giovane critica - n. 20 - primavera 1969

uguale a se stessa su esigenze rivendicative e di lotta che si riproducono anch'esse sempre uguali a se stesse. 4. Non tOnere conto di queste indicazioni significa: a) ridutre Il "lavoro teorico" ad una regisltazione, ciclica e debitamente entusiasta, di • balzi in avanti • avvenuti al• trove, che né si era saputo prevedere, né si era saputo - secondo una corretta Impostazione internazionalista - aiutare nel loro sviluppo. sia pure nei limiti delle proprio forze; b) trovarsi costretti, "sul plano del lavoro e della lotta po· litica", a compiere un altro tipo di "balzi In avanti", non programmati secondo una coerente linea tattico-strategica (sia pure a medio raggio), ma resi necessari dal ritmi e dalle forme specifiche di uno sviluppo capitalistico sul quale cl si è accontentali di ripetere e di dilfondere tra I mllltantl concetti generali, quando non decisamente generici (e di conseguenza Ideologici); c) concepire la formazione di quadri rivoluzionari come un processo distinto dalla partecipazione alle lotte di mas-- sa, ottenendo cosi lo stesso risultato, seppure fondato su premesse opposte, di molti di coloro che si accusa di • revisionismo•: cattivi "pedagoghi" per rifiuto di assumersi tempestivamente e con adeguata energia I compiti di orientamento e di accelerazione del processo rivoluzionario, gli uni; cattivi "pedagoghi" per settarismo. sii• le stereotipato, carenza di analisi in termini di classe e conseguente populismo, gli altri. 5. Cattivo politico, Inutile ed estraneo al proletariato, quando non complice Inconsapevole e patetico (nel suo massi• malismo verbale e nella sua sopravvalutazione della moralità Individuale) degli inganni revisionistici del •marxismo• parlamentare del quale si presenta come semplice negativo, è chi non comprende I reali termini del problema che cl sta oggi di fronte. Non serve - per usare un esempio corrente - conoscere a memoria il "Che fare?" e "Stato e rivoluzione", concepiti come modelli statici a cui adeguarsi volontaristicamente; serve Invece gente che sappia rivivere concretamente le tappe che hanno portato o quelle elaborazioni, non dimenticando che alla loro origine sta "Lo sviluppo del capitalismo In Russia", e che le posizioni contenute nella seconda di quelle opere - come avverte Lenin steno In una lettera "della primavera del '17" - va considerata un "salto qualitativo", In termini pollllcl, '17" - vanno considerate un "salto qualitativo", in termini politici, rispetto a tutta l'Impostazione precedente. • Non si tratta In questo momento di fare una classificazione teorica - scrive per altro Lenin nella lii lettera da lontano, datata 11 marzo 1917 -. Si commetterebbe l'errore piU grave se si pretendesse di stendere gli obiettivi della rivolu• zione, i compiti pratici. complessi, urgenti, sul letto di Procu• ste di una "teoria" rigida, anziché vedere nella teoria anzitutto e soprattutto una "guida per l'azione""· Ciò significa che non soltanto è cattivo rivoluzionario chi scinde lo studio dei testi teorici dallo studio continuo e apprO• fondilo delle forme specifiche dello sviluppo capitalistico e del• la lotta di classe nel momento attuale, ma lo è ancor pili chi imbalsama in una scolastica immobile e monolitica, simile a una tradizione ecclesiastica, quei testi che rappresentano invece una viva e molteplice testimonianza della esperienza rivolu• zionaria che abbiamo alle spalle, e che abbiamo il mandato di proseguire. Comprendere questo, e muoversi di conseguenza. significa adottare la prospettiva della costruzione dell'organiuazione, as. sumersi la responsabilità di accelerarne la genesi a tutti i livel• li, ma saperla vedere correttamente come una lunga marcia rivoluzionaria, che apparirà trionfale soltanto quando raggiun• gerà gli obbiettivi generali. Significa arrivare a far si che i veri rivoluzionari, e non pili i partiti revisionisti (come avviene ancora oggi per la maggioranza. sia pure con sempre minore presa), costituiscano - escludendo lo stile velleitario, volon• taristico ed esaltato di oggi - lo spartiacque politico che distingue il popolo dai suoi oppressori e dai loro alleati, nel paese in cui viviamo. Significa rifiutare la prassi revisionistica di tradire nei fatti gli insegnamenti del marxismo rivendicandoli a parole. Significa infine riscoprire il lavoro politico umile e continuo, a tutti I livelli, che eviti la pubblicità e le dichiarazioni roboanti che non corrispondono al progressi reali del movimento, e che sappia, imparare dalle masse senza per questo rinunciare ad insegna• re: questo però non deve significare avallare l'idea che la teoria rivoluzionaria sia soltanto la generalizzazione dì una molteplicità di esperienze locali o settoriali. quasi che non esistes• se una scienza e una storia del proletariato e delle sue rivoluzioni, accumulate nel corso di pili di due secoli. Ma tutto questo sarà possibile - al di là di tutte le differenze secondarie di opinioni e posizioni che inevitabilmente permarranno ancora, in questa fase, all'interno del movimento rivoluzionarlo - soltanto dove i compagni mostreranno innanzi tutto la capacità e la volontà di sviluppare serie "analisi di classe" del contesto settoriale, locale e generale In cui lavorano, tenendo conto non soltanto delle situazioni, dei fenome• nl e dei rapporti sociali e politici immediati, ma anche della, storia dello sviluppo capitalistico e del proletariato nel Paese, nella regione, nella provincia, nella zona, nel comune in cui si opera. Soltanto cosi lo studio dei testi teorici e la riflessione su -3

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