mente fatto parlare l'operaio spagnolo, gli abbiamo fatto raccontare al mo;,do intero ciò che ha fatto per conquistare e difendere 1a su.i libertà e I suoi diritli soci.ili •. La prima, delle quattro parti del libro tratta del carattere 9encr.1le della • nuova economi.i collettiva ., d:lndo nello stesso tempo a1 lettore. in un sommario allegato sull"• economia catalana •, la spicg.izionP. materiale della posizione preminente di Barcellona nel1"cconomia complessiva spagnola e del ruolo decisivo. basato Sl• di O?ssa,che svolge l'operaio industriale nelle lotte sociali della classe operaia spagnola. Nella seconda parte vengono esposti i rnctod, e i risultati del lavoro collettivo in capitoli suddivisi a seconda delle varie attivilà industriali. la terza e quarta parte offrnno una descrizione, suddivisa secondo regioni 9eografiche. città e paesi. relativa <:illanascita e allo attuale funzionamento di un·cconomia collettiva portata a termine più o meno completamente. A differenz.i d, tanti altri • decreti di socializzazione • della pili recente storin europe:>. il dccre10 di collettivizzazione completamente riprodotto del Consiglio economico catalano del 24· 10-1936 è solo una legalizzazione a posteriori di una trasformazione in quel momento complet-,mcnte portata a termine per la maggior p.:irle delle industrie e dei trasrorti. • Esso non contiene nessuna inizi.itiva speciale che vada al di là del quadro precostituito del movimento spontaneo degli operai •. Non vi erano delle lunghe indagini sui • compiti e limiti della collettivizzazione ■, un qualsiasi organo collettivo convocato ad hoc è privo di ogni -1utorità pratica tipo la famigerata ■ commissione speciale pernwnente • delli\ rivoluzione francese del febbraio 1848 e del suo successore storico. la ■ commissione di socializzazione • tedesca del 1918 19. Il movimento sindacalista anarchico spagnolo preparato a questo compito da molti anni, in discussioni incessanti diramate dalle grandi città fin nei paesini piU remoti di campagna, era molto bene informato sui propri obiettivi economici e aveva una concezione molto pili realistica sui primi passi per il raggiungimento di questo obiettivo che non il cosidetto movimento operaio ■ marxisti\ • nel resto dell'Europa quando doveva affrontare situazioni analoghe. Esso si preoccupava soprattutto in questa prima fase ass:li poco di predisporre delle garanzie politiche e giuridiche per le nuove condizioni di vita economiche e sociah create per la sua iniziativa. Ma perfino questo errore iniziale riparJbile pili tardi solo imperfettamento. era quasi inevitabile in questa situazione particolare. Non vi era allora in tutta la Catalogna né un'autorità né un Parlamento tranne li ■ comitato delle milizie antifasciste • formato dagli esponenti stessi del movimento operaio libertario. Non vi erano neanche dei grandi proprietari capitalisti da espropriare. Una parte notevole delle maggiori impre~e apparteneva al capitale estero. I suoi rappresentanti erano stati come anche i proprie82 - tari fondiari locali dei partigiani più o n-.eno aperti dei generali ribelli Gli uni e gli altrl erano fuggiti dopo il fallimento della rivolta di Franco a Barcellona. se non avevano abbandonato già prima come Juan March e Françoi:. c~mbo 1::i patria destinata alla guerra civile. L"offensiva de9li opua, c:italani contro il capitale illustrata in questo scritto rassomigliava in questa sua prima fase ad un.i lotta contro un nemico invisibile: i direttori delle grandi ferrovie. le società dei trasporti municipali, le società di navigazione del porto di Barcelonetta, i proprietari delle fabbriche tessili in T3rrasa e Sabadell erano spariti. ~d era quasi un'eccezione qwrndo, come nel caso della presa di possesso dei tram di Barcellona. si trovava ancora qualcuno. nei palazzi amministralivi deserti delle grandi società monopolistiche, cui gli operai potevano lasciare la vita e la libertà. Cosi il prohi1ariato catalano poteva installarsi a suo comodo nelle imprese e negli uffici abbandonati dai loro precedenti proprietari. Le ■ Imprese collettivizzate • continuavano a fun· zionare dopo il loro pass,:19gionelle mani degli operai, in maniera analoga alle • società per azioni dell'economia capitalisti• ca •. • Le assemblee geMrali dPgli operai procedono all'elezione del '"Consiglio" in cui sono rappresentate tutte le fasi della attività della impresa: produzione. amministrazione, servizi tecnici. ecc.• mentre il collegamento permanente con il resto dell'industria è assicurato d<1irappresentanti delte centrali sìndac:ili che partecipavano ugualment:, alle sedute dei consigli e ■ la gestion~ dell'azienda stessa rimane affidata a un direttore eletto nelle imprese piU importanti previo consenso del consiglio generale dell'industria interessata. direttore che si ldentificova con il proprietario, amministratore o direttore precedente della impresa socializzata •. La somiglianza esteriore non significa affatto che la ■ collettivizzazione • non .1bbia portato dei mutamenti essenziali al modo d1 produzione delle imprese Industriali e commerciali finora praticato. Essa dimostra soltanto la facilità relativa con cui queste trasformazioni radicali e profonde avvenute nella produzione. nell'amministrazione e nel sistema remunerativo, le quali vengono documentate continuamente in questo scritto, potevano essere attuate senza grandi mutamenti formali e organizzativi dal momento - com'era qui il caso per delle circostanze felici - che la re'iistenza dei potentati economici e politici finora dominanti era neutralizzata per un certo periodo e di conseguenza gli operai armati potevano passare dalla soluzione del loro compito dl lotta puramente milllare subito alla conlinuazione e ristrutturazione della produzione alla quale essi nel loro sogni apparentemente cosi esuberanti e • utopici • si erano preparati cosi intensamente durante il periodo precedente. Questi operai avevano preparato perfino per quel compito
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