giovane critica - n. 20 - primavera 1969

non può cosl!ltme uno scopo In sé per i rivoluzionari. Non può esistere fronte unito senza che una avanguardia di lavoratori, attivi nelle imprese e nei sindacati si manifesti, avendo come sco1>0quello di rovesciare il rapporto dì forze ancora favorevoh rii burocrati. Il che deve condurci a una conclusione catcgoiica: lo scopo principale al momento attuale è di condurre un lavoro all'interno dell'impresa. Un levoro all'interno dell'impresa e non il lavoro sinda..:ale.quale lo hanno concepito classicamente le minoranze rivoluzionarie. Non che si debba disertare le centrali sindacali o cessare di condurvi le lotte che vi sono possibili. Ma bisogna cessare d1 credere (o di fingere di credere) che l'essenziale sta nel costituire tendenze di opposizione che, del resto. se si tratta della Cgt. non avranno alcun diritto d'espressione. Con la speranza che, al momento buono, il programma giusto • fa. ccndo tutfuno con le masse •, ci si impadronirà delle posi• zloni decisive. Con l'obbligo, dunque, per Il momento, di fare della taUica per impadronirsi di posti responsabili e di non sviluppare una linea generale se non m rapporto a ciò che dicono I dirigenti in auge. Bisogna, beninteso. sfruttare tutte le possibilità che rossono esistere per assicurarsi delle respon• sabilità elette (delegati del personale, ad esempio) ma a condizione che si esprima. allo stesso tempo, un orientamento chi.HO. direttamente destinato alla massa del lavoratori. Ciò. solo dei gruppi rivoluzionari d'impresa possono compierlo. Ouesli gruppi sono destinati a riunire i lavoratori per la discussione delle rivendicazioni e delle forme d'azione anti• capìta1ista quali noi abbiamo evocato. Da ciò. questi gruppi avranno un'azione al tempo stesso politica e sir.dacale. poiché le rivendicazioni di loua creano 1a giunzione tra le rivendicazioni immediate e la lotta politica per il potere. Le loro decl• sioni saranno politiche per il potere. Le loro decisioni si rlper• cuoteranno eventualmente nei differenti sindacati: ma non si limiteranno a questo compito di pressione e potranno. secondo le possibilità reali, approdare a delle azioni autonome. In questi qruop1 si ritroveranno, sullo base di una piattaforma chiara, dei m1!1tantiCgt. Cfdt. Fo e del non organizzati. Partendo dalla lotta In seno ad un'impresa, i gruppi d'impresa saranno portati a entrare in contatto con dei gruppi similari, esistenti In altre località o in altri settori. Nella prospettiva di un movimento nazionale dl!i gruppi rjvoluzionar\ d'impresa. Il compito presenta enormi difficoltà. t: una ragione supplementare d, porvi mano senza ritardo. E tutti I movimenti politici che affermano di rappresentare !'avanguardia potrebbero trovarvi un centro di lavoro. A una condizione tuttavia: che essi non trasportino i loro regolamentl di conti In seno a questi gruppi, che non li trasformino in un luogo di reclutamento bot• tegaio. Il lavoro d'impresa ha senso solo se è condotto nel pi(i 42 - ' grande rispetto d~ll'autonomla di decisione del militantl riuniti. Nulla è pi(i assurdo di quanto si è visto dopo maggio In alcuni Comitati d'Azione d'impresa, ogni frazione precipitarsi su ogni lavoratore, In maniera da guadagnarlo alla sua causa, circondarlo di numerosi milit.intl esterni alla fabbrica, in modo da poter creare eventualmente il proprio comitato d'azione. A questo modo si guadagn!I. talvolta, un operalo. Nel contempo si sacri• fica l'avvenire. Tuttavia, ciò non sarà mai ripetuto a sufficienza, maggio ha dimostrato che un'avanguardia si affermava nella classe operala contro le burocrazie regnanti. Il compito dei tlvoluzionari è quello di organizzare questa avanguardia, di organizzare la sua rottura con le direzioni ufficiali. L'instaurazlone di una rete di gruppi ~ivoluzlonari d'impresa è il mezzo per realizzare qucs10 compito. Avanguardia vera e tclsa Condurre delle azioni al livello raggiunto dal militanti quali sono stati condizionati dalla loro esperienza recente esige che si costituisca un'avanguardia politica. Perorare la creazione di comitati d'azione di massa non implica che sia trascurata la questione dell'organizzazione rivoluzionaria. La Francia è un paese ricco. Essa possiede, attualmente, un partito, tre gruppi rivoluzionari e qualche altra organizzazione di minore importanza le quali, malgrado le loro affermazioni contrarie, ritengono tutte di avere la vocazione di riunire da sole l'avanguardia. Psu, Rouge, Lutte Ouvrlère, lntormation Ouvrlère, Mouvement Révolutionnaire, tendenze maoiste: la guer• ra delle sigle è cominciata. Per ogni persona normale (cioè per chiunque si rifiuti di ritenere che la disciplina interna di un gruppo, il quale non confonde mal le sue tesi con l'esperienza dei lavoratori, debba primeggiare sulla vera elaborazione rivoluzionaria), una prima constatazione si impone: la dispersione stessa del gruppi a prete~a rivoluzionaria è un fattore di debolezza. La massa degli operai. che ha trovato un tempo nel Pcf un quadro per tutte le sue azioni di classe. non può scegliere tra sette o otto tendenze le quail, per ciò che concerne l'essenziale, dicono la stessa cosa, poiché esse hanno uno stesso assieme di critiche e formulano le loro divergenze solo In termini che non hanno rapporto con l'azione quotidiana. Rompere con Il partito e il sindacato, nel ~ua11ci si è formati alla lotta e in cui restano del compagni che sono anche del quadri validi. è un'operazione troppo seria perché un vero militante la operi se non ha ga• ranzie serie che la rottura, che gli costa molto. si accompa• gnerà dl un'efficacia rivoluzionarla reale. Ora, oggi, nessun

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