1...-------------. I tiva. che pure discendeva, obiettivamente ed inevitabilmente, dalla esigenza di generalizzare quel • salto • di capacità produttiva compiuto da una parte del tessuto capitalistico italiano. Tutto ciò andò configurando. nello scorcio de11'u1tima legislatura. la matur.azione di una crisi complessiva di gestione, come manifestazione dell'impossibilità oggettiva, per il cen1rosinistra moroteo. di contenere quelle contraddizioni proceden• do rapidamente nella direzione avviata. 11complesso della gestione statale si trova cosi. in quel periodo, stretto da ques10 ordine di contraddizioni: da un lato essa era ormai disfuzlonale con l'esigenza di un suo adeguamento alla rinnovata scala dl produzione <lei settori avanzati dell'economia: dall'altro essa era impotenle a varare il complesso delle riforme progr3mmatiche previste. stante l'impossibllllà di escludere dalla gestione e, ancor prima. dal mercato, gli lnh:ressi dei setlori arretrati, complesslvamente pc• santi e condizionanti, sia pure in maniera passiva, i tempi e i modi della politica di ristrutturazione. Ciò che in questo modo entrJva In crisi era il carattere di fondo della stessa coalizione di centro-sinistra basata da un lato sull'ipotesi di un'integrazior:e della classe operaia nella ge• stione deila crisi e della politica di ristrutturazione capitalisti• ca, dall'altro sull'ipotesi che tale politica generalizzasse rapidamente le istanze provenienti dalla svella kennedyana sul merceto monc11ale,consentendo di rinnovare progressivamente, In un processo • a cuneo • che prendesse avvio dai settori avanzati, l'intera scala di produzione sulla base di nuove e plU ele· vate medie produttive. In questo ambito la chiamata della socialdemocrazia alla gestione dello Stato doveva realizzare, in termini di Ideologia dell'Integrazione. l'obiettivo della subordinazione dell'Intera classe operaia al disegno di ristrutturazione capitalistica, In termini di rovesciamento su di essa del maggiori • costi • di tale processo. come base per 11mantenimen· to di una mediazione che contenesse le contraddizioni del fronte padronale, antro cui contrattare I tempi e l'entità del ridimensionamento del settori arretrati. Incapaci di recepire le sollecltazloni alla ristrutturazione. A questo fine la socialdemocrazia non era (né poteva essere) chiamata a realizzare direttamente il disegno di integrazione della classe operaia. quanto piuttosto a rappresentare la complessiva tematica governativa della programmazione e delle riforme, come tramite per la definizione del rapporto tra governo e opposizione In parlamento. nelle amministrazioni locali e nel nuovi organi del piano. Ed In effetti questo disegno costrinse su un terreno difen• sivo ed irto di impacci I partiti operai di opposizione e ancor piU (passarido la contrattazio1le politica all'interno delle proprie istanze direttive) il sindacato di classe. Questi. impegnali sul terreno di una risposta posiliva alla pohliva governativa di programmazione e di riforme. pretesero di considerare tale aspetto dell'attività di governo come d1stmto dalla complessiva politica dì rìstrulutrazionc c.ipitalistica. facendone oggetto di battaglia democratica e d, alleanze sociali e politiche (il sin, dacato nelle sedi decentrate della pr09rammazione. ,I Crpe, e nel Cnel, i parliti in parlamento) per sottrarlo alla sua 1>rctesa subordinazione agli interessi del capitale monopolistico. op· ponendo a ciò le parole d'ordine della • programmazione dc• mocratica ~ e della • democrat1zzaz,onc dello Stato•. Tale ipotizzata separazione, in quanto non coglieva l'obicttivt:: funziomt· lità della politica di piano e di riforme al disegno d1 genera• tizzazlone della ristrutturazione capitalistica. comportava per le forze di opposizione da un lato l'assunzione degli aspeUi pi(l velleitari delta r,olitica di piano e di riforme come terreno fon. damentalc di contrattazione politica. in effetti vuota: dall'altro la pretica Impossibilita di superare un terreno difensivo di opposizione alle conseguenze sociali della ristrutturazione capi• talistic1, o manifestazione realistica, in termini di disoccupa. zlonc. soi.occupazione, sottosalario. esodo. di quegli obiettivi • occupazionali • e di • sviluppo equilibralo • che venivano recepiti dal governo nella battaglia parlamentJrc. Con il manìfes1arsi, dunque. e con l'accuml1iarsi delle contraddizioni suaccennate. provocate dal tentativo di generalizzazione delta ristrutturazione cepitalistica. cessano le condizioni obiettive perché la gestione • kennedyana • dello sviluppo capitalistico conservi la propria efficacia. La necessità. infatti. di rivedere i tempi della riorganlzzazior.e produttiva in rapporlo al peso e alla acutezz2: delle contraddizioni dei settori arretrati dell'economla e. correlatamente. la necessità di mantenere la subordinazione de!la classe operaia in una siluazlonc in cui si ma11ifcst3 con drammalica ehiarezz:, il contenuto di classe della politica d1 ristrutlurazione. mandando in pezzi ogni velleità di integrazione: tali necessità paralizzano l'attività di governo. in primo luogo quella volta a definire i criteri e gli istituti complessivi dì Jdeguamento della gestione statale alla ristrutlurazione produttiva. riducendola o intervento ordinario. In questo qu;:dro la crisi di gestione su cui si chiude la leglslatura copre la crisi complessiva della polltica soclaldemo• cratlca e l'eslgenza. per la Dc. di ricostruire su base rinnovata una mediazione politica atta a recepire parte dei problemi aperti dal contraddittorio procedere della ristrutturazione: per i partiti di opposizione. infine, l'esigenza di interprelare in maniera piU conseguente il fronle di opposizione a questa politica. che tende ad esprimersi In un crescente movimento d, massa. - 87
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