercati e si potranno accumulare del fondi relativamente considerevoli per la creazione di una potente industria pesante. Tutti sanno che l'industria leggera e l'agricoltura sono strettamente legate • :?O. Per Mao le industrie di grandi dimensioni dovevano coesistere con piccole e medie industrie. Tale polltica rispetto alla cooperazione agrlccla significo applicare quattro punti fondamentali che Mao. con la consueta chiarezze, espose in un rapporto tenutC'I nel '55: • 1) Applicare rigorosamente il principio dell'adesione spontanea e del vantaggio reciproco: 2) migliorare la gestione (pianificazione e 11irezlone del lavoro per la produzione, organizzazione del lavoro. ecc.): 31 migliorare le tecniche di coltivazione (aratura profonda e coltura intensiva. piantagione serrata, incremento delle superfici sulle quall Si praticano pili raccolti all'anno, uso di sementi selezionate, popolarlzzazlone di stru·

JL Ibidem, pp. C16-17. ll • ti processo di co11ottlvluazlonocomlnclb In maniera de1 tutto graduate.Una rete di cooperative d! distribuzione assisteva I contadini negli scambi con le città •- Cfr. Joan Roblnson, Collected Economie Pa~r,. Oxford 1965. voi. lii. p. 194. Cfr. anche PaoloSylos Lablnl, Economie capltsflstlche ed economie p/1nlflcttte, 81rl, 1960, p. 210, dove si afferma: • molto plU dlfflclle à spiegare le rapldltt e la relativa facllilà con.cui si à compiuto Il primo movimento (formazione delle atlende egrlcole collettlve] ( ...) la partecipazionediretta e ampia del contadini alla lunga guerra e al durissimo moto rivoluzlonario; !'origine contadina di alcuni fra I prfnclpall dirigenti comunisti ( ... 1 le condizioni miserrime del contadini ( ...] Il carattere essenzialmenteparassitarlo del proprietari ( ...) tutti questi elementl possono contribuire a dare una risposta a que11adomanda•. Vede• re H. Mc Aleavy, Storia della Cina moderna, Milano, 1969, p. 439, dove si afferma: • A confronto con la esperienza dell'Unlone Sovietica. Il passaggio dalla proprietà Individuale alla collettlviuazione era stato estremamenteagevole•. 2l Dai llbro, clt .. di Ecksteln, traiamo le seguenti cifre relatlve al tassi di sviluppo nell'industria e nell'agricoltura cinese e sovletlCll nel rispettivi primi plani qu(nquennall: Cina Urss Tasso svil. prod. lnd. 18,5¾ 19,0~'c, Tassoavll. prod. agr, 4,5% --t,O¾ ?4 Mao Tze-Tung, op. clt .. p. 350. menti agrtcoll di tipo nuovo, lotta contro le malatlie delle piante e I parassiti): 4) svlluppare I mezzi di produzione (la terra. I concimi, le opere idrauliche, gli animali da tiro. gli atlrezzl agricoli, ecc.) ,. 2 1 • Come si vede Il momento dell'adeslone volontctria che viene spessissimo sotlolineato nel rapporto as$ieme alla volontà di incrementare la produzione, può spiegare il fatto che I~ collettlvizzazlone in Cina, a detta di molti osservatori u, abbia incontrato poche resistenze e sostanzialmente l'adesione delle masse, che ha comportato l'aumento del saggio di Incremento della produzione sia agricola sia Industriale. Un breve esame delle statistiche 2J chiarisce appie• no che le affermazioni di Mao non erano vuote parole di propaganda ma Indicavano una ferma volontà politica. In questo contesto la collet1ivizzazione di• viene un momento di rafforzamento dell"alleanza di contadini e operai. perché impedisce la formazione del capitalismo nelle c3mpagne. e quindi il crescente lmpoverfmento delle masse dei contadini poveri. Mao mise in guardia che nella misura In cui • questa tendenza (la formazione del capitalismo nelle campagne] si svlluppi. la suddivisione delle campagne In due poli estremi si verrà lnevltabllmente aggravando. I contadini che hanno perso la loro terra e quelli che vivono ancora in miseria ci rimprovereranno di non soccorrerli e di non alutarli a superare le loro difficoltà. Quanto ai contadini medi agiati che mirano a Istradarsi sulla via del capitalismo anch'essi saranno scontenti di noi poiché, siccome non abbiamo alcuna Intenzione di seguire la via del capltallsmo, non potremo mal soddisfare le loro esigenze. In una situazione del genere l'tilleanza tra operal e contadini potrebbe consolldarsl? No. è evidente. Il problema può essere risolto solo su nuove basi, realizzando progresslvamenle la trasformazione socialista dell"agrlcoltura nel suo assieme. realiz• zando cioè la cooperazione di pari passo r.on la graduale realizzazione della lndustrlalizzazlone soclalista e della trasformazione soclallsta dell'artlglanato, dell'Industria e del commercio capltallstlco. Cosi facendo potremo liquidare !'economia dei contadini ricchi e il sistema delle Imprese Individuai! nelle campagne, il che darà all'Intera popolazione rurale delle condizioni di vita agiate • 24 • Questo tipo di impostazione culminato nel "60 nella parola d'ordine • prendere l'agricoltura come base e l'industria come fattore dirigente • ha evitato il sorgere della crisi nelle campagne, ha rafforzato l'Industria e ha aumentato !'adesione del popolo cinese allo Stato. Umberto Di Giorgl -7

la Ncp: debolezze nella politica del Partito Verso la Ime del 1927 la Nep entrò in un periodo di crisi. Questa crisi era necessariamO?nte il suo rintocco funebre, oppure questa particolare strutlura socio-economica avrebbe potuto essere preservala e consolidata? Questa domanda doveva essere al centro di un asperrimo dibattilo ira la maggioranza e la destra. Ciò che qui va detto è che il leader della maggioranza sts1iniana e. Indubbiamente, alcuni dei suoi pili stretti collaboratori avevano già perduto la fiducia nella Nep come politica da seguire e non si occupavano piU di salvarla: al contrario. H solo effetto delle loro azi'lnl era di ::iffrettarne la fine. E cosi la Nep doveva naufragare definitivamente ma- e questo è un punto di cruciale importanza -. prima che qualsiasi forma o struttura alternative prendessero forma seppur nella mente del gruppo dirigente. Ciò spiega in gran parte la gravità dei problemi che il regime si trovò a fronteggiare dall'inverno del 1928 in poi, e anche la natura eccezionale delle misure che dovettero essere adottate per salvarlo dall'impasse in cui si trovava. Qualcosa tuttavia andrebbe detta In merito al problema della crisi della Nep e della • crisi della raccolta di viveri • esplosa nell'inverno 1927/28. Questa crisi tu il risultato di un certo numero di fattori interc!ipendenti. L'opposizione di sinistra vide la causa principale delle difficoltà nella debolezza dello sviluppo industriale. in particolare nel ritardo con cui si prendevano le misure attinenti all'industrlallzzazione pianificata, ritardo da essa imputato alla maggioranza che deteneva le redini del potere. lnterpretazicne che. nel complesso. erJ giusta. Essa spiega il fatto che il regime era stato Incapace di tornire ai contadini adeguati mezzi tecnici. o quantità sufficienti di beni a basso costo. 8L'immediato retroterra della collettivizzazione sovietica Comunque, altri tendevano piuttosto, nelle loro analisi. a mettere l'accento sulle debolezze inerenti all'agricoltura. sulla divisione della terra in possedimenti estremamente ridotti, sul basso livello culturale dei contadini e sulla loro mancanza di conoscenza dell'agronomia, ecc. In questo contesto. si era sperato che. molto prima che l'industria pesante si sviluppasse, fosse possibile. per un certo periodo almeno. mantenere e sviluppare la produzione agricola con !'aiuto clei • classici metodi della Nep •. La grande speranza non solo di Bukharin ma anche di Stalin e della maggior parte dei membri del gruppo dirigente durante il periodo della Nep stava nello sviluppo della cooperazione rurale. Con questi mezzi, e anche con misure prese direttamente dallo Stato allo scopo di assistere i piccoli contadini, si sperava che la produzione agricola continuasse a crescere. Molto fu detto all'epoca circa le possibilità aperte dall'impartire ai contadini un minimo basllare di istruzione agronomica (lo • agrominlmum •) - sementi selezionate. mlg1iorl attrezzi e una migliore coltivazlone del suolo. molteplice rotazione del raccolto in luogo della tradizionale rotazione a • tre campi • e altre • migliorie minori •. ivi compreso il conseguimento di una consolidazione dei poderi che erano ancora largamente disseminati e spezzati In piccole striscle. L'eliminazione di questo grave difetto da sola avrebbe. si credé, comportato un sostanziale miglioramento. Anche questa era senza discussione un'argomentazione ragionevole. In effetti. un corpo di misure siffatte, assieme con le • stazioni di attrezzi e cuvalH •, Il diffondersi dell'istruzione nelle scuole e nei corsi, e la formazione Intensiva di agronomi e tecnlcl, non avrebbe potuto non stimolare la produzione agricola. Sfortunatamente, a dispetto di questo prognosi speranzose. dopo parecchi anni di Innegabile progresso. la Nep comln-

ciò a mostrate segni di sfasciamento. La produzione agricola cominciò a segnare Il passo; l'allevamento del bestiame, che aveva adi:llrìttura sorpassato Il livello prebellico, perdé Il suo Impeto e rapidamente cominciò a declinare, quantunque ciò fosse un rlsuhato, In parte almeno, della polltlca delle • misure di emergenza •. La situazione era parUcolarmente cattiva per quanto concerne la produzione del gra• no. Per una popolazlone che era aumentata di 14 mllionl e andava crescendo del 2-3% annuo, la produzione era ancora aldisotto del livello prebellico. la situazione era seriamente aggravata dal ben noto problema del • tovarnost •. un termine non facilmente traducibile. mache potrebbe essere reso come .quantità commerciabile•. Prima della guerra, te tenute e I kulak avevanoprodotto la metà del quantitativo totale di grano e spportato piU del 70% del grano disponibile nel paese per il mercato. Adesso. tutto II grano era prodotto dai contadini che, come risultato della rivoluzione. avevano subito un processo di livellamento e rappresenta• vano ora un gruppo socialmente plU omogeneo. Ma essi consumavano il grano in luogo di Inviarlo al mercato. Il • tovar• nost • era appena la metà di ciò che era stato nel periodo prebellico: 13% contro 26% del raccolto. Ciò significava che nel 1927. per esempio. lo StJto raccolse 630 milloni di • pud • [misura di peso russa equivalente a kg. 16.38) se paragonati al 1 300 milioni di • pud • portati al mercato nel 1913. Inoltre. lo Stato Sovietico non aveva riserve, neppure contro la guer• ra o la carestia. Questa era la radice del problema. La produzione di 9rano era Inferiore a quella che era stata prima della guerra. la quantità commerclablle minore. e le richieste molto maggiori. Nel frattempo, la relazione tra I prezzi al dettaglio del prodotti Industriai! e I prezzi del prodotti agrlcoll fissati dallo Stato era molto plU sfavorevole al contadini di quanto lo fosse stata prima della guerra. I prodotti industrlall erano cari, di qualità scadente e per giunta rati. SI parlava costantemente della • carestia di beni •. I prezzi pagati dallo Stato per procurarsi Il grano erano bassi. e spesso non bastavano a coprire Il costo di produzione. I prezzi del prodotti animali e delle colture industriai! erano molto plU favorevoli. Per questa ragione, I contadini preferivano dedicarsi alla produzione. e vendere quest'ultima. mentre preferivano tenere Il loro grano come riserva per se stessi e Il loro bestiame, o conservarlo sino al momento in cui potessero venderlo a prezzi ptU alti o a com• pratorl privati che volessero rivenderlo, o ad altri contadini le cui riserve non fossero cosi buone. Alcuni contadini, specialmente que111benestanti, erano In una posizione particolarmente buona per agire In questo modo perchti guadagnavano sufficiente denaro dal raccolti lndustriali e dal bestiame per pagare le loro tasse. fare I loro acquisti e aspettare la primavera, quando I prezzi del grano abitualmente salivano. In tall circostanze. I prezzi del prodotti agricoli sul mer· cato libero sarebbero ovviamente aumentati considerevolmen• te, e Il crescente divergere di questi ~rezzi da quelli paga• ti dallo Stato non dava ai contadini incentivo alcuno a vendere Il grano al governo. Cosi che. dopo che la zagotovki era stata portata a termine con successo nell'Ottobre 1967. cl fu una caduta In novembre. che in dicembre era divenuta catastrofica. e le auto• rità si trovarono prese alla sprovvista dalla • crisi del grano •. Questa crisi avrebbe potuto essere evitata? Troppi errori erano stati compiuti. particolarmente per quanto attiene alta politica economica nelle campagne. perché la risposta possa essere negativa. la politlca economica del governo (dal 1925 ln poi) servi solo ad aggravare le debolezze della Nep. In particolare, a parte la • crisi delle forbici •. Inevitabile In un paese arretrato in processo di industrializzazione. la politica dei prezzi agricoll era Incoerente. Clò è confermato da molte fonti. Essa agi da freno alla produzione agricola e lndeboli l'incentivo a portare Il grano sul mercato. la cooperazione. il maggicr tema di propaganda, stava facendo qualche progresso, ma gll sforzi diretti In questo settore vltale erano estremamente modesti. In effetti, il gruppo diti. gente. assorto com'era nel suol problemi di routine e nelle sue lotte Interne. aveva poco tempo da dedicare alla cooperazione. un fatto del quale Ka11nlndoveva esprimere pubblica disapprovazione. Quando ciò divenne necessario, il regime fu capace dl mobllltare le sue risorse e di dirigere uno sforzo apprezzablle verso Importanti settori vitali. Ma a dlspetto della dichiarata importanza dell'agricoltura. e del contadlnl In gene· raie. a d!spetto dello slogan sul • piano delle cooperative • (at· tribuito a Lenin). non si può negare che il regime non dispiegò forze sufficienti da creare un settore cooperativo di una qualche Importanza nel paese. Molto francamente. durante gll anni della Nep non si considerò esser questa una questione di urgenza primaria. C'era un altro fatto ancor ph.i sorprendente: Il gruppo dirigente aveva quasi completamente abbandonato I settori statali e quelll collettlvlzzatl nelle campagne. I sovkhoz a quel tempo erano cronicamente e notoriamente poveri e arretrati, e spesso In uno stato deplorevole. I kolkhoz esistenti - comuni, artels, tozi (llbere cooperative di produttorll e altre forme collettivi• stiche plU semplici - a dispetto del fatto che rappresentavano decine di mlgliala di famiglie. erano trascurati e Impegnati In una lotta disperata per la sopravvivenza e. paradossalmente. In una lotte contro l'atteggiamento ostruzionistico delle auto- -9

rIIa In effetti. durante gll anni finali delle Nep. l'intero seltoro stalalfzzato e colletliviz:zalo non sollanto non riusci a svllupparsl ma si trovò occaslonalmcnt, in uno stato di declino. Quanto alle famose • migliorie minori • che erano sIoto l'argomento di un considerevole numero di decisioni. esse rimanevano nella gran parte puramente sulla carta. Stante una più logica politica dei prezzi, un movimento cooperativo meglio sviluppato, un settore statalizzalo e collet· tiviuaI0 più adeguatamente mantenuto. e un serio sforzo per impartire un'assistenza agronomica ai contadini, come si può resistere alla conclusione che la • crisi del grano • del 1928 e rr.o•ti dei d,sastros, sviluppi che seguirono avrebbero potuto essere evitati o per lo meno mitigati? In ogni caso. il minimo che si può dire è che \'opinione che vede nella politica staliniana durante lo stadio finale della Nep !'espressione diretta di una ineluttabile necessità storica. non tiene conto della parte giocata dagli errori soggettivi e dalle insufficienze della politica del Partito. ed è perciò poco fondata Ritorneremo su questo problema nelle nostre conclusionl. Durante Il corso dello Nep, speclalmenIe nella sua secon• da fase (dal 1925 in poi). Il gruppo dirigente sembrò fare affidamento sul fatto che la Nep funzionasse • automaticamente •. e su un aumento della produzione agricola tra I conia• dinl benestanll risultante da11f'Importanti concessioni che erano state fatte toro nel 1925: Il gruppo dirigente si preoccupò ben poco della preparazione di politiche alternative o di • posizioni strategiche • nelle campagne. La responsabilità di una tale cecità 6: da attribuire tanto a Stalin, quanto a coloro che apparterranno alla futura Destra. Che essi fossero presi dalla lotta contro l;t Sinistra non può oscurare il fatto che l'amministrazione fosse colpevole di mancenza di lungimlranza e perspicacia. Un esempio significativo serve a illustrare la mancanza di preparazione dell'ammlnlstrazlone al lulurl sviluppi che dovevano cosi rapidamente sorprenderla: la decisione di costruire una fabbrica di trattori a Stalingrado era già stata presa nel 1924 ma, come tante altre decisioni, ero stata archiviata. e successivamente completata qualcosa come 5 o 6 anni plu tardi. in un singolo anno. a prezzo di Immensi sacrifici o spreco. e troppo tardi. Rykov doveva affermare nel 1928 che molte Importanti misure che In quel momento stavano per essere realfzzate con tanta fretta avrebbero potuto e dovuto essere complelote molto primo. Ouale ruolo gioçò il XV Congresso del Partito? 11Congresso fu tenuto nel Dicembre 1927. Il gruppo dlri• 10gente ora già a con.:,scenza delle c&ttlve nottlle che venivano dal • fronte della raccolta di viveri •, ma di ciò non disse quasi nulla al de1cgotl. Il Congresso si occupò primariamente della • rituale liquidazione • della Sinistra. a dispetto del fatto che essa era stata vinta ormai da tempo. La parte procedurale dedicata alla discussione della futuri politica non fu molto importante. In effenl. Il gruppo dirigente non aveva tuttora nulla da suggerire. Tutto quello che fu discusso furono le linee generali da seguire. e queste furono. per giunta. fortemente Influenzate dal programmo della Sinistra recentemente disfatta. Comunque, non c'lt dub!>io che, per lo meno per quanto riguarda le intenzioni, il gruppo dirigente era consapevole della necessità di formulare una nuova polltlco. Questo era vero tanto di Stalin e Molotov quanto di Rykov e Bukharln. Ma. dietro queste comuni aspirazioni, una differenza di accento era già palese tra gll Stalinisti e quelli che dovevano presto esser conosciuti come • raia Destra •· le dichiarazioni falle da Stalin e Molotov durante Il Congresso erano percettibilmente ph.i radicall nel tono. partlcolarmente in relazione atla linea di classe da seguire, ma le risoluzioni adottato dal Congresso erano piene di appelli alla prudenza e alla moderazione. appelli che riflettevano piuttosto l'atteggiamento dell'ala Destra Nel franempo, Rykov aveva molto chlaramento adottato una llnea tendente alla • lndustrlallzzazlone •. Egli aveva accet• tato non solo la necessltà della perekachka (il pompare le risorse dal settore agrlcolo nell'Industria) ma anche Il principio della priorità dell'industria pesante. Lui. Kallnln e Bukha. rin erano preparati a !Imitare le attività del kulaks e ad adottare misure plU energiche in favore della colletlivlzzazione. Ma nella misura In cui se ne occuparono. gll obiettivi erano moderati, e tutte queste misure dovevano rlflettere un loro grado di prudenz, Essi non avevano pensato a un programma d'urto: già sospettavano qualcuno del loro colleghi di volere cavalcare II briglia sciolta. e per questa ragione le risoluzioni precedenti Il Congresso costituivano un'ampia testimonianza della necessità di equlllbrlo e moderazione. Nel• l'ottica di Rykov. qualslasl sforzo volto all'industrlallzzazione che non fosse condotto con la dovuta cura doveva probabilmente sboccare in una crisi d1 ampie pr<>porzlonl. A questo modo, anche la perekechka doveva essere moderato nolla sua appllcazlone, senza eccessi; la llmltazlone del• le attlvllà del kulakS doveva essere ottenuta unicamente con misure economiche e di tassozlone. la struttura della Nep e I suol metodi dovevano essere preservati. Il che significava che I Nepmen. gll uomini dei ceti medi e I kulaks. sarebbero rimasll. Peraltro, questo ora implicito anche nel programma

della Sinistra. Molotov da parte sua aveva giurato che la Nep avrebbe contli,uato ad esistere. finché sarebbero esistite le fattorie a conduzione privata. Ma In questo caso una certa ambiguità era opp<1rentecirca la definizione della Nep. la differenza tra Stalin e Molotov da una parte e Rykov e Kalinln dall'altra, emergevano particolarmente chiare nel problema del kulaks. Stalin e Molotov erano distintamente plU ostili verso questo partlcolare strato soclale, e addirittura par• lavano In termini di • liquidazione •. Questa era la base delle dicerle che clrcolevano tra I funzionari di piU alto grado circa l'Imminente dissoluzione della Nep. Ma Indubbiamente _nessuno del leaders In questa fase vedeva cosi lontano. Durante questo Congresso li tema della • collettlvlzzazlone • lnnegabilemente figurava molto piU seriamente di quanto fosse stato prima li caso. All'ultimo minuto un'affermazione che non figurava nel progetto lnizlale preparato dal Comitato Centrale fu addirittura aggiunta alle risoluzionl (prima della conciuslone del Congresso) circa • l'essere la collettivizzazione d'ora innanzi Il maggior compito del Partito nelle campagne •· Una tale dichiarazione non fu fatta da nessuno di coloro che presero la parola al Congresso. Ma quali che fossero i motivi celati dietro l'Inserimento di questa clausola nelle risoluzioni, nessuna delle correnti in evidenza a quel tempo diede l'Impressione d1 aspettare qualcosa d'altro di un processo gra• duale. basato principalmente sulla capacità dello Stato di fornire adeguati mezzi tecnici. la piU risoluta. la plU radicate nota suonata da Stalin e Molotov sull'argomento delle cotlettivlzzazione era In pratica l'espressione di un obiettivo moderato quale quel• lo di rafforure Il peso speelflco degli elementi collettivlstlcl nelle campagne, ma niente plU che questo. Fu Rykov, nel suo discorso di chiusura, a sottolineare le nuove prospettive per lo sviluppo socialista nel paese quali riflettute nelle rlsoluzlonl, e fu Molotov a dichiarare • Nien• te fantasie! • In questo contesto. In ogni caso, In que• sta particolare fase nessuna delle due correnti si occupò di altro che di obiettivi generali. Oltre Il desiderio di un cambiamento di polltica, ancora non c'erano programmi concreti. Per quanto riguarda l'agricoltura, poche decisioni pratiche furono prese. Quelle che venivano prese si riferivano princlpalmente alla messa a punto del • Soyuz soyuzov • per l'ammlnlstrazione della cooperazione rurale e del dipartimento agricolo del Comitato Centrale Ce a un llvello plU basso della piramide del Partito). Quanto alla globale politlca economica e sociale, poche de<:lsionl pratiche a breve termine furono prese. Come sappiamo, il piano qulnquennale doveva essere adottato non plu di un anno e mezzo ph.i tardi. Le gran parte del delegati non sembrava neppure pensare che qualcosa di nuovo era venuta fuori da questo Congresso. Ma fra I membri del gruppo dirl• gente, d'altra parie, c'era la convinzione diffusa che una svolta era stata compiuta, sebbene nessuno tuttora sapesse la via che stava davanti. li ruolo della • crisi del grano• La crisi della raccolta di viveri prese Il Partito alla sprovvista. Ancora nell'ottobre 1927. Stalin aveva pubblicamente 85· slcurato Il paese che la politlca sinora perseguita aveva riscosso successi e che tutto andava bene. In particolare, egli dichiarò che le relazioni con I contadini erano eccellenti. Questo non poteva essere stato un semplice caso di traviante • ottimismo ufficiale •. perché una affermazione talmente ma• laccorta non sarebbe stata fatta se Stalin avesse previsto ciò che egll avrebbe succintamente descritto come lo • sciopero del contadini •· Quando le consegne raggiunsero un livello pericolosamente basso e l'atteggiamento dei muzhik minacciò di causare la penuria nelle città, il Politburo capeggiato da Stalln. decise di far ricorso alle misure di emergenza. Di fronte a una qualsiasi minaccia le reazioni del gruppo dirigente erano automaticamente condizionate dalla sua esperienza nella guerra civile. Ciò che accadde in effetti fu la mobililazlone delle risorse del Parti• to, l'invio di plenipotenziari con poteri di emergenza e di brl• gate di lavoratori, la repressione e la purga di autorità che erano state ritenute essere o Inefficienti o recalcltrentl, la messa a punto di troiki per organizzare la raccolta del grano, ecc. l 0operazione fu di carattere mllitere. come era stato il caso durante la guerra civile. Parimenti la • linea di classe • fu della stessa Ispirazione: al contadlnl poveri fu promesso Il 25% del grano confiscato con Il loro aiuto al contadini bene• stanti. La clausola 107 del Codice Penale introdotta nel 1926, concernente gli speculatori, fu Invocata contro I contadini che nascondevano il grano. Comunque. a dispetto • dell'attegglamento di classe • e delle accuse rivolte al kulak e al contadini benestanti (In questa fase poco rillevo fu dato alle differenze che potevano esistere tra le due categorie) - Stalin ufficialmente spiegò gli eventi come • uno sciopero del kulak • - la radice reale del problema stava altrove. Stalin lo sapeva e lo disse. In un altro contesto; anche Mlkoyan fece una dichiarazione di que· sto tenore nell'organo del Partito: la maggior parte del grano che doveva essere trovato non era nelle mani dei kuleks. ma piuttosto In quelle del serednyakl, I contadini medi, e loro non avevano incentivo a vendere finché non c'era nulla da acqul• -11

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