giovane critica - n. 20 - primavera 1969

tari Jt opposiz;on~ e dai parlili sulla riforma dell'istruzione, rispetto alla loro cc.1pac1t;d) 1 doro risposla allcrnot1va ad un rapporto d1 lunz1011.1l1tc,1ap1tJl1s11caumvcrs1tJ socielà da tem• po in crisi. c. in c1O.ad mtcrprelare le istanze che le masse <studentesche .ind;wano opponendo a detta crisi Ristrutturazione c;1pit.1listìca e centro•sinistra In Italia, all'inizio degli .inni '60. in par11col.ire a seguito della • recessione economica•. che pose fine alla fase di ra• zionalizzazion(; p~omossa dalla politica d1 intervento pubblico o porHre dol 1958. m:)tura l'esigenza d1 una risposta in termini di ristrutturazione del tessuto produttivo alle istanze di inie• graziane dei mercati europei postulata da11'apertura del Kenncdy Round. L'allineamento • kennedyano • si esprime In Italia con la scelta di ristrutturare i seuori e gli strati • competiti vi • del tessuto produttivo. come via obbligata per produrre un salto d1 capacilà produttiva Ml complesso dell'accumuhnione, dando luogo ad un allarg::i,mentocomplessivo della scala di produzione. Ciò. altres1. fa m~turare !"esigenza di un intervento statnle fondato su un3 pohtica funzionalmente selettiva ai pi3• ni di ristrutturazione (politica creditizia innanzitutto). e capace d1 • sociclizzare • i costi del processo. sia in termini di politico dt sostegno (politica dei prezzi, assistenziale e pre• vidcnziale). sia in termini di • fiscalizzazione degli oneri socia• li ... sia. infine. in termini di rovesciamento dei costi econo• miei e soc:oli suO'intera classe operaia. aumentandone la • concorrenzi'.l• (e .iccentuandone I.i selezione) sul mercato del lavoro (disoccupazione. sottoccupazione, sottosa1ario, dequalificazione di m.lssa ai van livelli di inserimento nel processo produttivo). e contenendo rigidamente la dinamica salariale. La politica ec,,nomica del governo si fonda. in questi anni, sul tentativo di funzionalizzare la rigidità dei criteri di intervento posti in atto (fossero essi i provvedimenti • anticongiunturali • o quelli. successivi, di traduzione legislativa set• toriale degli obiettivi di oiano) ad un'ipotesi complessiva di ri• compos1zicne del tessuto produttivo e di • sviluppo equilibrato• (la progr.immaz1one economica e il complesso delle annunciate riforme istituzionali). In definitiva la politica di programmazione governativa e i programmi di riforma dello Stato e dei servizi sociali manifestano la loro piena funzionalità con i processi di concentrazione avviati nel tessuto produttivo. in quMtO risposta all'obietllvJ esigenza di definire criteri unitari e complessivi di intervento pubblico sull'economia, omogenei a quelli adottati • straordinariamente • di fronte alla recessione congiunturale. e cioè di intervento sulle strutture, di selettività dell'investimento e del credito ai vari livelli d'azienda, di zona. 86 - e di settore, atti o promuovere la 9cneralizzazione di detti pro• ressi: e i11quanto. su qucst:i base. risposta alrobiettiva esi• genza d1 funzionahzzarc gli stessi strumenti Istituzionali di gestione alla politica promossa {in questo senso sono da analizzare i programmi di decentramento amministrativo e riforma della P.A. in rapporto ai nuovi orgJni decentrati del Piano: di riforma dei ministeri e del loro coordinamento. come centralizzazione del controllo sull'Jccumulazione cd efficenza nel mo• mento di reale recupero delle unilateralità dei c.ipitali individuai! alla coscienza dell"intcresse generale o Esecutivo: di riforma tributaria, con adeguamento del controllo e rlnnovamen• to dei criteri di individuazione delle classi di reddito; di rifor• ma dei principali servizi. dall'urbanistica ai trasporti. dalla sa• nità alla scuol2). Entro il quadro complessivo descritto la pratica di ristrut· turazione capitalistica. concentrata prioritJriamente sui sello• ri avanzati del tessuto produttivo, svolse un suolo propulsivo e di sostegno dell'intera economia. Su tale base l'Italia esce dalla recessione. s'inverte la tender,za alla diminuzione degli mvestimenli. si accrescono i tassi di sviluppo dei settori de• cisìvi, si registra un progressivo avanzo della bilancia dei paga, menti e una notevole st.-ibilità monetarla. segni evidenti di uni'.l r.'.lggiunta • competitività • di parte delle merci italiane sul mer• cato internazionale. In questo ambito. però, l'esigenza di gene, ralizzare il processo di ristrutturazione al complesso del tessuto produttivo, andava provocMdo un forte fronte di reslsten• za fondato su contr.iddizioni obbiettive, potenzialmente critiche per la stessa continuità del processo dì accumulazione com• plessivo. Il processo di innalzamento selenivo della capacità produttiva. promosso dalla politica economica governativa, pro• vocava infatti l"accentuarsi delle contraddizioni tra strati di imprese avanzate e arretrate, tra settori (industria/agricoltura in primo !uogo) a composizione organica media piU elevata e pili bassa. Ciò prospettava la marginalizzazione e la espulsio• ne di Vi'.ISti strati produttivi; il conseguente aumento genera• llzzato della disoccupazione: la rottura del fronte padronale: la contrazione della scala di produzione complessiva, con il conseguente calo del volume della produzione e lo sconvolgimento dei rapporti quantitativi di scambio sul mercato, soprattutto Interno: la riduzione. per i settori avanzati, della possibilità di drenare. In relazione alla dinamica della fissazione del prez• zi di mercato. parte del valore prodotto dal settori arretrati, e. quindi. la contrazione dei loro stessi tassi di sviluppo. Nel mezzogiorno. in particolare. in quanto area complessivamente a composizione organica media inferiore alla composizione organica media nazionale. tali contraddizioni si presentavano assommate. in termini di pratica imposslbllità di recepire. nei tempi e nei modi postulati, l'istanza di ristrutturazione produt•

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