- r.1fforz.1re 11potere dc, super-prefetti che, nella corte del re PetJud che costItu1sce ciascun consiglio regionale, giO• chera 11 ruoto d1 arbitro che De Gaulle ama giocare dall'alto del carro d1 Stato A questo modo la regionalizzazione serve gli interessi dei monopoli. ma esprime anche le mod,ficaz1oni che. dopo il giu• qno '68. h:inno toccato !':assise del potere. lnfam De Gaulle, obbligato od allargare le basi del suo potere. cerca d1 integrare la reazione classica che. spesso. gli teneva il broncio. Ha creato l'Udr per accoglierli; vuole dar loro qua!che tribuna. Qualche posto fruttuoso alla periferia del potere. Agendo a questo modo, può assicurilrsi certi successi polit1c1 Ma trasporta anche all'interno del suo sistema una delle contraddizioni che domineranno la politica francese: la contraddizione 1r,1coloro che. per la precarietà della loro posizione economica e pohtica in seno alla classe dominante. sono inclini alla repressione contro il movimento di massa e coloro che. poiché trovano un interesse immedia10 nella poli• tica gollista d, modernizzazione globale dell'economia francese, preferiscono, con dei compromessi che hanno i mezzi di sopportare, evitare le spese di lotte che impicciano le riforme che sono loro necessarie Gli uni vogliono soprattutto arrestare una evoluzione che li minaccia: gli altri vogliono tentare di integrare i movimenti che si oppongono allo Stato. Questa contraddizione si è fatta luce a proposito della par• tecipaz1one come della riforma universitaria. Sono ben poco I test, della legge a contare. quanto le prospettive contrappostesi. Per sostenere la concorrenza straniera, la borghesia di monopolio ha un bisogno assoluto di poter programmare la sua azio• ne sulla lunga scadenza, dunque di poter controllare le rea• zioni sindaclh -- il che è l'obiettivo della partecipazione. Essa ha bi$ogno inoltre d1 una università adattata ai suoi bisogni in Quadri - la ltgge Edgar Faure tende a far saltare i chiavistelli della vecchia università napoleonica. Ouesti obiettivi hanno un valore imperativo per il grande capitale che. in sovrappiU. ha i mezzi per attendere, per gettare zavorra. La media borghesia. gli industriali dì seconda 2ona non possono permettersi d, lasciar r,mettere in causa il potere assoluto del padrone nell'impresa. poiché tutta la marcia dell'affare rischia di essere messa in causa - in un momento in cui la situa2ione economica non è gran che favorevole. Costoro sono contro la parte• c,pazione e si alleano facilmente a tutti i contestatari di destra che non vedono se non 1e debolezze della politica di Edgar Faure. i rischi Gi disgregazione universitaria che essa Implica. Per il momento De Gaulle arbitra questi conflilli e non si preoccupa gran che di prestare ascolto al deputati Unr che protestano contro la sua politica nel Medio Oriente o che In• sultano il suo ministro dell'Educazione nazionale. Ha ancora I 30 - mezzi per esercitare l'arbitrato. Ma la contraddizione che esiste nel seno stesso dei sostegni del potere contribuisce a mlnarlo. Essa può prendere dunensioni nuove nel caso in cui l'insta· bilità rinascesse nel pscse. L'economia malata dell'Europa Le tensioni Interne al regime non sono soltanto politiche. Sono anche di origine economica. E. a questo proposito. le forze sociali che sostengono il regime si affrontano in mMerla di politiche inconciliabili 2: lunga scadenza. Il mondo capitalista è tutt'intero entrato in un periodo di marasma nel corso del quale si succederanno le crisi parziali, I rinculi. le difficoltà. Le contraddizioni proprie dell'economia francese ne sono rese tanto piU acute. La politica internazio• nale del gollismo risponde sempre agli stessi bisogni degli stessi settori della borghesia: profittare. in assenza di scontro grave tra I blocchi, delle difficoltà dell'imperialismo americano per dare alla Francia gollista l'apparenza di una indipendenza che faccia d'essa 11 capofila delle nazioni • non-impegnate •; utiUzzare queste grandi manovre diplomatiche per rafforzare la posizione delle società francesi sul mercato mondiale, che si tratti dell'Europa. del paesi dell'Est o del Terzo Mondo. Ma il contesto internazionale è mutato in una certa misura: la crisi monetaria ha reso l'economia francese piU dipendente dal• l'aiuto degli altn paesi occiden1ali. La disfatta dell'esercito americano nel Vietnam ha comportato un riaggiustamento della politica di Washington che cerca di distmpegnarsi dai punti troppo caldi e di riannodare del legaml piU stretti con I suol alleati delrOtan. Queste novità nella situazione mondiale non possono fare altro che incitare gli oppositori della politica golllsta a mostrarsi pili virulenti. Oppositori che si ritrovano tra la media e piccola borghesia, legati alle strutture antiche del mercato francese. Ma anche tra gtl industriali francesi che hanno bene• ficiato, in grado talvolta enorme. dell'apporto del capitali stranieri - americani soprattutto. Le proclamazioni golliste sul• l'indipendenza e la grandezza francesi non hanno mai impedito al trust americani di prendere Il controllo di imprese francesi di prima grandezza. Esiste perciò una frazione non trascurablle della grande borghesia francese che resta favorevole all'Alleanza atlanlica e ad un'Europa aperta alla Gran Bretagna. Quest'ala della classe dominante, che si esprime solo parzialmente per Il tramite dei politici di professione dell'Europa e dell'atlanti• smo. gioca sul velluto da quando De Gaulle ha mostrato la sua incapacità a domare la rivolta del maggio. La fuga del capitati che ha affrettato la crisi monetarla di novembre è,
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