Luglio '68: un nuovo 13 maggio A causa di queste caratteristiche, il gollismo è stato spesso presentato come il prototipo dello • S1ato forte •- In maggio è apparso chiaro come questa forza fosse un mito, come essa esistesse soltanto nella misura in cui le masse accettavano l'Ideologia ufficiate con I.i quale si esprimeva il ruolo particolare dell'apparnto statale sotto 1a V repubblica. Dal momento in cui i lavoratori si mobilitano fuori dal quadro delle Istituzioni legali, lo Staio è paralizzato: lo è tanto piU In quanto è obblig3to ad intervenire in tutti i campi della vita del paese, si è trasformato in un ingranaggio macchinoso molto vasto e complesso, che si inceppa con grandissima facilità e che. dal momento in cui si sconnette. ritrasmette all"assleme dei settori che abbraccia le difficoltà incontrate nei punti caldi. Nel giugno scorso, il potere borghese non era sul punto di sprofondare: ma era bloccato nel suo funzionamento abituale. Era necessario farlo ripartire con un altro ritmo, in altre condizioni - su basi nuove. Il breve ritiro di De Gaulle a Colombey, la sua visita ai capi militari ~i spiega meno con la pslcologla gollista (argomento la cui natura è semplicemente di provocare passioni senili e disgustose in un François Mauriac o in un Jean Cau), che con l'obbligo in cui si trovava il generale di ridefinire le forme del suo potere, di procedere. in qualche modo. a un nuovo 13 maggio. Furono le elezioni legislative. Brillante successo gollista che il presidente dové pagare 3d un certo prezzo: l'entrata assai massiccia ne\l' Assemblea delle frazioni pili tradizionalmente reazionarie della borghesia francese. Questa operazione fu condotta effettivamente. nella gran parte del casi, sotto l'insegna del golllsmo. Essa ha portato alla costituzione di un gruppo Udr che si fa difensore dei notabili di provincia, della piccola e media borghesia. In questo c'è pili che una peripezia polltica tra le altre. Intani, è la base stessa del potere ad essere modificata. Il governo e l'apparato statale, malgrado la superbia del presidente delta repubblica, non beneficiano piU della stessa libertà di movimento di qualche anno fa. Per far fronte alla minaccia della rivoluzione, hanno dovuto chiamare a raccolta tutte le frezloni della classe dominante e Integrare nel sistema di funzionamento del regime del settori sociali che. sino a quel punto. si erano visti negare da De Gaulle li diritto di influire veramente sulla vita politica. Dalla pace in Algeria sino alte diverse misure della politica economica francese, tutto -,,a stato deciso al di fuori (addirittura contro, talvolta) dei voti di questi settori sociali e del loro diversi rappresentanti politici. Oggi, i consiglieri generali affaristi e gli agrari facoltosl, I conciatori e I presidenti della camera di commercio hanno di nuovo 1a parola, per quanto non abbiano il controllo del potere. Nulla è piu significativo. a questo proposito, del progetto d1 riforma regionale. dolorosamente concepilo in sede di consiglio dei ministri. Questo • grande pensiero • del regime risponde a parecchie necessità: - mettere al passo il Senato che, malgrado il suo modo di elezione a piU turni, rifletteva un po' troppo una certa Francia di notabili rad1c3h e socia1ìsU. Era inimmaginabile che il presidente di quesla assemblea fosse. nella per~ona d1 Gaston Monnerville. uom::, di colore per sovrapplU. al tempo stesso 11 capo di una certa opposizione e il successore costituzionale di De Gaulle. In gabbia dunque. il Senato ereditato dalla lii repubblica. - conservar() tullavia una seconda Assemblea legislativa che possa rallentare o intralciare. con dei • va e vieni • SUC· cessivl. i lavori delta Camera dei deputali. nel caso in cui questa passasse allo s1adio della fronda. Si metterà dunque 1n piedi un Consiglio i cui membri, se non sono lutti designati. rappresentano assai poco tuttavia la massa degli elettori. Questo sistema parllmentare a doppio posteriore, se non a doppia testa, favorisce l'arbltrato del potere. - sopprimere al massimo i corpi intermediari tra la mass;i dei cittadini e lo Stato. I Consigli generali non Neno macchine di guerra davvero temibili. Ma erano una fonte di imbarazzo perpetuo per il potere: in piU, la vita delle regioni, il corso delle piccole faccende che fanno le g,endi nazioni. erano accentrate attorno a loro. Le si ridurrà dunque alla proporzione congrua. D'ora innanzi avremo dei consigli regionali che, nel quadro delle regioni economiche fissate dal Piano, riuniranno, alla stregua degli ex Coder, i rappresentanti delle potenze economiche locali. I delegati del sindacati vi saranno i benvenuti: perfettamente minoritari, vi giocheranno il ruolo d1 opposizione òl Sua Maestà - e perfezioneranno a questo modo la loro integrazione nel sistema. Tutto ciò risponde assai bene a una vocazione del go!lismo che era di sopprimere. a vantaggio del gran capitJle, tutte le istituzioni Intermediarie. - associare al nuovi • centri di potere • i notabili classici. Da cui l'incredibile viluppo dei delegati di differenti ambienti e dell'abracadabrante imbroglio del voti previsti (maggioranzA •negative• contro maggioranze • positive •I. A questo modo la destra che ha sostenuto De Gaulle contro il movimento di maggio avrà Il suo campo d'azione. Avrà anche dei nobili scopi di lotta: conquistare, con tutte le astuzie classiche della politica del mercanteggio, dei crediti vantaggiosi. Il governo si è in effetti riservalo la posslbilltà di manlpolare i bilanci regionali e dispone, cosi, di mezzi di pressione. - 29
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