giovane critica - n. 20 - primavera 1969

stunonianzc lh 1.1nacombattività che cere.i una forma di espreS• sione sono numerose: 911operai d1 Renault. al Mans. non ripren• dono il lavoro che sotto la pressione dei sindacati: t'appunta• mento sociale d1 marzo è l'occasione di movimenti che, per es• sere ancora lim1t<'l1,non mostrano a sufficienza ciò che esso potrebbe essere. Ci s, rimpro,ererà d1 parlare al condizionale. 4 Dopo tutto, se gli opera, non si impegnano nella lona. ciò è dovuto al fatto che aderiscono pIu o meno alla politica delle organizzazioni trad1zionah• Vecchio d1batt1to, che ha fatto versare molto inchiostro in epoche passate. Dibattito che 1a pratica ha reso largamente superfluo: tutti i grandi movimenti di sciopero (giu• gno '36, aprite '47. agosto 'S3. maggio '68} sono nati da una iniziativa spontanea dei lavoratori. che hanno preso la loro decisione al d1 fuc,ri dei partiti e dei si11dacati. costoro limitandosi ad allinearsi piU o meno rapidamente e pienamente. a lotte che in generale condannavano in partenza. Al contrario. le azioni proposte dalla Cgt hanno raramente fatto il pieno. Non è av• venturoso concludere da questa constatazione che la classe operaia conosce. ìnl3ttì. due modi d"esistenza: un'esistenza legate. nel quadro del capitalismo. al quale si adatlano le organizzaz:ionI d1 sinistra: un·esistenza sotterranea, che è quella stessa del• la coscienza rivoluzionaria di classe. ridotta a un certo silen• zio per razione congiunta della borghesia e dei riformisti di ogni genere. costretta. perciò, a manifestarsi unicamente sotto la forma di esplosioni. in apparenza estemporanee. 11 compito dei rivoluzionari è d1 dar forma e coscienza a questa combattività repressa dei lavoratori. poiché essa sola esprime vera• mente la rivolta che nasce dalle condizioni quotidiane dello sfruttamento Bisogna guardarsi. tuttavia. dal credere che questa affer• mazione della coscienza rivoluzionarla può farsi luce agevolmente. in maniera semi meccanica. Sarebbe vano attendere, puramente e semplicemente, il momento in cui il • vero ~ proletariato sorgerà. spazzando via con un solo slancio. le tracce delle disfatte passate, l'influenza profonda della classe domi• nante. il peso degli apparati burocratici. L'affermazione della capacilà rivoluzionaria della classe operaia si fa soprattutto nei periodi di crisi delta borghesia e dello Stato. quando 1a massa dei salariati entra nella lotta e crea i propri organi di potere. Ma questi momenti dP.cisivi sono il prodotto di un lungo processo politico. i.li una Presa di coscienza che, per essere veramente totale. deve passare attraverso una serie di mediazioni, con delle azioni e delle forme di organizzazione preparatorie. Si sono visti costantemente. in effetti. del grandi movimenti di massa, che scuotevano il potere borghese, arrestarsi a metà del cammino dinnanzi all'Intervento controrivoluzionario del partiti e dei sindacati esistenti. Fu Il caso. per prendere un 38 - esempio recente. dello sciopero dei minatori del 1963 o dello sciopero di massa del maggio.giugno '68. Su scala minore. gll scioperi di Berliet e di Rhodiaceta net 1967 o lo sciopero recente di Renault•le Mans avevano un dinamismo sufficiente per sfociare su azioni plU generali. In tutte queste circostanze. la combattività immediata dei lavoratori era superiore alla loro comprensione politica generale. Le lotte si svolgevano, dal punto di vista rivoluzionario. in un certo vuoto ideologìco. E que• sto vuoto non può essere totalmente colmato in qualche glor• no. anche se l'esempio di maggio mostra che occorre pochissimo tempo perché un'avanguardia cominci a prender forma nelle imprese. In questo ancora, la necessità di un'avanguardia si fa sentire. Ma. in questo nemmeno. bisogna contentarsi di parole. Non si tratta soltanto di reclutare. in qualche impresa, qualche militante politico. Bisogna. anche e soprattutto. riunire del nu• c1ei attivi di lavoratori i quali. con le parole d'ordine che for• muleranno e con la prospettiva che daranno alle rivendicazioni immediate. aiuteranno I lavoratori a prendere coscienza della loro forza. a staccarsi dalle direzioni burocratiche e prepareranno i momenti di crisi rivoluzionaria. Questi nuclei. questi comitali d'azione. questi gruppi operai si riuniranno In una prospettiva politica, ma avranno come caratteristica di difendere un programma rivendicativo che unifica e generalizza !e differenti domande di div~rsi settori della classe operala. Essi rappresenteranno una t;::ppa transitoria, indispensabile nella costituzione di un movimento rivoluzionario autentico. Si risponderà cosi a una necessità della lotta nella società attuale. Il problema posto, che deve dare senso a ogni lotta parziale, è quello del soclallsmo. Ma. nel paesi capitalisti svi• luppati in maniera del tutto particolare. il rovesciamento del potere borghese. la transizione verso il socialismo non possono che essere il frutto di una azione di massa dei lavoratori. coscienti degli obiettivi che perseguono. Ora questa coscier,za rivoluzionaria non nasce automaticamente. Le rivendicazioni degli operai. che esprimono. a livelli diversi. il loro rifiuto dello sfruttamento. possono essere. se sono Isolate le une dalle al• tre. integrate dal capitalismo. Ne è cosi. ad esempio. della scala mobile che. se viene applicata dalle masse organluate. è un fattore di disgregazione dell'economla capitalista. ma che pu0 divenire pure un semplice meccanismo amministrativo. oggetto di discussioni Interminabili tra padroni e responsabill sindaca• Il. Le rivendicazioni operaie non prendono un pieno valore rivoluzionarlo che quando sono pervenute al livello dl un programma, cioè di un ossieme di parole d'ordine. indissociabili le une dalle altre, che mettano in causa le basi stesse del capitalismo e non soltanto le conseguenze del suo funzionamento. Questo programma non pu0 evidentemente essere elabo-

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