JI con1rattacco ed è al contrattacco, nelrarea di opposizione, anche 11Pci, che vuole recuperJrc il dissenso e t'even,Mtà della sua sinistra per poter accedere nl governo. nel lun90 periodo, sull'ond.11adelle lolle sociali. Il governo. grazrc sopratlutto ai margini di manovra consent1t1gli dalla necessità di all::irgare il mercato interno (anche su s0Uec1tazioni degli nmb1en11 finanziari internazionali). può fare alcune conc<..ssioni (cfr. pensioni. finanziamenti per la scuola. decretonl?. ecc.) e c3lmare alcuni malcontenti, rinviando cosi i tempi d1 un :-ccordo organico con il Pci. Va valutato i11questo senso il conflitto fra elementi • moderati • {ma per nulla inclini al colpo d, Stato mitizzato artificiosamente dal Pci) cd elementi • riformisti • in seno sia all3 Oc che al Psi Probabilmente anche le prossime scadenze contrattuali vedranno un3 cert3 disponib1litil governativa a fare concesltioni economiche. in cambio. però, di ferree garanzie di disponibilità trienMle della ::lrisse operaia attraverso la mediazione dei sindacati. Soldi si, ma controllo • sindacale • sult::t classe e soffoo::amento di qunlsiasi sua iniziativa auronoma: contemporaneamente si cercherà di sanare le piaghe pili imputridite del Sud Azione non facile. ricca di contraddizioni che. in parte. si son:> già manifestate a livello economico (linea Pirelh} e a livello politico {schieramento di Moro, dimissioni di Sullo, convegno della e base • a Firenze, dissensi nel Psi). I nuclei di avanguardia e i movimenti di massa dei comitati di base student!!schi e operai, hanno quindi dì fronte compiti assai difficili e impegnativi. non riducibili all'attesa di un nuovo e maggio •. m.> piunosto a una lotta di lunga durata. di cui i contratti sono una prima tappa importante (se affrontata in modo non economicistico) e di cui anche le lotte negli strati arretreti (mezzogiorno, edili) possono costituire un momento importante, previa rinuncia a miti ingannevoli e a facili e demagogici rivoluzionarismi improvvisati. In questo contesto l'abbandono della tematica puramente anti•autoritaria e dello stile di lavoro spontaneista viene de• dotto tanto dalla situazione politica generale (e dai condizionamenti internazionali dell'accordo Nixon-Breznev) quanto dalla logica interna di sviluppo e involuzione del movimento studentesco. Il riflusso del movimento studentesco dello scorso autunno, dopo l'ondata volontaristica dei primi tempi, ha con• sentito. anche attraverso momenti di crisi acuta, quali la fuoriuscita di numerosi quadri. un chiarimento ed un ripensamento sulle problematiche fondamentali che investivano un movimento politicamente cosi definito e che fino ad allora era vissuto In perenne dicotomia: lavoro operaio e logica del settore specifico. Quindi, tutte le linee strategiche del movimento studentesco dopo tale periodo vanno viste appunto come tentativo. 68 - pili o meno chiaro. di coordinare e dare una risoluzione unica a queste due problematiche. D'altra pari'?, il recupero dello specifico universitario. dopo le aote vicende ttvvcnturistiche deglt ultimi tempi dello scorso anno, era imposto .:mche dal mutamento delle posizioni governative e padronali nei confronti del movimento studentesco: l'apparato statale accantonava (tranne in alcuni specifici casi) l'elemento repressivo, combattuto in molli casi ano::he dalla pubblicistica aziendale (vedi Esso. Ol1vetli, Montedison), per strumentolizzare il movimento studente$CO anraverso riforme che cogliessero. al di fuori della eversività del movimento stesso. le istanze elficientiste fortemente volute dai cosiddetti professori democratici, veri rappresentanti in loco delle esigenze industriali, e da tutla 12politica delle ~ riforme strutturali. del Pci. Tale fatto, nonché l'allargamento del fronte di lotta ai medi, ha posto al movimento stud~ntesco il problema di una nuova strategia: infatti, la qualificazione di movlmento politico anticapitalista che. in verità. allraverso una repressione frontale ero, in prece• denz.l. lo stesso apparato borghese a vidimare, doveva essere cercata in una elaborazione autonoma ed organica di lotta contro il potere, che per la prima volta poneva il problema deU'org-,. nizzazion~ politica e di una strategia di massa del movimento studentesco. Al di là delle enunciazioni e delle posizioni tattiche, le real! posizioni che si contendono l'egemonia del movimento studentesco, in lotta orn occulta ora pubblica, possono essere cosi passate in rassegna: I I posizione di gruppi minoritari formalmente costituiti (Pc d'I, Unione, ecc.). pubblicamente sostenute nel movimento studentesco. ma in realtà piuttosto esterne ad esso e generaln1en1ecritiche o riluttanti ad un impegno specifico nel settore; i marxisti-leninisti di varia osservanza, comunque, accusano Il movimento studentesco di avventurismo piccolo•borghese. e sostengono. piuttosto in astratto, l'esigenza di una llnea di massa, autorivendlcandosi il ruolo di direzione partitica. 2) quinte colonne del partiti revisionisli che rappresentano in modo mistificato il M.S. all'interno dei loro partiti. e nel M.S. l'esigenza del partito: 3) componenti interne del M.S.. senza legami esterni e senza riferimenti a strutture d'avanguardia distinte e :;uperiorl al M.S. stesso: occorre distinguere almeno due tendenze: a) Il primo gruppo rappresenta una variante delle tesi prevalenti in Potere Operaio di Pisa (Sofrl) e che qui riassumiamo sinteticamente: Il lotta operaia, oggi. contrariamente al tempi di Lenin, non si rinchiude nel tradeunlonlsmo. ma raggiunge un valore immedla!o di contestazione polltica anticapitallsta: è anche cambiata I~ natura e la coltocazlone sociale degli intel lettuali. Cade quindi 11modello leninista di un'avanguardia ester-
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