giovane critica - n. 20 - primavera 1969

quondo esse sono nate spontaneamente, accettarle, cercare di dar loro un significato politico che esse non hanno natural• mente. Ma bisogna al tempo stesso situarsi, da rivoluzionari. al livello della slida politica che pone il potere al movimento studentesco. Cioè accettare l'ampiezza della lotta: proporre una soluzione di classe diametralmente opposta all'Università moderna e capitalista, 2:ll'Universltll di classe che vuole instau· rare li potere. Mostrare, In maniera motivata e chiara, la forma e il contenuto reazionari dell'insegnamento. Creare un sistema collettivo di decisione tra gll studenti che renderanno pubblica la loro volontà rifiutando ogni sistema di cogestione dove si trovano In minoranza. Assolvere in una al duplice compito di far fronte alla re• pressione ~enza tagliarsi da11nmassa degli studenti e sviluppare un'azione polltlca di massa contro l'Università e la classe dominante che l'ispira. è difficile. Ma è soltanto a questo prezzo che il movimento studentesco potrà giocare di nuovo un ruolo di punla nella lotta contro il capitalismo. La situazione è, all'ora attuale, caratterizzata dalla confusione. dalle riv3lità tra gruppi, dall'impotenza chiacchierona. Da questo punto di vista, l'ultimc1 riunione nazionale dei Comi• tati d'Azione è stata, dopo la partenza dei setteri assurdi di Rouge, un modello di ciò che non si deve fare. t impossibile ridurre i compiti del movimento studentesco a qualche azione di commando o :'I qualche formula roboante senza portata pratica. Bisogna condurre una battaglia su piU fronti per fare del movimento studentesco una forza politica coerente che agisca in quanto tale In tutte le lotte politiche del paese. L'esempio dei Comitati d'Azione di Marsiglia mostra che questo tentativo è posslblle. Un certo numero dl compiti, che bisogna enumerare senza dare una priorità a nessuna di loro, si Impongono: 1. Creare ovunque del Comitati d'Azione. liceall e universitari, che siano delle organiuazlonl politiche d'avanguardia • vocazione di massa. CIO esige una vita politica regolare, una democrazia reale (bisogna ricordare a qualcuno che democra• zia significa del dibattiti seriamente organizzati e non Il bizantinismo dei • programmi • sontuosamente divergenti, dei differenti gruppi?). 2. Accompagnare ogni Comitato d'Azione con strutture democratiche di massa (gruppi d'intervento per esempio) che permettano di discutere delle azioni proposte dal Comitato d'Azione con l'assieme degli studenti di un Lavoro Pratico, di un liceo ... Avere come scopo la creazione di assemblee permanenti degll studenti, discutendo sovranamente delle que• stlonl che si pongono a tutti. 3. Preparare, In questo quadro, una lotta generale contro la repressione che rientrerà In vigore dal momento In cui saranno finite le elezioni Faure. Bisogna fissarsi l'obiettivo di poter rispondere a tutte le aggressioni (brutali1a dei bidelli muscolosi; esclusioni e persecuzioni, ecc.) con delle manifestazioni di eguale ampiezza. E su una base siffatta. con delle proposizioni e cielle spiegazioni incessanti, che le lotte d'avanguardia saranno comprese. poi seguite dalla massa degli stu• denti. 4. Organizz:irn, a tutti i livelli, a Parigi e in provincia. la rimessa in questione dell'insegnamento. nel quadro di una ri• messa in causa generale dell'ideologia borghese. L"Università Critica, quale è stata praticata a Berlino. è un esempio degno di attenzione. Organizzare ovunque la critica dell'insegnamento, in maniera da essere in grado di organizzare, a breve scadenza. nei locali universitari dei dibattiti, aperti a tutta la popolazione, sui veri problemi delta società moderna. Cosi. a poco a poco, nelle località, nelle sale di comitali d'impresa. si potrà creare una rete di Università popolari che aiuteranno il legame tra studenti e lavoratori e la presa di coscienza rivoluzion.iri.i di larghi settori della popolazione. 5. Fissarsi come obietlivo la costituzione di una Federazione dei Comitati Universitari e liceali, preceduta o accompagnata da raggruppamenti regionali che permetteranno alte città che hanno accumulato un massimo di esperienza di giocare il ruolo nazlonale che incombe loro. Accettare che questo raggruppamento abbia un ritmo di costituzione fn rapporto con la sua natura reale, che non superi i suoi limiti di avanguardia del movimento siudenlesco, che non pretenda risolvere Il problema del partito politico. 6. Dare ai Comitati d'Azione liceali e unlversit.iri una capa• cità di intervento politico che potrà esprimersi in due direzioni principati: - l'interven,o nei quartieri e le imprese. non soltanto per popolarizzare I temi della lotta studentesca, ma anche per ap• poggiare le lolle dei lavoratori. Bisogna, malgrado le difficoltà, tendere a ridar vita al Comitati di collegamento S1udenti-Ope• ral di maggio. - l'organizzazione della lotta antimperialista (propaganda. manifestazioni. ecc.). E' passato il tempo in cui i Comitati speclatlzzatl prendevano a loro carico le Iniziative di questo tipo. Bisogna battersi perché i Comitati d'Azione. all"Università e nei quartieri, prendano a carico, per esempio, la lotta per il Vietnam [ ...). Organizzare la presa di coscienza rivoluzionaria Agli occhi di un osservatore privo di perspicacia la classe operaia francese può sembrare singolarmente sonnolenta. meno di un anno dopo lo sciopero di maggio. Pur tuttavia le te• - 37

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