giovane critica - n. 20 - primavera 1969

un Involucro vuoto e privo di potere, quale possibilltà c'è di rivalutarla con un contenuto riformistico quando i rapporti di potere alla base. nella produzione e nella società, restano quelli che sono? h) da qui la necessità che le lotte portino a una organiz• zazione nuova. schiettamente rivoluzionaria, che ponga fine a condizlonl di vita insopporlabili, allo sfruttamento e alla sollo• missione. e che quindi faccia esplodere a vantaggio dei proletari la contraddizione In cui si trova il partilo comunista: da qui i nostri particolari compiti, le nostre necessità d'impegno Immediato. L'azione del Potere operalo ha avuto come obieuivo immediato quello di stablllre un rapporto con le masse partecipando alle loro lotte e interessandosi, per conoscerle, alle loro condizioni. Non slamo partiti con una teoria precostituita anche se avevamo delle Idee In testa, frutto di precedenti esperienze politiche, di studi e letture, anche se. cioè, molti di noi erano marxisti. ~ stata, questfl, una giusta impostazione politica che ci ha consentito di pensare alla rivoluzione con sempre magglo~e sicurezza e sempre minore velleità a mano a mano che nuove lotte con i loro nuovi contenuti hanno dimostrato che la prospettiva rivoluzionaria camminava su gambe proletarie e non era una fantasia di solitari pensatori. Su questa strada Il lavoro piU grosso comincia ora: ora che le gambe proletarie si sono messe In cammino. La nostra azione cl ha consentito anche di non scavalcare il livello delle lotte con i loro contenuti, e di cercare di coglierne. dove è stato possibile, I momenti e le occasioni piU avanzate. Abbiamo cercato cioè un contatto e un rapporto con le avanguardie delle lotte, le abbiamo anche sollecitate: non abbiamo commesso l'errore di astrarci con fughe in avanti. o di isolate! In nicchie ideologiche. Tuttavia, proprio nel momento in cui è necessario un nostro impegno piu assiduo e meglio organizzato. proprio nel momento in cui le lotte sono divenute piU Intense e con contenuti piU avanzati. con episodi entusiasmanti, fortì. significativi per le nostre stesse speranze. si sono rivelate fra noi difficoltà, incertezze, disimpegni o stanchezze. Abbiamo intrapreso una discussione fra noi di prospettiva politica e d'Impegno organizzativo che è rimasta al livello di enunciazione di posizioni. che non ha avuto l'mpegno collettivo che sarebbe stato necessario. [Si riferisce alla discussione del settembre 1968 di cui si sono pubblicati alcuni testi nel precedente numero di • Giovane critica•• n.d.r.]. Ed è successo che si è preso a pretesto quella discussione per giustificare uno stato d'Inerzia o di scarso lavoro. Eppure Il solo modo di dare uno sbocco positivo alla discussione era e testa una Intensificazione dello sforzo personale di ciascun compagno perché la chiarezza sulle prospettive poliliche non può venire dal grado di suggestione scolastica che i compagni che hsinno dello la loro possono determinare. ma dalla riflessione che ciascun compagno dovrebbe ricavore dalle esperienze politiche Jlle quali partecipa da protagonista, non certo come spettatore o esecutore passivo. C'è un'altra cosa da dire a questo proposito. Quali che siano le valutaziam politiche che i compagni d<mno della realtà, la verità non è data a pnori. in a,11,c,po.dalle piU geniali previsi::>ni mo dalla esperienza stessa. In un.) degli ultimi numeri dell'Astrolabio è stato descritto un episodio significativo della lotta politica in Cina. Il compagno Mao Tse-Tung. da tempo in contrasto con Uu Sciao Ci sulla via che la rivoluzione cinese doveva prendere per lo sviluppo interno e nella politica inter• nazionale. ha atteso vario tempo prima di ingaggiare una lotta aperta, fino in fondo, perché non si riteneva affatto infallibile e non era sicuro di aver rJgione. Solo quando la pratica ha dato certe risposte e ha offerto i necessari chiarimenti ha deciso la battaglia. Ecco. questo è un giusto atteggiamento scientifico. e ne deriva una ulile lezione di metodo. Si deve perciò decidere che la nostra discussione sulla sopravvivenza di Potere operaio come avanguardia esterna oppu• re sul graduale scioglimento del Potere operaio nei movimenti di massa e nelle sue organizzazioni di avanguardia non può e non deve paralìzzarci. Oggi il • Potere operaio " è necessario come avanguardia esterna e come promotore e partecipante di avanguardie interne al movimento di massa, e per il loro collegamento: ed è necessario per una elevazione e omogeneizzazione del livello di coscienza politica secondo le condizioni specifiche in cui le masse si trovano nel corso e per effetto delle loro lolle r.ioè per la formazione di una direzione politica. Questa non è una teoria astratta. ma il risultato di una necessità verificata nel corso della nostra azione. come sa bene chiunque partecipi sistematicamente a questa azione. Mi pare che su questo punto non ci sia altro da dire. e che pertanto sia giunto il momento di passare a una valutazione critica della nostra organizzazione. L'assemblea generale L'assemblea generale dovrebbe essere Il momento piU alto di riflessione. elaborazione e decisione politica. Se cl riferiamo invece alle ultime esperienze di assemblea non possiamo non concludere con un giudizio nettamente negativo. La discussione politica si limita alle introduzioni e agli interventi di pochi compagni, sempre i soliti. A che cosa dobbiamo attribuire questa deficienza the priva le assemblee del loro ruolo e della - 59

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