da parte delrappnrato sindacale e se quest'ultimo rimane pa• drone della s1wazione per tulla la durata dell'azione, anche vittoriosa. nulla d·,mportante è avvenuto. Se, al contrario, nel corrn dell'azione. i lavoratori hanno autodeterminalo degli obiet• tivi imprevisti .'.l11'1111czrioe.ato dei corrnlati di base. aulogestito la loro lotta. sos11w,10 alle gerarchie complementari de11'appar.1to sindJcale e dell'apparato padronale gli organi informali della loro sovrJmlà (e della loro insubordinazione) collettiva. allora la loro 1zione avra presentato una forma rivoluzionaria, anche se non fo'lse rivoluzionaria nei suoi obiettivi dichiarati. Per dei riv:>luzron.>ri professionali. le questioni di forma cassano dopo le questioni di efficacia. Ma se i criteri d'efficacia. d, organizzazione, d1 rigore l'hanno vini.> sin dall'inizio su tutti gli altri, la çrospelllva rivoluzionaria è amputata e limitata dall'1mzio. Se l"Jz1one rivoluzionaria non ha rivoluzionato tutto 11sistema d~i valori. tutlrl 13cultura. tutta la vita degli individui. 13 società che ..::ssaprepara non varrà molto pi\J della società prc-rivoluzionarh Allora. quando. per i bisogni dell'azione. Rou9e (n 16 del 16 aprile '69) esalta la disciplina e il centralismo organizzativo: quando ci dice che: • Solo le strutture controllate dal ~rnppo d'avanguardia possono avere una perma• nenza politica le strullure di mobilitazione del movimento non possono avere che un ruoto intermittente [ ...}. Insomma le strullure di lottJ (comitati dr sciopero, comitali d'occupazione} hanno un ruolo puramente congiunturale., ho !°impressione che la cosa è 'llal mess2'. perché questa incapaciti11a concepire una permanenza delle • strutture di lotta •, cioè degli organi di duplice potere. questo rifiuto di considerarli come dei focolai di politicizzazione per eccellenza? Per me, lo ~copo primario di una organizzazione rivoluzio. naria non è di controllare chicchessia; è di dare impulso a un movimento Per me. un partito rivoluzionario comincia a riuscire quando il movimento cui ha cercato di dare impulso esi• ste con la sua dinamica propria e scappa al controllo dei suoi animatori Il guaio con i dirigenti della L.C è che essi credono di possedere a priori la verità e la soluzione a tutte le situa• zioni possibili. lo diffido dei rivoluzionari che credono di avere tulio da insegnare e nulla da apprendere. Proprio della rivoluzione, o di una azione che la prefigura, è a mio avviso che essa libera un ~otenziale d"inlervento e di immaginazione di cui nessuno poteva prevedere restensione. e che essa conduce tutti coloro che partecipano all'azione - ivi comprese le avimguardie - a rimettere in questione le loro concezioni abituali. la mia diffidenza si aggrava ancora quando leggo su Rouge {stesso numero); • la ligue deve compensare le conseguenze possibili della 5ua composizione a maggioranza giovane e stu• denlesca con un rafforzamento dei criteri di selezione dei militanti e della centralizzazione dell'organizzazione •· E piU oltre: 52 - • Primo compito di una avanguardia marxista-rivoluzionaria orga• nizzata (è Rouge a sottolineare] è d'offrire (sono lo a souoli• neare J al movimento studentesco, agli elementi politicamente piu avonzati della classe operaio delle prospettive chiare. delle parole d'ordine appropriate. un polo costituito nazionalmente di roggruppamento •. Non amo molto le persone che vengono a • offrire delle prospettive chiare • agli altri e che, pur • rafforzando la selezione del militanti • e la • centralizzazione delrorganizzazione •. si offrono come • polo di raggruppamento •. Questa forma di organizzazione riproduce sin dalrinizio la separa.done dell'avanguardia e della masso. la separazione dell'organizzazione e del• l'azione. E un'organizzazione che non è organizzazione dell'aziono nell'azione. che non fa corpo con la massa in movimento, che non è pronto a cancellarsi a vantaggio dell'autorganizzazione delle masse. mi sembra inevitabilmente votata alta burocrazia. Certamente Rouge può giustificare la sua opzione centra• lizzatrice con il fatto che • per vincere la burocrazia [ del Pcf e della Cgt]. bisogna opporre al Pcf una capacità nazionale d'organizzazione•· • um'.Iorganizzazione centralizzata e non una trangia informe (' molle di gruppi locali e di militanti isolati •. A questo è facile rispondere che se. per vincere il Pcf. bisogna cominciare con lo scartare i gruppi locali (in luogo di coordl• narli), la cc-sa non ci porta molto avanti, tanto piu che non si batterà il Pcf sul terreno organizzativo. A questo punto. mi domanderete senza dubbio ciò che a mio avviso bisogna fare. Voi sapete che la risposta a questo 9enere di questioni. non è il mio forte. Posso solamente dire che io credo. nel periodo presente, alla preminenza dell'agitazione e dell'azione alla base, della costruzione di un movimento e non di un abbozzo di partito rigido e chiuso. Ecco perché, nel dibatlito tra Rouge e Lune Ouvrière. mi sento plU vicino a questi ultimi. Anche per L.0. - che costituisce una rete di militanti rivoluzionari operai. molto bene impiantati nelle fabbriche, il cui giornale diffonde circa 15000 copie - le que, stioni di elabora:!ione e di organizzazione politica devono essere poste e risolte nel e da parte del movimento, e non prima e al di fuori di esso. Evidentemente, il movimento non può svilupparsi senza prospenlva politica. Ma questa prospettiva sarà plausibile. credibile e giusta solo se essa sorge dall'interno de1 movimen10. come la prospettiva di coloro che lottano. Sotto questa luce. la situazione in Francia è inversa a quella italiana; voi avete un movimento e niente partito rivoluzionario d'avanguardia. Noi stiamo per avere un partito rivoluzionario d'avanguardia e niente movimento. La vostra situazione ml sembra ancora preferibile alla nostra: Il movimento genera pi\J facilmente il partito che non l'Inverso.
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