coltura: conseguente intcgrazione,subordinazione di sempre nuovi e p1u vasti strati socialì. Va cioè studiato e valutato anche il processo di funziona• lizzJzionc de, seuori arretrati rispetto a quelli avanzati. Per csrmpio il rapp::>rto Nord-Sud come dipendenza dell'agricoltura dall'industna. come destinazione autorilaria di mano d'opera, ccc. alla luce dell'unificazione capitalistica. a livello nazionale. e dell'1nlcgrazio11eeconomico-finanziaria del mercato internazio• nale. Quindi, anche 1'1mplici10processo, prima di inserimento e poi d1 nuova marginalizzazione del Mezzogiorno. nell'ambito della creazione di ~empre nuovi squilibri al suo interno. Ma bisogna anche evidenziare, come il processo di integrazione capitalir,tica richieda un'analisi delta proletarizzazione crescente. La sfera produttiva e i meccanismi ad essa inerenti non possono ec;scre considerati come qualcosa di estraneo alta società, ma come qualcosa che investe tutti i suoi aspetti (dalla scuola. ai servizi. al destino delle persone). Si va creando un nuovo tipo di rapporto tra struttura e sovrastruttura. si va cioè dissolvendo la separazione tra le due, in base ad un pr::,ccsso che va dalle strutture alla falsa coscienza e da questa .-Ile istituzioni. Le istituzioni repressive consentono una unificazione del capitalismo nei termini della sua penetrazione autoritaria a tutti i livelli. Spezzare la falsa coscienza, attraverso una prassi antiisti• tuzionale. può significare la liberazione di enormi potenziali di lott.i da rovesciare contro i nodi strutturali dell'accumulazione. Tutta la pro!llemalica sopraccennata (schematicamente e con una certn r,pprossimazione) va affrontata, studiata. valutata spregiudicatarnente. Come pure. ugualmente liberi da preclusioni dogmati=he. è necessario esaminare la dinamica del movimento di cl3sse dì questi ultimi anni, tentando dl estrapol.irne tutto il pregnante significato, nel senso della sua oriqinalità e delle potenzialità nuove espresse, nel suo ambito, d.ilte masse. In questo contesto basti far cenno al Maggio Francese. al Movimento Studentesco come movimento internazionale, ali& lotte operaie in Italia (Fiat. Pire11i,Marzottol, alle lotte popolari di Orgo~olo, per indicare alcune esperienze emblematiche della inattualità della formulazione leninlana ln base alla quale le lotte • spontanee • di massa non sarebbero in grado di superare in sé il momento economico (tradeunionistico). Dovrebb'esscre ormai un dato acquisito che le lotte operaie (e non solo quelle) vanno largamente al di là di questo momento: le esperienze suaccennate (e altre) hanno ampiamente dimostrato che la • coscienza • non è esterna alle masse. Ma. se con ciò si mostra assurdo concepire 11partito come 8I ' il reparto d'avanguardia, che ha con sé tutta la teoria (quale?), e che si assume il compito di conquistare dall'esterno, ideologizzandole, le 'llaSse. è pur vero che bisogna rifuggire dalle mitizzazioni castranti della spontaneità e dell'autorganizzazione. Tra coscienza e movimento c'è un rapporto dialettico. La coscienza non è tutta dentro il movimento. quindi l'avanguardia non scompare. ma diviene interna al movimento stesso. Una direzione politica di massa coordina il movimento, nel quale il discorso teorico vive come un momento delta prassi rivoluzionaria. E con ciò, è bene dirlo, non si distrugge tutto il patrimonio slorico del moviìTienlo operaio. Sempllcemente si vuole andare al di là - com'è stato detto da pili parti - dalla posizione • storico-commemorativa • di chi reclama Il ritorno ad una tradizionale pili volte corrotta e poi rigenerata nel corso della storia. PiU correttamente si vuole assimilare criticamente la esperienza del movimento operaio. attraverso un'analisi chiara e spregiudicata. A conclusione di queste note intendiamo. a livello di proposta. indicare ai militanti calabresi l'esigenza della creazione di un Centro di informazione e coordinamento. La necessità dell'informazione e del collegamento discende direttamente dal discorso, appena accennato. intorno al problema del rapporto avanguardia-massa, visto anche in relazione a tutta una tradizione storica del movimento operaio. Ne discende dirett.:imente nella misura in cui riteniamo necessario organizwre la spontaneità. come presupposto ineliminabile per far crescere il movimento a llvello teorico-pratico, nell'ambito della lunga marcia che porterà alla realizzazione del progetto rivoluzionario. Ma un centro di informazione e di coordinamento si Impone, a nostro avviso. in base anche ad una serie di considerazioni e necessità politiche ad altri livelli. In Cal~bria e nel Meridione in genere operano. come è ormai noto. A) gruppi di intervento polltico: 8) circoll politicoculturali; Cl frange di base ancora legate al partiti tradizionali, ecc. Il discorso di tipo meramente organizzativo ha portato alla mortificazione. all'isolamento. alla dispersione di tutte queste forze. Al I gruppi di intervento politico hanno svolto molte volte esperienze di la•,oro estremamente interessanti. Nell'ambito di una realtà locale, attraverso un lavoro di analisi di classe. di inchieste e di diretto Intervento. spesso sono riusciti a stimolare una notevole mobilitazione e coscienzallzzazlone. Il lavoro politico condotto da queste forze ha Incontrato, e Incontra tuttora. una serie di limitl e difficoltà oggettive (Inesistenza del rlvoluzlonarl a pieno tempo) e soggettive. Queste
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