giovane critica - n. 20 - primavera 1969

La sola conclusione posslblle. a mlo avviso, è dunque che non si possono definire gli obiettivi specifici del movimento studentesco parlendo dal problemi universitari. Al contrario, partendo da una tritlca globale della società. si scoprirà a colpo sicuro la funzione e la crisi specifiche dell'Università come un aspetto al tempo stesso determinato e determinante di una crisi generale, che richiede delle azioni di cui alcune saranno specifiche e altre no, e con le quali Il movimento studentesco si Inserirà nel movimento di lotte popolari come una delle sue componenti. La sfortuna, in Francia. è che la critica al tempo stesso pratica e ideologica della società nel suo assieme non è fatta da alcuna forza politica esistente e che il movimento studentesco è per sua natura incapace di condurla da solo. L'unico sbocco che io \·edo a questa situazione sarebbe la formazione di una Unione deite Gloventll rivoluzionarie nella quale studenti. liceali, allievi delle scuole professionali, apprendisti e giovani operai si trover.:ibbero mescolati. Solo in questa maniera 1e avanguardie studentesche mi sembrano poter essere salvate al tempo stesso dall'isolamento, dai loro • miti • particolari, da un attivismo estremista che si esaurisce nella ripetizione di insurrezioni simboliche. e dalla defezione della gran massa degli studenti. Evidentemente, si tratta di voti pii: l'Unione delle gloventU rivoluzionarie non è in procinto di prender forma In Francia. Le organizzazioni operale - e In particolar modo la Cgt che non cessa dall'escludere i giovani militanti • gauchlstes • e di denunciare com~ del provocatori al soldo del patronato e dello Stato gli operai {quasi tutti giovani) che scatenano degli scio• peri • selvaggi .. - mettono tutto in opera per impedire dei contatti tra studenti e operai e per Isolare I primi. Ora, Isolati. gli studenti non possono nulla. Ogni azione diretta li isola di pili e 1i designa come bersagli dell'opposizione tradlzlonale e del governo al tempo stesso. Attualmente andiamo verso una epurazione e una repressione feroci nell'Università. 01 questo • fascismo montante •. le organizzazioni della classe operala porteranno la principale responsabllltà. Vedete che non sono ottimista. almeno a corto termine, e che non ho alcuna risposta bell'e e pronta alle vostre domande. 2 Cosa pensi dell'attuale diballilo sull'organimulone Iniziato da Rouge? , Dopo la sua messa al bando, la Jcr si è trasformata nei • Cercles Rouges• e questi ultlml si sono trasformati In • llgue Communlste • e hanno appena aderito alla IV Internazionale. In questa decisione sono stati determinati da una parte dal ricordo del 1905. e d'altra parte dalla constata• zione che i Comitati d'azione erano in piena liquefazione, che i gruppi e i nuclei sorti spontaneamente nel maggio 1968 non &vevano una coesione sufficiente per mantenere un minimo dl contatti organizzati tra studenti e oper.ii. e dunque che per impedire al riflusso d, riportare l'ambiente studentesco al suo punto zero. era necessaria una sorta di riedmùne del parlito bolscevico: una organizzazione di rivoluzion.:m professionali. Quando, in periodo di riflusso, si vuol~ e.re.ire un'organizzazione che si cpponga al riflusso e lo limiti. questa, inevitabilmente, è rigidumente centralizzata: il che vuol dire anche che essa presenta. fin dalla sua na~cita. tutte le premesse del burocratismo. In questo è la ragione per cui l'opportunità della L.C. non mi sembra evidente. in questo momento preciso. Non vedo come. con la struttura che si dà. eviterà la sua degenerescenza, Idealmente. l'organizzazione dovrebbe semore essere quella di un movimento di lotte già in corso: dovrebbe non precedere l'azione, ma esstHe prodotla da essa: dovrebbe non organizzare le masse in vi!ta di una azione determin::ta, ma essere l'atto di autorganlzzazione mediante il quale le m:isse in movi· mento si dànno i mezzi di proseguire la loro azior:c e di supe• rame gli obiettivi immediati verso degli obiett,v1 strategici. Mi direte, va da sé. che senza organizzazione razione di massa non è possibile. ~ vero: non ci sarebbe stato scJOpero generale nel 1968 senza rapparato di comunicazione e di coordinazione della Cgt e della Cfdt. Anche se lo sciopero è st.:.to scatenato dall'inizio contro gli apparati sindacali e politici, ha potuto generalizzarsi solo perché gli apparati. per conIrollarla. hanno • preso il treno in marcia •. Dunque, senza organizzazione al momento d'avvio, niente movimento d'assieme durevole. Soltanto, da questo non bisogna concludere che poiché è necessaria un'organizzazione al momento d'avvio e un'organizzazione al momento d'arrivo, la questione dell'organizzazione è prioritaria. Direi. al contrarlo. che proprio di un processo rivoluzionario è che l'organizzazione che appare nel corso e allo sbocco della lotta non ha alcun rapporto con l'organizzazione esistente al momento d'avvio: e che se I.a stessa organizzazione e lo s1esso tipo d'organizzazione persistono dall'inizio alla fine. abbiamo la prova che Il movimento non aveva o non ha potuto sviluppare un carattere rivoluzionarlo. In effetti, proprio di un movimento di carattere rivoluzionarlo è che, dopo essersi appoggialo su delle strutture organizzative preesistenti, liquida queste strutture nel corso del cammino e sostituisce loro gli organi di auto-governo e di autocontrollo che la base sovrana produce per perpetuare la sua sovranità. Potete osservare questa dialettica in ogni sciopero riuscito: se è stato scatenato su delle parole d'ordine centrali -51

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