guardie del movimento studentesco e di rappresentanti di alcuni comitati operai, n.d.r.]. Manifestazioni, scioperi, ecc. la nostra partecipazione a manifestazioni. picchettaggi. scioperi. ecc. offre. sempre piU Il pretesto alla polizia per colpirci. Fatti irrilevanti sono sufficienti per provocare denunce con imputazioni di una certa gravità. Azioni compiute da centinaia di persone. talvolta anche senza la nostra iniziativa di apertura. fanno si che i compagni del Potere operaio, presenti o no. vengano estratti dall'insieme e sistematicamente denunciati. In questi ultimi mesi la situazione si è fatta particolarmente pesante. Evidentemente sl pensa: t) che il Potere operaio sia l'animatore delle lotte piU incisive e radicali; 21 che denunciando. arrestando. costringendo all'esodo. processando I compagni pili attivi, il Potere operaio sia messo in condizioni di non nuocere e che quindi Pisa torni a essere una città tranqullla, dormiente. e dormienti tornino a essere anche gli zelanti e ormai numerosi questurini. Naturalmente, se quelle sono le Ipotesi. quelle Ipotesi sono sbagliate in larga misura. Resta tuttavia Il problema. grosso. che possiamo essere privati per un certo periodo di tempo del lavoro del compagni fra i pili attivi. Che fare? SI possono e si debbono suggerire misure di cautela nel corso della nostra partecipazione alle lotte. che tuttavia sono I momenti pili importanti. pili esemplari della nostra azione Ilo si è visto per la Marzotto. per la Saint Gobain, per gll studenti medi e cosi via). quelli che ci consentono di stabilire I legami piU saldi e di conseguire I rlsultatl politici piU notevoli. Per cautela non si può perciò non intendere una corretta linea politica d'intervento. che non cl estranei mal dalle masse In lotta, che non prevarichi mal la loro iniziativa, che non ci dlslin• gua Insomma dalla avanguardia di massa neppure In questo campo con azioni avventate o avventuristiche. Mi pare che sia Il caso di parlare anche In questo campo di un giusto stile di lavoro, nel senso che qualsiasi battaglia che s'ingaggia va In• gagglata con Il proposito di vincerla, Il che presuppone una certa organizzazione preventiva e una valutazione fredda del rapporti di forza. SI ha Invece l'lmpressione che il pili delle volte si esalti in questa o quella lotta li ruolo personale. 1'erol• smo o la furbizia o la sfortuna di questo o di quel compagno. Ne deriva una sorta d'infantile ganzismo che è pericoloso perché nel quadro generale è una dimostrazione di debolezza e di disorganizzazione; è ridicolo perché non si vede che cosa conti la vicenda del singolo rispetto al fatto che la massa le abbia buscate e la repressione infierisca privandoci di vari compagni; è inco~cienta perché le chiacchiere possono d1vcn• tare spunti utili oer le spie della polizia e per 1 polmolli stessi Bisogna tener presente che un'azione • ,llegale • a c1c1o aperto. pubblica. è possibilP e utile solo se e lina grande mass:i :i effettuarla: sennò il piU d~lle vohe è stupida e controproducen• te. comunque scarsamente esemplare e redd1t1zic:;e che in ogni caso non si possono inserire nell'azione d1 massa ob1et11vie decisioni di singoli o di pochi compagni di tipo nvventuristico. Di qui la necessità che la nostra partecipaz,one a queste marnfestazioni venga per quanto possibile discussa. che d1 volta 111 volta si incarichino i compagni di dirigere la nostra forza e che ci si convinca che la lezione milité\re di Mao sui rapporti di forza è un.: lezione politica. valida in tutte le siluazioni. Ma c'è un altro ounto. Il fatto che si cerchi di liquidare i compagni piU attivi è determinato anche dalla valutazione che, tolti dalla circolazione i compagni pili attivi. il Potere operaio si afflosci. perda vigore. e che quindi le lotte studentesche e le lotte operaie declinlno. $'!! questo è vero, da un lato si esagera il ruolo effettivo del Potere operaio, ma dall'altro si rende grave !a sua situazione. Ma se aumenta l'impegno di tutti i compagni. se si ottiene cioè lo scopo di questa nostra riunione. si disarma anche la repressione. la si scoraggia. perché dall'aumento dell'impegno di tutti i compagni, dalla migliore qualifica• zione politica di tutti i compagni deriverà il fatto che nessuno di noi è indispensabile anche se ciascuno di noi è prezioso. e che inoltre aumenteremo le nostre forze. le moltiplicheremo. Questo è in prJtice un atteggiamento offensivo contro quello difensivo che cl obbligasse a una cautela tale da sparire o quasi dalla scena durante le lotte o da costringerci a parteciparvi in modo clandestino. Dobbiamo fare anche l'abitudine al lavoro clandestino. cominciando a educ3re la nostra lingua che. in generale, meno si muove e meglio è. Ci sono poi altri problemi che non è il caso di trattare in questa sede e che esulano da1 Potere operaio anche se, prima e poi. c'impegneranno [ ...]. Mi pare che non cl sia altro da dire a proposito di ciò che c'è e di ciò che cl dovrebbe essere Immediatamente nella nostra organizzazione. Aggiungo solo, e non vuole essere affatto un pistolotto, che stiamo attraversando un momento difficile da cui possiamo uscire bene oppure male, e uscirne male significa sparire. Probabilmente il modo ptU giusto per verificare la portata del proprio Impegno è quello di contrastare l'abitudine n • far visita ~ al Potere operaio, la curiosità di seguirne le vi• cende, l'interesse soltanto per I momenti di particolare tensio• ne. Probabilmente. per contrastare efficacemente slmlli atteggiamenti vale la pena di ripensare ai motivi personali per cui si è scelta una milizia cosi impegnativa, e poi quanto del nostro cervHl1o diamo ad essa In rapporto agli obiettivi non personali - 63
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