no alla lotta economica, alla sfera dei rapporti tra operai e padroni; sl postula. Invece, • un rapporto che parte dalla po, liticlzzazione e c.rganizzazione di massa per arrivare alla ere• sciiti e al collegamento delle avanguardie di massa, in una di· namlc.i dialettica permanenle • e nella prospettiva non di un esito guidato delta calastrole economica del capitalismo ma • di una lotta armata di lunga durata "· • Il probtema non è di porsi alla testa delle masse, ma di essere la testa delle masse•· L'avanguardia è cosi interna, non Istituzionale e di massa (cioè, nasce en1,o i vari strati sociali a partire dalla loro particolare collocazione nei rapporti sociali di produzione); entra in contl'\lto con gli a11ri s1ratl sociali come rappresentante cosciente dl tut10 un settore in lotta. Il compito rivoluzionarlo • non è di offrire un riferimento amministrativo, il nuovo par• tito, ma di mettersi al servizio dell'organizzazione autonoma delle masse •. la variante romana, per quel che si capisce da enunciazioni piU private che pubbliche e programmatiche, consiste nel concrelizzare e fondare la nuova struttura embrionale del partito sui comitati di base nelle scuole, nelle facollà, sui comitati di quartiere (abbraccianti vari strati sociali). sul comitati studenti, c.perai. ecc. I quadri che si formano nelle lotte di settore e nel contalli fra I settori sono il nucleo del partito. A Roma - quindi - il partito viene recepito (ben piU che a Pisa). ma sempre con i caratteri di un'avanguardia Interna e - a nostro giudizio - come trascrescenza mistica del lavoro dl massa. b) Una llnea che si può cosi riassumere. la lotta economica è lotta politica, anzi è la vera 1011apolitica. Per lotta economica si deve Intendere la lotta che oppone immediatamente operai e padroni e mette esigenze operale ed esigenze capita• listiche le une contro le altre in contraddizione irrisolvibile. Questa è la contraddizione principale, e se viene portata alle sue estreme conseguenze, è l'unica che permette un superamento della società capitalistica. Si tratta dunque di tendere all'estremo questa lotta, radicalizzando le richieste sulla base delle esigenze operale. Questo tipo di lotta inceppa Il sistema. perché mina il suo meccanismo di funzionamento: Il sistema non può funzionare se la classe operaia non si adegua alle esigenze del capitale: l'Insubordinazione operala apre perciò una crisi rivoluzionaria. Fondarsi sui biso~nl della classe operaia, mobilitare ~enza riserve la massa operala su questi bisogni. condurre la lotta di massa senza lregua e radicalmente, è tutto ciò che è necessario e sufficiente per la rivoluzione. Gli studenti rientrano in questo quadro solo se e in quanto sono anch'essi classe operaia. Di qui due conseguenze: \'attenzione rivolta esclusivamente agli studenti tecnico-scientifici. come a quegli studenti che entreranno nella produzione e costi• tuiranno la nuova classti operaia, e la tematica di lotta nella scuola, tutta incentrata su quegli obbiettivi che. al pari delle richieste operaie. l>toccano la scuola, bloccano I.i riC('rca 111 un~ parola Inceppano il sistema e non gli permettono d1 funzionare (provocano una disfurmonc permanente). Va da se che in que• sto quadro il problema del partito non lrova alcun posto. Conseguenza pratica d1 questa posizione è che questa tendenza, a differenz.i degli altri che restano bene o mate legati al M.S. e ai suoi problemi. usa strumentalmente del MS. per reclutare quadri per il lavoro operalo del tutto cocrcn1emcn10 del resto. con la sua ipotesi che gli studenti !tecnici) sono la lutura classe operaia. composta essenzialmente da tecnici. Due fatti nuovi caratterizzano il rapporto fra M.S. e Ione politiche irnliane .;ll'inizlo del 1969: la svolta del Pci e la fa. ticosa gestazione della riforma Sullo, nelle sue articolazioni legislative e amministrative. Finita la lunga conversione tattica a sinistra. operata a partire dalla primavera del 1968 (alla vigilia delle elezioni e in presenza dei falli di maggio) il Pci, dopo il Xli congresso, ha preso atto della debolezza oggettiva e del persistente antirevisionismo del M.S. e, preoccupato di un inserimento gover• nativo, è tornato a criticare l'estremismo studentesco, separando le esigenze • sane • di riforma dalla • irresponsabilità • sovversiva, distinguendo simmetricamente s1udenti • buoni • e • cattivi •, poliziotti • buoni • e • cattivi • (Butatrni) L'astensione sutl' o.d.g. della maggioranza sulla scuola (marzo 19691 segnava - significativamente - ,I primo passo verso la • nuova maggicr13nza., con l'assunzione di un< posizione correttiva all'interno della logica riformista di Sullo. Ciò comporta da un lati) il riacutizzarsi del contrasto Pcì-M.S.. dall'altro la virtuale ege monia comunista sugli strati moderati e • democratici • degli studenti e dei docenti. D'altro canto, non a caso proprio net settore della scuola il c~ntro-sini!tra ha dato sinora prova della sua iniziativa ri, formista piU vivace. quasi ad affrontare una prova di forza sul terreno piU rischioso e decisivo. ma anche in precisa rispondenza ad istanze della struttura produttiva e della borghesia capitalistica. 3) Possiamo essumere come denominalore comune di tutti i vari progetti o 3bbozzi di riforma presentati negli ultimi anni la sempre plU pressante esigenza. che muove dai settori trai, nanti della nostra economia, di una piU organica e completa saldatura tra fase di sviluppo capitalistico e formazione professionale. ~ però vero che queste istanze di fondo di una società capilalistica - che non può consentire piU. in questa fase del suo sviluppo, al livello delle sue strutture, sacche di arretra, tezza (specie poi in un settore cosi centrale come quello della scuola) - hanno spesso trovato, a livello politico. risposte - 69
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