giovane critica - n. 20 - primavera 1969

essere estraneità al movimenti reali. astratto volontarismo e autodefinizione (tipo PCd'I o Unlonel. Dobbiamo d'altra parte guardarci dal pericolo opposto. di immaginare il paftito come qualcosa che nasca spontaneamente dalla lotta di massa. tesi che in pratica equivale all'altra tesi che nega la necessità del partito rivoluzionarin. ~ vero che il partito non si inventa, è vero che non ci si autodefinisce partito, ma è anche vero che per il partito si deve cominciare già da oggi a lottare concretamente. Come' Anzitutto spiegando a noi stessi e agli altri che il partito non è un nome ma designa una organizzazione armata della teoria marxlsta-leninis13 che vive secondo il principio del centralismo democratico e che pratica la llnea di massa; in secondo luogo cominciando a misurarsi praticamente con questo tlpo di organizzazione. cominciando a sperimentare cioè forme di organiz• zazione che tendono alla centr31lzzazione democratica. che si unificano sulla bese della teoria marxista,leninista e che praticano correttam~nte la linea di massa. Dobbiamo quindi sconfiggere la tesi demagogica per cui I gruppi minoritari sono un male e vanno disprezzati. Questa tesi dimentica che ,I M.S. è nato dall'incontro di masse studentesche in rivolta con precedenti gruppi minoritari che hanno offerto a questi bisogni oggettivi una teoria politica adeguata; dimentica che la pratica corretta di un partito rivoluzionario bisogna impararla e che. quand,;:,le condizioni permetteranno di lanciare la parola d'ordine d~I partito, è necessario che in varie parti d'Italia esistano già delle forze pronte a raccogliere queste parole d'ordine. La valutazlone positiva dei gruppi minoritari non significa che non si debbano fare differenze tra gruppo e gruppo e soprattutto che non debbano implacabilmente essere criticati per ogni loro errore. Al contrarlo: Il partito non nasce dalla federazione di plU gruppi, dalla confusione ideologica, dalla pratica empirica e senza principi. La critic.i è necess.iria, l'unificazione pub awenire solo quando si è raggiunta una reale unità nelle teoria e nella pratica di massa. Ma è una lotta che tende all'unità, una critica che tende a correggere gli errori per unificarsi su una giusta teoria e su una giusta pratica. Lotta-unità è il principio che deve guidare nella loro pratica I gruppi che sinceramente vogliono il partito come guida del processo rivoluzionario. Questi gruppi però contribuiranno positivamente alla nascita del partito solo se praticheranno la linea di massa. Questo principio cl indica anche come e quando sarà possibile lan• clare la parola d'ordine del partito: quando uno o plU gruppi, praticando correttamente la linea di massa diventeranno espressione organica e dirigente di un settore significativo della classe operala. In questo caso si avrà un salto qualitativo: quel gruppo o quei gruppi che avranno sperimentato nella pratica I.i giustezza della loro linea. avranno creato dei reali qu.:idn. saranno espressione effettiva di masse oppresse. Intorno a<l una tale esperienza-guida sarà possibile chiamare a raccolta tutti i sinceri rivoluzionari e lanciare la parola d"ordine del partito; chi avrà dimostrato in praliC3 di essere org.inicamente l"espressione dirigente di tale esperienza avrà il diritto e il dovere di lanciare la parola d'ordine del partito rivoluzion3rio. Questo non s.irà allora un'invenzione o una proclamazione as1ra11a.ma l"espressione dei bisogni delle masse oppresse. Ma si badi bene: esso po!rà nascere perché già da tempo vari gruppi che praticano la linea di massa si sono preparati ad esso. Il maggio francese dimostra a contrario questa verità: le masse si sono sollevate, ma nessun gruppo è st.?to capace di dirigere a livello di classe operaia una lotta di massa signìfic.itiva. perché nessun gruppo preesistente aveva pr.iticato uno linea di massa. Condizioni .analoghe si sono verificate in Italia nel 1968-09: il •maggio• (cioè l'esplosione sponlanea dei contratti deri vanti dalla com;,rE.ssione capitalistica e tecnocratica sulla società) in questo senso c'è già stato, sia pure in modo fr.immentario e sopr:'ltlutto a livello studentesco. Il ~ maggfo •. sia per l'esperienza internazionale che per quella interna. non CO· glierà piU di sorpresa le forze borghesi e lo Stato: in questo senso è assurdo sperare nel verificarsi di una situazione ana• Ioga nel prossim'l futuro. Esplosioni come quella di Battipaglia. lungi dal costruire una riprova delle attese spontaneiste. ne sono la tragica e neg3tiva smentita; laddove manchi un"azione organizzata da parte di un'avanguardia la lolla di massa pili avanzata si spegne o è soffocata sul piano locale dalla repressione borghese, portando acqua al prestigio e alla strategia del rP.- visionismo. Il lento esaurimento del movimento studentesco spontaneista ne è ulteriore riprova. Un'altra conseguenza può essere dedotta dal maggio francese in tale contesto: la lotta salariale ed il livello avanzato delle rivendicazioni e dei risultati non mette in crisi, di per sé. il sistema, che può agevolmente recuperare il terreno perso cor, l'inflazione, quando addirittura non solleciti - come oggi in Italia - un innalzamento del livello retributivo per allargare Il mercato interno. Erra. e gravemente. chi si immagina che il puro rivendicazionismo salarlale nelle lotte contrattuali di fine anno poss.i avere da solo un valore politico, se non si inserisce In un discorso piU generale che. appunto. postula l.t formazione di una strategia globale e di un partito rivoluzionarlo, cioè di un'avanguardia esterna alla lotta economica immediata e capace di portare avanti una linea di massa. Oggi. la bo:ghesla. dopo Avola. Viareggio. Battipaglia, è - 67

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==