giovane critica - n. 20 - primavera 1969

.. ;;; .. z o ;;; 3 o > ;;; w z o a i .. .. "' ~ ~ w o w z o ;;; " "' ;:; o " ~ ~ w o z o ;;; w " z o " w "' "' ~ e w " o • SAREI SPLENDIDO CONLEBASETTE!/ giovane critica PRIMAVERA 49

Biblioteca Gino Bianco

meridione e rivoluzione Due diverse concezioni della costruzione dell'organizzazione rivoluzionaria 1. Cl sono compagni che posseggono l'ammirevole capa• cità di scovare il • revisionista • anche sotto I travestimenti apparentemente piU Insospettabili, e la cui scienza politica - unita ad una austera morale (ancorché individuale) e a un solido senso della gerarchia - emerge in tutta la sua portata nella affermazione del • primato della politica • come primato dell'epurazione interna sulla lotta contro l'avversarlo esterno: I capitalisti, I loro rappresentanti politici ufficiali, e quelli non ufficiali. I progressisti plU o meno • marxisti •· Dal momento che non simpatizziamo con l'uso metafisico di "esempi storici• cristalliu.atl In una • tradizione rivoluzionarla • sempre conotta e sempre da restituire all'orlginaria pu rena, non cl fermeremo qui a cercare di mostrare in che misura proprio questo atteggiamento somigli a quelli che Lenin additava come I tratti caratteristici del revisionismo plccoloborghese, e che Mao Tse Tung ha denunciato come esempi di soggettivismo, settarismo e stile stereotipato. E' chiaro che se il marxismo-leninismo è la "scienza" dell~ rivoluzione socialista contro il dispotismo, eretto a società, del capitalismo, se è la "scienza" della costruzione della società comunista, sarà lo stesso proletariato a fare giustizia - nella prassi - delle idee e del comportamenti errati. ignorandoli oppure respingendoli, prima che come dannosi, come irrilevanti e ridicoli. Questa convinzione d'altro lato, se è sincera adesione alla causa del proletariato e della rivohnione socialista, non pub giustificare l'atteggiamento cho altri com1»9nl si ritengono autorluatl ad assumere nel confronti di quei fenomeni, ostentan• do, secondo i casi, aristocratico disprezzo o divertita lndulgen• za, scegliendo di arare il proprio campicello. accontentandosi di "leaderships" locali o della stima dei compagni .. piU maturi ... 2. La rivoluzione è in marcia in Italia come in tutti i paesi dominati dal capitalismo, e negli ultimi anni essa ha subito un processo di accelerazione grazie a tre potenti spinte: a) il successo delle lotte di liberazione in molti paesi coloniali & semi-coloniali, e le nuove contraddizioni che ne sono scatu• rite; b) l'inestimabile esempio della costruzione del socialismo e della rivoluzione culturale proletaria in Cina, macroscopica dimostrazione della possibilità di eliminare la divisione capitalistica del lavoro e di combattere I rischi di burocratizzazione e di involuzione capitalistica; c) la ripresa di grandi ed acuto contraddizioni sociali e politiche nei paesi • sviluppati • occl• dentali e orientali, nel cuore stesso dei due " imperi • come alle loro periferie. Senza assolutamente negare questa realtà, né indulgere a pessimismi catastrofici che non hanno mai condotto ad, altro che a posizioni opportunistiche, è però possibile affermare che quel processo di accelerazione, di per sé, non è aflatto sutf:. clente a garantire il successo inevitabile, "a breve scadenza", della rivoluzione. Tutte le esperienze rivoluzionarle che hanno avuto successo, dall'ottobre russo alla vittoria del comunismo In Cina, da Cuba al Viet Nam alla Guinea, appaiono frutto, oltre che dell'esistenza di profonde contraddizioni oggettive, anche del "lungo lavoro" del rivoluzionari per costruire un'organl22• zione funzionale agli obbiettivi. adattabile alle circostanze conc,,ete (inevitabilmente mutevoli oltre che differenti da paese a paese, seppure sempre riconduciblll all'unica, Immutabile real- -1

tà capitalistica). profondamente radicata, e opportunamente ra• mlficata nel popolo e sopr3tlutlo tra il proletariato. Per contro. una caratteristica evidente di tutte le esperien• zc rivoluzionarie fallite, dalla Comune. ai tentativi del 1920-21 in Germania e in 1t:ili.1.all'Indonesia di oggi (il termine • fallita ,. non suoni dispregiativo: valgono per esse i giudizi espressi da Lenin sul 1905 russo), è la carenza di vera organizzazione, nel senso detto sopra. o addirittura la sua inesistenza. al di là delle intenzioni e delle impazienze idealistiche dei quadri impegnati nella lotta. Da questi esempi è doveroso trarre innanzitutto una conclusione. che ci tocca da vicino come militanti: nelle pi(I re-' centi lotte di m:usa svoltesi nel nostro paese. i compagni impegnati (si parla di quelli "realmente" impegnati, non di coloro che si sono limitati a suonare le trombe o a teorizzare le bai• taglie e le motivazioni altrui) non hanno tenuto nel dovuto conto - nella pratica di ogni giorno - quell'insegnamento dell'esperienza. o addirittura, in certi casi. si sono lasciati trasci• nare dall'entusiasmo del momento a considerarlo superato. Ciò è apparso grave sopratlutlo in campo studentesco, dove - pur essendo in corso un processo di proletarizzazione di ampi gruppi. nell'ambito di un processo analogo e piU vastO' che colpisce in questo momento notevoli strati della piccola, borghesia - la persistente influenza residua della classe di origine. e soprattutto l'ambiguità ogget1iva della collocazione sociale del gruppo nel suo complesso, ostacolano ancora una demistificazione radicale dell'individualismo e delle concezioni trionfali. volontaristiche e facilone della rivoluzione. E dunque chiaro che quei compagni che hanno ritenuto op• portuno sottolineare drasticamente le esigenze organizzative, nella misura in cui in questo modo hanno "costretto" nei fatti anche coloro che non sono disposti ad accettare la loro impostazione a porsi il problema in modo concreto. e non piU soltanto accademico. attendista. retorico. hanno svolto una funzione positiva. forse decisiva, in questa fase dello sviluppo della lotta di classe in Italia. Ed è anche abbastanza chiaro, ormai, che il problema dell'organizzazione rivoluzionaria è il tema centrale col quale nei prossimi anni i sinceri rivoluzionari esistenti in Italia dovranno misura~si, non soltanto teoricamente, ma com. misurando ad esso le proprie scelte pratiche dì vita e dì lavoro politico. 3. Considerando le cose in modo dialettico, però, è nostra convinzione che - per quanto possa sembrare paradossa• le - i compagni che oggi hanno posto il problema saranno anche a Hvello politico i meno capaci di partecipare e di dare, apporti positivi al processo che hanno contribuito ad avviare. Non si parla qui di successi o insuccessi quantitativi lm• 2mediati, che tutta l'esperienza rivoluzionaria del passato, a cominciare da quella bolscevica, mostra poco rilevanti, e che andrebbero comunque verificati in termini di composizione di clas• se. Né ci si augura (si spera che sia "chiaro") che quella pre• visione si riveli esatta. I: però necessario sottolineare alcuni motivi di grave disaccordo, che fanno si che quei compagni appaiano, a volte, là dove agiscono, "un pesante ostacolo" al pieno sviluppo delle-- energie rivoluzionarie attuali e potenziali. Non a caso tali motivi riguardano proprio - a livello sia pratico sia teorico - il ''concetto di costruzione dell'organizzazione rivoluzionaria". Scrive Lenin, in un saggio sul pensiero di Marx: "Soltanto la valutazione oggettiva di tutto l'insieme dei rapporti reciproci di tutte le classi di una data società, senza eccezione, e - per conseguenza - anche la considerazione del grado di sviluppo oggettivo di quella società e dei rapporti reciproci tra essa e le altre società, possono servire di base a una giusta tattica della classe d'avanguardia. Inoltre tutte le classi e tutti i paesi devono essere considerati non in una posizione sialica, ma dinamica, ossia non in stato di immobilità, ma in movimentDI (movimento le cui leggi derivano dalle condizioni economiche di esistenza di ogni classe). A sua volta il movimento non deve. essere consider,to soltanto dal punto di vista del passato. ma anche da quello dell'avvenire. e non secondo il volgare intendimento degli evoluzionisti, che scorgono soltanto le trasfotma• zionl lente. ma dialetticamente ... In questo brano risultano chiare alcune idee di grande valore, per cii!, che riguarda la genesi dell'organluazione: a) che il • radicarsi tra le masse ,. è un processo dialettico, risultante dallo sviluppo contemporaneo del lavoro politico di penetrazione e agitazione da un lato. e dalla ca.. pacità di generalizzare le esigenze delle masse alla luce di una analisi "scientifica" di tutte le variabili il cui gioco determina le loro condizioni presenti (compresa una analisi delle masse stesse in termini di classe): b) che un certo margine di volontarismo interviene "soltanto" nel momento In cui - presa coscienza delle condizioni concrete - si •decide,. di lavorare al fine di sviluppare l'organizzazione rivoluzionarla, ma "non deve assolutamente intervenire" (se non come sforzo di coe• renza nel perseguire l'obbiettivo) "nel processo di genesi dell'organizzazione stessa": c) che la realtà della classe, come quella della società ca· pitalistica, non è statica ma dinamica. e dunque il radi· carsl saldamente nelle masse non può essere concepito come operazione "pedagogica" cioè come sovrapposizione meccanica di una • teoria ,. preesistente e sempro

uguale a se stessa su esigenze rivendicative e di lotta che si riproducono anch'esse sempre uguali a se stesse. 4. Non tOnere conto di queste indicazioni significa: a) ridutre Il "lavoro teorico" ad una regisltazione, ciclica e debitamente entusiasta, di • balzi in avanti • avvenuti al• trove, che né si era saputo prevedere, né si era saputo - secondo una corretta Impostazione internazionalista - aiutare nel loro sviluppo. sia pure nei limiti delle proprio forze; b) trovarsi costretti, "sul plano del lavoro e della lotta po· litica", a compiere un altro tipo di "balzi In avanti", non programmati secondo una coerente linea tattico-strategica (sia pure a medio raggio), ma resi necessari dal ritmi e dalle forme specifiche di uno sviluppo capitalistico sul quale cl si è accontentali di ripetere e di dilfondere tra I mllltantl concetti generali, quando non decisamente generici (e di conseguenza Ideologici); c) concepire la formazione di quadri rivoluzionari come un processo distinto dalla partecipazione alle lotte di mas-- sa, ottenendo cosi lo stesso risultato, seppure fondato su premesse opposte, di molti di coloro che si accusa di • revisionismo•: cattivi "pedagoghi" per rifiuto di assumersi tempestivamente e con adeguata energia I compiti di orientamento e di accelerazione del processo rivoluzionario, gli uni; cattivi "pedagoghi" per settarismo. sii• le stereotipato, carenza di analisi in termini di classe e conseguente populismo, gli altri. 5. Cattivo politico, Inutile ed estraneo al proletariato, quando non complice Inconsapevole e patetico (nel suo massi• malismo verbale e nella sua sopravvalutazione della moralità Individuale) degli inganni revisionistici del •marxismo• parlamentare del quale si presenta come semplice negativo, è chi non comprende I reali termini del problema che cl sta oggi di fronte. Non serve - per usare un esempio corrente - conoscere a memoria il "Che fare?" e "Stato e rivoluzione", concepiti come modelli statici a cui adeguarsi volontaristicamente; serve Invece gente che sappia rivivere concretamente le tappe che hanno portato o quelle elaborazioni, non dimenticando che alla loro origine sta "Lo sviluppo del capitalismo In Russia", e che le posizioni contenute nella seconda di quelle opere - come avverte Lenin steno In una lettera "della primavera del '17" - va considerata un "salto qualitativo", In termini pollllcl, '17" - vanno considerate un "salto qualitativo", in termini politici, rispetto a tutta l'Impostazione precedente. • Non si tratta In questo momento di fare una classificazione teorica - scrive per altro Lenin nella lii lettera da lontano, datata 11 marzo 1917 -. Si commetterebbe l'errore piU grave se si pretendesse di stendere gli obiettivi della rivolu• zione, i compiti pratici. complessi, urgenti, sul letto di Procu• ste di una "teoria" rigida, anziché vedere nella teoria anzitutto e soprattutto una "guida per l'azione""· Ciò significa che non soltanto è cattivo rivoluzionario chi scinde lo studio dei testi teorici dallo studio continuo e apprO• fondilo delle forme specifiche dello sviluppo capitalistico e del• la lotta di classe nel momento attuale, ma lo è ancor pili chi imbalsama in una scolastica immobile e monolitica, simile a una tradizione ecclesiastica, quei testi che rappresentano invece una viva e molteplice testimonianza della esperienza rivolu• zionaria che abbiamo alle spalle, e che abbiamo il mandato di proseguire. Comprendere questo, e muoversi di conseguenza. significa adottare la prospettiva della costruzione dell'organiuazione, as. sumersi la responsabilità di accelerarne la genesi a tutti i livel• li, ma saperla vedere correttamente come una lunga marcia rivoluzionaria, che apparirà trionfale soltanto quando raggiun• gerà gli obbiettivi generali. Significa arrivare a far si che i veri rivoluzionari, e non pili i partiti revisionisti (come avviene ancora oggi per la maggioranza. sia pure con sempre minore presa), costituiscano - escludendo lo stile velleitario, volon• taristico ed esaltato di oggi - lo spartiacque politico che distingue il popolo dai suoi oppressori e dai loro alleati, nel paese in cui viviamo. Significa rifiutare la prassi revisionistica di tradire nei fatti gli insegnamenti del marxismo rivendicandoli a parole. Significa infine riscoprire il lavoro politico umile e continuo, a tutti I livelli, che eviti la pubblicità e le dichiarazioni roboanti che non corrispondono al progressi reali del movimento, e che sappia, imparare dalle masse senza per questo rinunciare ad insegna• re: questo però non deve significare avallare l'idea che la teoria rivoluzionaria sia soltanto la generalizzazione dì una molteplicità di esperienze locali o settoriali. quasi che non esistes• se una scienza e una storia del proletariato e delle sue rivoluzioni, accumulate nel corso di pili di due secoli. Ma tutto questo sarà possibile - al di là di tutte le differenze secondarie di opinioni e posizioni che inevitabilmente permarranno ancora, in questa fase, all'interno del movimento rivoluzionarlo - soltanto dove i compagni mostreranno innanzi tutto la capacità e la volontà di sviluppare serie "analisi di classe" del contesto settoriale, locale e generale In cui lavorano, tenendo conto non soltanto delle situazioni, dei fenome• nl e dei rapporti sociali e politici immediati, ma anche della, storia dello sviluppo capitalistico e del proletariato nel Paese, nella regione, nella provincia, nella zona, nel comune in cui si opera. Soltanto cosi lo studio dei testi teorici e la riflessione su -3

di HII polri tradurli In CIIPKIU, di pr1vl11oM I di 11abofazlc>. lii tlltllui. llrl~lca. In-~ .. _ polllk:o, In CrHOlnll unlU.conle-N. l.ln(IUlltaPfOIP"tllVa,1-lrOanllO,V-'-ffil valutatllduldocumentlput,l,Ucall111llep1gllllMfllllltl.Aicompltl 1lencltl 1opr1, 1 CM 1ndq- lndubb'-nll cllllritl 1111 -c1e1i.v..,,lcompa,gnlclllcollettlvo'"ClrloM .. "1b.rttl I eomP19nl uw., .. 1 che concordano con loro """"- 11CC01i.1l con ~no pkl r1a.ll11lco I CONnll. Acllillllbllltatantol'HP1'le11U1dll1vo,ochil'll'I_,._._ vi.ta prlma Ml circoli• poi I" I contadini, quanto qu1li. clii,. .. tempo,_. lnllrNl:loM dl11"11!Mlà In dlnql III09hl Id °'"'" del nlglllvo lntll'ffflto di 1lttl con1p1gnl, Mito molli 11P1tllHtt-i(anchequendorHlcllntllnloco)1lfllo ....... dltal1Hperlenzli.P11qu1ntoalcunlpuntlclll~oPH- -trppWlt1-1di.cutlblMdalpun10ctr•htadllleformua. doni (HIO rlnnll 11111 fitto di ...... 11110 --,.fio In ,.. primo tampo - IHIO molto I PI- 9\6 Il comtntl clii 11111),• pr11II a,pp1rlft-t1 molll fLancN al ucci.tor1 cli • lpOn-1111 • che OffBal ~ °"""""'' IOprltlUIIO 1111 ghetti 1tudlnt11clil dllt• clii.lo, HIO hl "'"" ,_ di tondo dlfflcHment1 contr11tlbile, al di lii delle ,-roll: i 11 prima Hf'l'I .. 1l-dln1Hlt1nlldlc:l1l1d1ffronllr1concr1tam1nt11conpezl11\U I compili di lavoro pollllco, or111r1lu1tlvo• di coll19a,, mento lmpolll dlU. 1lh1ulon1 di clH11, In condizioni molto, 1ln1lll I qu11l1dl p.,eçehl 11t,I gruppi nel M1u09iomo, Non I CIIO molte 0111,vazlonl I v1lut,,,:lonl 11pr1111 qui 1lrltrov1no-lndlvu1lpuntladdlrlt1u .. n19ll1tlHlt1nnlnlnella1n1pl11lnl1<11 .. nt1r11ngn1pubbllcat11dllun11trocornP19110caiabl'IN (P.hvllacq1111,.Un111nodllott1lnCllabrla•, "Conttoplano", 3/1968), Ignoti al COIIIPIIIIIIdi C..trovllWI • anol 111111prima dllla1tesur, di (1111111 noll. Sltr1ttadlc«11rNtar11laitlachldlrl'llnlldall'ld-- trorlvoluzionarll del ,...i,ionl$II borvh,HI 1 • mw,,;1$"-titu,- zonall •, ,1a .,.m, - grl'II ma IPIIIO. br••· tilnnlne plii e11tnntl111llellluldonlapedflche,dltlv_,1ldalle-lllcllf COfflPlll"lche..._rillflu10 CO<NtlOI 11tllereaglre1lle fru-i 11tazlonl prodotte dalle Clrlrln profonde clllla lolll 1llldllnte, 1C111dlll'i,-lflcle11U1dlllelndlCAlonlpolltlcherlcaYllblndall1 p,Kldenll 11pe,lenre dli .groupusculH•, ,,,..lindo un proe111<1di COllr\lzl- 0'9l"lzzlllv1 che - nel11 llllll!llot parti. dll111huulonl-llR'll••puramen11volontarl1Uco,1,,..1nturi1Uco, Hlllrlo I prlwo di contlftUII di -1111 1 di llglffli cof p,ollllrllto. In ... ,to HftlO, Il documlnto clii co,nplgnl e11tro,Jti.nl .._,1llttolnchlrtlpre,alln.......,t1pollmlu",p1tquu,to 1la purtrOppO prevlldiblle che (IUl'IIIO aspetto tl1llltlffl plf mo&- •- ti Il pili ICCl!lnll, dllll I• propen11oM 11 pe1tl90ll110 I ,1i.- lunnl1 che In rnoltl Hllotl dllla •1lnl1lf1• hl-t1111l10 le discu..i- polltlcL n ~nto ha ,a1ot1 IUI-, progr-mallco, .. ....,. lnìiilll; In quello, prlnclpalmlnll. li dlffer1ftdl cl,, ... Ilo chi loMgUi,1110 "poll1k:o"1'"kleologlco"tlplco deli. 11nc1inze, che lo hl np,HIO, 1111- mllcugllo di OIN"'adonl 9hr111, delonnwona metlfl91ca dlii. reallà. dlllolun di -1111, 1tt11ttgil,nen10 •-dznntl, linguaggio ma11lmlll1llco I 1- - lllivo.l1uolconl1nutl,.,nq111,..,annochllrltl11tt1v1qoll ll'loropolftlco,leprellu,-l1l1orlllftlzzlll,lldiac1111I-• Il colllborldone HIIUI rl11rv1 meni.lii con tutti qull cornP19nl 1queli,n,Pl)I-Nn.&al1Clu1ionl1prlotl-che9llportano 1Vantloche-dl1P01llld1,,..1ar1-ll1111dl1tvdlo,dl -11,1, di llvoro COllanll lrl •• mllH, 1111i........ minima" di un 11P1lclto rlllwlo dell1nt1U1u... 1tlnl<>pk:colo-borgheH. OuHto. COn11 1'i detto, - 1Hmlnlffl subito tutti I rnollvl dl~.chei11surdopr11....,,dl_U...con"" volont•bllco colpo di lflUIIIII, quasi che l'adl11oM alla ca,,,. 1,1 della rlvohazloM p,oletlrll compo,11- IPICII di ba111M> rnolnlllll1chellberlln111illnlldel pecca1oorlglMII delleclrllddlzlonl91ne,.ll dllll-leU.capltaU11lui. S.perli,oggl,llproblln11prlnclpal1flpetnolquellocllll1 cresclt1or91nlnallv1(dlnonconfondlql1que1to111dlocon lo sviluppo puramen11 q111ntllltlvo), uri bine che lutll I comPlll"i, IPICII H 11ud1ntl, 11 mettano In lllta: a) ch1lln1n1lco• llc1pl11H1n10: b) che non lo 11 comb1111 allatto 11 cl 11 limita I dlchl• r1t1llprOf)rloodlov1r1<1di1110,IOIIUICOMOICllnl 11 cor,cret11r11II 1rt1colulonl 111nu .-p1,f1t1dr...,. lta conolll9IIUI h, baH dli lt•oro pollllco I llv1llo di c.11111: cl cheqve11oalgnlflclOf91111zD,z!-colllttlv11dlaclpH- ,..,Ma_... -lii lndMdu11l chiare, splllO agrlcllN, mal lrOlchl I trionl1II; d) chi r.... ie. •la,...""""' COtNltlrMnll ... ptOCIIIO ln quHIO HRIO In modo CM - Il !riduci nella londlzfoal di un'enn11ln11 Hlta, COftlllll nell'oeNrv- scrvpoiola. .....,1, - IOPrlltutto 1111rapporti,,. mmi.,111 con I prolelltl1l1per10111llnca•-nt1tlv~rle-l1 lndlculoni di MIO TH Tung sul rischi di 109111!1Mlffl0, Mlùirl1mo I .. u, lllrlOtlpato, Hcon6o le du1 regole: • ln1per1t1 dlgll irrori pa111tl per non commetllffll In lututo•,I •çurlr11lmll1ttlaper11lver1 Il pullnt1a.

I l'estate 1968 In Calabria. nell'ambito della sinistra non tradizlonale (interna ed esterna ai partiti, circoli politico-culturali, gruppi studenteschi), ha visto svilupparsi una serie di avvenimenti la cui ~co. piU o meno stravolta, è arrivata negli ambienti della sinl::itra extraparlamentare. Strettamente connessa a quest'ambito di avvenimenti è l'esperienza politìca ch'è oggetto delle presenti note. Necessl• tono alcuni richiami prelimlnari. Il Circolo di cultura 2S Aprile, sorto a Castrovillari nel dicembre t964 su posizioni antifasciste e genericamente richla• mantesl al socialismo. attraverso un complesso processo di maturazione. perveniva nella scorsa estate su posizioni radicali, che - pur se non del tutto omogenee - si esplicitavano in un comune rifiut;:, del riformismo e del parlamentarismo. La disomogeneità era. al di là delle sfumature. riconduci• bile a due linee fondamentali: 1) Si esprimeva la esigenza dell'organizzazione alternativa In maniera astrattamente Ideologica, nella misura In cut si pre• tendeva di • distruggere • le linee politiche revisioniste (Pcl, Psiup, Sindacati) con una risposta di tipo meramente organlz• zativo, sostenuta da mistificanti citazioni del • classici •, fun• zionali non alla crescita di una reale alternativa polltlca, ma alta semplice creazione della organizzazione stessa. 2) SI riteneva di Importanza prioritaria lo sviluppo di una linea politica, che partisse da una anallsl delle tendenze di sviluppo del capitalismo onde utllizzarla, mediante l'uso pra• tlco di alcune ipotesi teoriche alternative, a livello delle capacità e posslbUltà mobllitatlve e di coscienza11zzazlone. Nell'agosto 1968 il circolo Individuava due settori di Intervento esterno: c.peral edili e contadini, SI creavano perclb due commissioni, la prima egemonizzata dalla posizione 1), la se• conda dalla posizione 2). Dopo quasi un mese di lavoro, questi erano l rlsultatl: Note su alcune esperienze di lavoro politico in Calabria Al L'assoluta incapacità di mobilitazione a livello degli operai edili (i quali mostravano di preferire il minimo rivendicativo e dì autodifesa garantito dal sindacato alla vuota prospettiva di una organiZ1.azione • alternativa •I portava al completo fallimento del tentativo di intervento. 8) L'intervento operato a livello politico (sul destino della proprietà contadina) e sindacale (rivendìcazìoni immediate: acqua) trovava un momento di unificazione nel tentativo di rilevare il comune denominatore della condizione dei proletari inte• ressati nella loro subordinazione autoritaria. Su queste basi si esprimeva una discreta disponibilità a organizzarsi da parie deì contadini coinvolti. A questo punto dovevano esser chiari gli sbocchi politici operativi del gruppo raccolto intorno al Circolo. Ma fu a questo punto che intervenne un fattore squllibrante dall'esterno. In quel periodo in van centri della Calabria alcuni compagni. I quali, rinne9ato 11• revisionistico • mito guevariano. ::ivevano ritenuto tra!:iferi•e l'America Latina nella Cal::ibria, calati da Roma e da Milano 1 , intervenivano presso tutti I gruppi pii) o meno • erelici • operanti nella regione. promuovendo la costituzione di un Comitato di Coordinamento Calabrese. Questi com9agni - futuri dirigenti dell'Unione dei Comu• nistì Italiani {mar)listi leninisti) insieme con gli m. 1. d'altri gruppi {PCd'I) -. intervenivano in massa in modo volontaristi• co. privi del tutto di un'analisi, seppure abbozzata, delle tendenze di sviluppo del capitalismo (soprattutto nel meridione) Questa Insufficienza di fondo determinava una sottovalutazione (se non una completa ignoranza) delle crescenti e nuove con• traddlzlonl intervenute nel Mezzogiorno. in seguito al processo di unificazione capitalistica del Paese. Il che produceva, da un lato un'esaltazione mistico-erotica del potenziale rivoluzionarlo presente nello strato dei contadini pc.veri e, d'altro canto, una incapacità di rllevare ed apprezzare il carattere avanzato delle -5

lolle prodolle dallo sviluppo di cui sopra. al livello per esempio del bracciantato e dei salariali in genere 1 • Questa m1post;mone • di classe • portava ad escludere inoltre d3I c3mpo rivoluzionario (cioè tendenzialmente mobilitabile) 1uttI quegli strati intermedi della proprietà contadina. che c0<- st1tuiscono oggi un punto nodale nelrattuale fase di ristrullu• ,.more c3p1tol,stico delle campagne. Questo attcg9I.imento di fondo. in cosa si traduceva concretamente 1 l·csal:.azione del momento organizzativo - in funzione. tra l'altro. dt!tla costituzione della Unione m. I. - diventava il nucleo fon~amentale del loro intervento e la causa prima degli scontri avuti con i gruppi presenti a Paola, Castrovi11ari. Cosenza. Catanzaro, Vibo Valentia, Crotone, ecc. le d1\lergcnze. emerse in occasione anche di alcuni incontri regionali. sono state brillantemente confermate dall'articolo " Da una esperienza degli studenti rivoluzionari in Calabria •. comp3rso net novembre 1968 su Servire il Popolo (organo dell'Unione m I ) . nel quale però il volontarismo diventava (al lim,te della buona fede">) invenzione fantastica. laddove il di• b3lt1to reale veniva stravolto e descritto come uno scontro con posizioni e siw;:izioni inesistenti. Per esempio: nel suddetto artico!o, dopo aver accusato i compagni di Castrovillari di in• tellettualismo, si diceva loro: .. A due passi stanno le masse che esprimono una potenzialità rivoluzionaria che può insegnare moltissime cose. Perché dunque invece di leggere le riviste che vengono da lontano non si va prima di tutto a lavorare tra le masse e organizzare le loro lotte?! ,. N.8. che i compagni cui sono rivolte queste parole, forse leggevano • le riviste che vengono da lont)no • (sic!}. ma trovavano anche il tempo di svolgere lavoro politico nelle campagne (vedi sopra). In quei giorni (agosto 1968) il • Comitato di Coordinamento • indiceva a Ptola un convegno regionale. In quell'occasione doveva emergere il Cl'Jmpleto fallimento del volontarismo orga• nizzat1vo in seguilo alla verifica non solo del mancato collega• mento col popolo calebrese 1. ma anche della mancata con• vergenza con i gruppi contauati (la commissione agricoltura d1 Castrovillari, compagni d1 Catanzaro. Cosenza, Vibo Valentia non partecipavano piu. per owi motivi. agli incontri). Al contrario avvenne che il volontarismo fu assurdamente accentuato con lo scioglimcr'\to del 'Comitato di Coordinamento e la crea• z10ne del Comitato Cah~bresc di Azione Rivoluzionaria (Care), sulla base della seguente piattaforma .. teorica •: " Scioglimento del Comitalo di Coordinamento eletto nella prima riunione di Vibo Valentia; discriminazione di coloro che non accettano l'organizzazione su principi di lotta politica (qual!? n.d r ) . riorganizzazione di coloro che sono d'accordo in Comitato Calabrese di Azione Rivoluzionaria •· 6Ogni cornme1l10 è inutile. Ma. nonostJnte quanto abbiamo finora detto. l'iniziativa unionista ha trov:.ito una certa rispondenza, per quanto cl ri• guarda da vicino, a P2ola e, in parte, a Castrovillari. A Paola un attivo gruppo di compagni aderiva prima al Comitato Calabr<:?sedi Azione Rivoluzionaria e poi all'Unione m. 1., dof)O una triennale esperienza di lavoro nel Psiup, nella quale venivano ricercate le motivazioni di questo sbocco pol1t1co. Ouest"azione pluriennale, infatti, trovava il 5UO grosso 11. mite interno nella individuazione di obbiettivi meramente mobilitativi, prìvi di un collegamento sia pur minimo con una Jm. postazione politica-generale, neppure nel quadro imposto dal movimenI0 oper3io tr&dizionale. lo spontaneismo 4 di queste lotte e il loro sbocco falli• mentare e qualunquistico s, da attribuire soprattutto alla assoluta carenza del momento teorico. mostrata dal dirigenti nella conduzione Cel lavoro. venne invece attribuita ella mancanza dell"organizz3zione rivoluzion:nia. Fu cosi eh.:?Paola divenne un punto di forza dell'Unlone m. I. a livello nazionale! A Castrovillari, un esiguo gruppo di compagni, attestati su posizioni organluative. aderiva al Care. promuovendo. nello stesso tempo, lo scioglimento del Circolo • 25 Aprile •· Per essi l"adesione al Care e poi all'Unione era l'unica possibilità di sopravvivenza di fronte al fallimento nella prassi delle loro ipotesi di lavoro (operai edili). I membri della commissione agricoltura. Insieme agli altri compagni che dvevano rifiutato la • base teorica • approvata a Paola. fondavano il Circolo • Nuova Sinistra•· Il lavoro tra I contadini veniva frattanto Interrotto per due ordini di motivi: 1) difflcoltà effettive (scarsa presenza e disponibilità del compagni) e disorientamento determinato anche da11'alluclnante dìbattito (mcltl compagni scoprirono allora Freud) In corso col futuri Unionisti (e militanti del PCd'I); 2) necessità di un approfondimento teorico e di analisi delle tendenze di sviluppo del capltallsmo in agricoltura. Abbiamo già &ccennato alla discreta carenza di analisi e all'Indisponibilità a sviluppare un discorso teorico. tenente conto della realtà di classe della società meridionale. da parte degli amici dell'Unione. Era, per questo motivo, lnevltablle che, nel confronto il pili delle volte fallimentare con la dinamlca esistente nella n.altà di classe, Il volontarlsmo e la mistica rivoluzionaria si traducessero in un Intervento di tipo populistico. Una malintesa e falsa linea di massa. lnfattl, poggiava su un assunto teorico che trova il suo momento fondamentale

nella esaltazione della pratica sociale (servire II PoPolO). Ma Il popolo che viene servilo perde ogni connotazione dl classe e spesso dlv811ta Il sonoproletarlato. • Mettersi al servizio del popolo non voul dire chiedere al popolo quali sono I suol appetiti, ma saper distinguere tra le esigenze che eno esprime quelle corrette e quelle scorrette. saper mettere In evidenza le prime e fare accettare la critica delle seconde. la adorazione delle terga del proletariato e delle phi ripugnanti abitudini che eno ha contratto per occulto consiglio del suoi sfruttatori è una deviazione mlstlcomoralisllca che di certo non potrà condurre alla sua liberazione social-rlvoluzlonaria ... (Movimento Studentesco di Trento) Servire il sottoproletariato ha significato a Castrovillarl que• sto tipo di Intervento: nel gennaio 1969, condotto per circa due mesi un lavoro capillare. si arrivava all'occupazlone di 34 alloggi popolar! da parte di un centinalo di persone. Il metodo di Intervento usato In direzione della mobllltazlone-senslbillzzazlone. per creare la base sociale necessaria all'occup,zlone, era del tipo descritto. Cioè l'unione mistica con le masse (leggl sottoproletariato) si espllceva nell'adesione (Identificazione erotica) al loro appetiti (la casa). senza Il minimo tentativo di operare In direzione della crescita di una coscienza antlautorltaria e di classe. al di là di occe:slonall e astratti slogan antirevlslonlstlcl. privi di alcuna mediazione col conflitto materiale In atto. La parola d'ordine, lanciata a livello nazionale, della • lotta delle case popolari • non veniva mediata con la situazione castrovillarese. dove gll alloggi erano stati già assegnati. anche se con metodo burocratico. a famiglie bisognose almeno quanto quelle occupanti. Una corretta azione politica avrebbe dovuto lendere ad una accelerazione nel tempi della consegna degli alloggi e ad una appropriazione non burocratica degli stessi. Non si riusciva a collegare Il discorso sull'occupazione del• le case con un discorso pollt1c0-9enerele. SI puntava Invece sul successo dell'occupazione, per dopo organizzare nell'Unlone gll occupanti. SI ottenne cosi Il completo Isolamento dell'occupazione dal resto della popolazione, grazie anche al netto rifiuto di qualslasl forma di collaborazione tendente a svlluppare una mobilitazione polltlca parallela'· L'occupazione era perciò destinata a falllre. Gli occupanti. invece di recepire a livello di cotclenza l'autoritarismo della società, riscoprivano 11 bontà dell'assessore al lavori pubblici, che, In seguito all'azione di recupero portala avanti dal Pci e dal Pslup. promelleva nuove case: riscoprivano il sindaco so• claldemocratico come chi era In grado di trovar loro una casa piU decente; riconoscevano nei tutori del • disordine • pubblico gli Intermediari delle riscoperte autorità polltlche. Questo è quanto concerne Caslrovillarl Per quanto riguarda altre slluazioni di movimento in atto nella regione dobbiamo confessare una carenza d'informazione. Essa è da addebitare, però. non tanto a nostri limltl soggeuivl quanto piuttosto al carattere settario o buonarrotlano dell'attività unionista. Ciononostante. due nostri compagni, • fnfiltratisl clandeslinamente • nella sala in cui si leneva. nello scorso febbraio. un convegno sulle case popolari - indetto dall'Unione a Paola -. potevano nlevare come esperienze analoghe a quell;a di Castrovillari si stiano conducendo In altre situazioni, nella misura in cui per• slsle, e addlrlllura si accentua, l'assoluta carenza di un di• scorso politico: mentre l'obiettivo fondamenlale diviene sempre piU I&semplice crescila organizzaliva. Anche in col'lslderazione di queste esperienze. che si sono andate sviluppando nel corso degll ultlml mesi. ci è porso necessario approfondire alcuni problemi. • la plU alta forma di spontaneità e la sponlaneità organlnata ... (R. Dut~chke) ovvero • Opporsi a un c11tlvo leninismo rifiutando l'organiuazlone e un po' come tagli1r1I I coglioni por far dispetto alla moglie•· (Movimento Studentesco di Tren10) Bisogna tracciare una linea discriminante tra due Ipotesi strategiche fondsmentall. Tra quelll cioè che si pongono nella prospelliva della presa di potere. Intesa ancora come un assalto al Palazzo d'Inverno, sotto la guida di un Partito Rivoluzlonarlo di Avanguardia: e quelli che ritengono Invece sia necessaria mettersi nello s1ato d'animo di una Lunga Marcia verso la realizzazione di una Rivoluzione Maggioritaria. Ouel che qualfflca la seconda Ipotesi è Il tentativo di scoprire e valutare I mutamenti ln1ervenuti nel corso dello sviluppo capltalislico e quindi, tra i'al1ro. fondamentalmente, lo nuove capacità di auto-difesa (auto-conservazione) economica. militare. sovrastrutturale del capitalismo maturo. S"lmpone come necessità J)floritaria un'analisi del tardocapltall1mo e delle sue tendenze di sviluppo. Cioè va posto l'accento sul processo di Integrazione capitallstlca, In atto al diversi livelli: subordinazione e funzionalizzazione alla espansione del capitale monopolistico di interi seltorl produttivi. sia nell'Industria (privala e di Stilo) che nella agri• -7

coltura: conseguente intcgrazione,subordinazione di sempre nuovi e p1u vasti strati socialì. Va cioè studiato e valutato anche il processo di funziona• lizzJzionc de, seuori arretrati rispetto a quelli avanzati. Per csrmpio il rapp::>rto Nord-Sud come dipendenza dell'agricoltura dall'industna. come destinazione autorilaria di mano d'opera, ccc. alla luce dell'unificazione capitalistica. a livello nazionale. e dell'1nlcgrazio11eeconomico-finanziaria del mercato internazio• nale. Quindi, anche 1'1mplici10processo, prima di inserimento e poi d1 nuova marginalizzazione del Mezzogiorno. nell'ambito della creazione di ~empre nuovi squilibri al suo interno. Ma bisogna anche evidenziare, come il processo di integrazione capitalir,tica richieda un'analisi delta proletarizzazione crescente. La sfera produttiva e i meccanismi ad essa inerenti non possono ec;scre considerati come qualcosa di estraneo alta società, ma come qualcosa che investe tutti i suoi aspetti (dalla scuola. ai servizi. al destino delle persone). Si va creando un nuovo tipo di rapporto tra struttura e sovrastruttura. si va cioè dissolvendo la separazione tra le due, in base ad un pr::,ccsso che va dalle strutture alla falsa coscienza e da questa .-Ile istituzioni. Le istituzioni repressive consentono una unificazione del capitalismo nei termini della sua penetrazione autoritaria a tutti i livelli. Spezzare la falsa coscienza, attraverso una prassi antiisti• tuzionale. può significare la liberazione di enormi potenziali di lott.i da rovesciare contro i nodi strutturali dell'accumulazione. Tutta la pro!llemalica sopraccennata (schematicamente e con una certn r,pprossimazione) va affrontata, studiata. valutata spregiudicatarnente. Come pure. ugualmente liberi da preclusioni dogmati=he. è necessario esaminare la dinamica del movimento di cl3sse dì questi ultimi anni, tentando dl estrapol.irne tutto il pregnante significato, nel senso della sua oriqinalità e delle potenzialità nuove espresse, nel suo ambito, d.ilte masse. In questo contesto basti far cenno al Maggio Francese. al Movimento Studentesco come movimento internazionale, ali& lotte operaie in Italia (Fiat. Pire11i,Marzottol, alle lotte popolari di Orgo~olo, per indicare alcune esperienze emblematiche della inattualità della formulazione leninlana ln base alla quale le lotte • spontanee • di massa non sarebbero in grado di superare in sé il momento economico (tradeunionistico). Dovrebb'esscre ormai un dato acquisito che le lotte operaie (e non solo quelle) vanno largamente al di là di questo momento: le esperienze suaccennate (e altre) hanno ampiamente dimostrato che la • coscienza • non è esterna alle masse. Ma. se con ciò si mostra assurdo concepire 11partito come 8I ' il reparto d'avanguardia, che ha con sé tutta la teoria (quale?), e che si assume il compito di conquistare dall'esterno, ideologizzandole, le 'llaSse. è pur vero che bisogna rifuggire dalle mitizzazioni castranti della spontaneità e dell'autorganizzazione. Tra coscienza e movimento c'è un rapporto dialettico. La coscienza non è tutta dentro il movimento. quindi l'avanguardia non scompare. ma diviene interna al movimento stesso. Una direzione politica di massa coordina il movimento, nel quale il discorso teorico vive come un momento delta prassi rivoluzionaria. E con ciò, è bene dirlo, non si distrugge tutto il patrimonio slorico del moviìTienlo operaio. Sempllcemente si vuole andare al di là - com'è stato detto da pili parti - dalla posizione • storico-commemorativa • di chi reclama Il ritorno ad una tradizionale pili volte corrotta e poi rigenerata nel corso della storia. PiU correttamente si vuole assimilare criticamente la esperienza del movimento operaio. attraverso un'analisi chiara e spregiudicata. A conclusione di queste note intendiamo. a livello di proposta. indicare ai militanti calabresi l'esigenza della creazione di un Centro di informazione e coordinamento. La necessità dell'informazione e del collegamento discende direttamente dal discorso, appena accennato. intorno al problema del rapporto avanguardia-massa, visto anche in relazione a tutta una tradizione storica del movimento operaio. Ne discende dirett.:imente nella misura in cui riteniamo necessario organizwre la spontaneità. come presupposto ineliminabile per far crescere il movimento a llvello teorico-pratico, nell'ambito della lunga marcia che porterà alla realizzazione del progetto rivoluzionario. Ma un centro di informazione e di coordinamento si Impone, a nostro avviso. in base anche ad una serie di considerazioni e necessità politiche ad altri livelli. In Cal~bria e nel Meridione in genere operano. come è ormai noto. A) gruppi di intervento polltico: 8) circoll politicoculturali; Cl frange di base ancora legate al partiti tradizionali, ecc. Il discorso di tipo meramente organizzativo ha portato alla mortificazione. all'isolamento. alla dispersione di tutte queste forze. Al I gruppi di intervento politico hanno svolto molte volte esperienze di la•,oro estremamente interessanti. Nell'ambito di una realtà locale, attraverso un lavoro di analisi di classe. di inchieste e di diretto Intervento. spesso sono riusciti a stimolare una notevole mobilitazione e coscienzallzzazlone. Il lavoro politico condotto da queste forze ha Incontrato, e Incontra tuttora. una serie di limitl e difficoltà oggettive (Inesistenza del rlvoluzlonarl a pieno tempo) e soggettive. Queste

ultlme si estrinsecano sostanzialmente in una estrema fram• mentazione di iniziative politiche. Una grande discontinuità di Intervento. una disomogeneità tendenzialmente crescente dei livelli dl anallsl e di consapevolezza teorica sono Il frutto di tali carenze. Avviene cioè che in alcuni posti esperienze di un certo tipo si esauriscono nel giro di poche settimane e. a di• stanza di tempo, vengono ripetute, a Hvelli magari più arretrati in altre situazioni: in modo tale da determinare un enorme logorio e • spreco • di quadri o comunque di minoranze attive. Un centro di Informazione e coordinamento ovvierebbe in• vece a tall limlti, mediante uno scambio continuo di Informa zioni ed una certa intercambiabilità dei quadri, consentendo cosi continuità nel lavoro ed una tendenziale omogeneizzazione. a livelli sempre pili avanzati di acquisizione teorica e di anallsi. B) I circoli polltlcCH:ulturall, nella situazione ch'è venuta a crearsi In Calabria. sono stati da alcuni compagni (leggi m. I.) negati per sempre e sostituiti da gruppi di intervento: otte• nendo cosi respulslone di tutti i compagni In via di sensibi• llzzazlone. Questi circoli sono stati sottovalutati e addirittura assiml· lati ad • analoghe • Istituzioni operanti nelle metropoli. Queste ultime furono utilizzate - Il pili delle volte - dal Pci come strumento di recupero della borghesla cittadina. e svolgono ora una funzione istituzionale di mediazione con I settori pii.I • avan• zati • dell'industria culturale. In realtà nel Mezzogiorno, alla luce anche del discorso sulla vanificazione della separazione tra struttura e sovrastruttura, I circoli assolvono ancora oggi una grossa funzione. Essi di• ventano, Infatti. nelle esperienze migliori, un necessario momento di autodifesa culturale, nella misura In cui riescono a coagulare e omogeneizzare nuclel di energie potenzialmente eversive da sottrarre al nodi repressivi della organizzazione consumistlca-ses1uale-culturale: nella misura in cui riescono a strumentare Iniziative al servizio del popolo (per es.: un gruppo del Circolo • Nuova Sinistra • ha recentemente orga• nlzzato un corso di scuola serale gratuita che si pone come obbiettivo - ovvl3mente - non solo e non tanto Il consegui• mento di un titolo di studio quanto un'opera di sensibilizzazione e cosclenzalizzazlone politica). l'opera del Circoli, cosi concepiti. consente un processo di maturazione. ad un livello pre-polltico (di conservazione) ad un livello polltlco (eversivo), che si concretizza nella formazione di collettivi di Intervento. Si passa cosi. nell'ambito del cir• coll, dall'autodifesa all'attacco. I collettlvl da essi espressi non sono differenti degli altri gruppi di Intervento, ad essi si presenta la stessa problematica del gruppi. (l'ansia organizzativa degli strateghi dell'Unione aveva concepito come missione la distruzione di questi circoli.) CJ Esistono frange di compagni di base che restano ancora legati ai partiti revisionisti (Pci-Psiup). Essi ritengono che sia cosi pili facil'! un contatto con le masse, sinnificando per queste il Pci l'unica forza che finora li ha difesi dalla borghesia. I compagni che sostengono questa posizione ritengono di poter banere il Pci sul piano di un discorso politico pili avanzato. Avverrebbe cioè che nel corso di un lavoro si evita di dare qualsiasi 3iudizio sul Pci; dovrebbe poi essere questo ad intervenire per contrastare e distruggere evenluali • pericolose. tendenze. mostrando cosi il suo volto repressivo. Ma. nel momento in cui le masse sono mobilitate su posizioni avanzatE" l'intervento revìsionista risulterebbe impotente. Al di là delta scarsa solidità e coerenza di queste ipotesi bisogna tener conto del fatto che questi compagni hanno - nella misura in cui operano all'interno del partiti revisio• nisti - rifiutato l"alternativa di tipo meramente organizzativo. Ora, se non si dà loro un punto di riferimento. essi rischiano. rimanendo incapaci di portare fino in fondo le loro scelte. di servire solo da strumento del Pci; il quale ha bisogno di una situazione di tensione soclalc perché abbia successo la sua scalata al governo. tramite una strategia di • sinistra •. Vi sono poi alcunl compagni Isolati. che hanno una note• vole capacità di analisi. Costoro hanno di fronte due scelte: 11 negarsi c.ome • teorici • e • calarsi nel movimento • in modo da annullarsi in uno sfrenato attivismo, col risultato di distruggere il momento dell'analisi, il momento teorico: 21 estraniarsi del tutto dal movlmento e fare un lavoro di analisi a tavolino in base a dati che amici • fidati - riferiscono. finendo inevitabilmente col dir cazzate 7 • Un centro di Coordinamento e di Informazione sarebbe un ottimo strumento per evitare i pericoli delle due scelte: da una parte infatti si potrebbe immediatamente utilizzare l'analisi del compagni, dall'altra si potrebbe fornire a questi la possibilità di utilizzare dati, Inchieste ed esperienze. coinvolgendoli, cosf. personalmente nel movimento. Il richiamo ai gruppi di intervento politico, ai Circoli poti• tico-culturali, al compagni di base del Pci-Psiup, a compagni isolati ed ai problemi che la loro stessa presenza impone. vuole significare anche una decisa condanna del metodo scorretto finora usato nel portare avanti Il discorso sult'organlzzazlone e nel realizzare le Iniziative conseguenti. Il dibattito avvenuto nella scorsa estate in Calabria rimase Infatti !Imitato nl gruppi più • conosciuti •, e I discorsi venuti fuori sono stati astrattamente appllcatl e Imposti a realtà e situazioni estremamente complesse. non del tutto famlllarl agli • strateghi • •. Alla luce di questo, riteniamo sia necessario fare emergere l'eventuale concretizzazione della proposta di un centro di In- -9

formazione e CoordiMmento da un ampio dibatHto Intorno al movimento d, classe. di cui queste note vogliono essere un momento. Nonostante ctò, nleniamo opportuno schematizzarne in alcuni punii 1a funzione ed I compiti: 1) realizzazione di una base teorica omogenea, che. iniziai• mente limitala 3d alcuni temi, sia tendenzialmente crescente: 2) una informazione dei risultali delle inchieste e delle analisi condotte In posti diversi. in settori diversi, a diversi livelli di coscienza: 3) una certa intercambiabilìtà dei m1h1anti, onde evitare che in alcuni posti un lavoro incominciato si arresti per l'lndi• spon1bililà (studio. lavoro) dei compagni: 1 Si tratt,wa dì alcunl mllitimti dell'allora gruppo M.l. Falcema,- tello e di alcuni quadri del MS. romano che daranno dopo vita all'Unlo• 11edei Comunisti Italiani (marxisti leninisti) 2 A questo proposito l)UÒ essere utile leggere l'articolo di Sergio Glanl e Antonio Leonardi: Sviluppo capitai/stico e lotte bracclantl/1 nelf'af}ricollu111 sic/liana. comparso sul n. 19 di Giovane critica J Cfr Giorgio Backhaus· Urgenza dell'organizzazione, Ouaderni piacentini. n. 37. marzo 1969. Il paragrafo Interventi po/fticf in Calabria: Crotone ne dà involontariamente, un'.1 conferma esemplare. la successiva. immancabile autocritica, attribuita al!'Uolone. è ridicola. Essa ha condono. inlan1. secondo G B . a queste illumìn:inh • scoperte teoriche 0 : a) i cont~inl PQVerl e i braccianti hanno una grande • rabbia • {che non si sa bene da dove viene fuori); b) I giovani, anche di estrazione borghese. vivono alcune contraddizioni, pertanto ... devono fare • propaganda attiva •! ~ ln•endendo qui per spontanCi$n'IO una pratica sociale che lm• pedisce lo sviluppo del discorso teorico, ovvero il superamento del PQpulismo. s Le masse mobilitate da uno degli attuali leaders nazionali del• l'Unione ML .. allora dirigente provinciale del Pslup, subivano un cosi Intenso processo di cosclenza11uazione da attribuire I loro suffragi elettorali ai partiti di destra e dì centro-sinistra. 6 Questa scorretta Impostazione poUtica di fondo è stata rl1e• v11ta anche dal Movimento Studenti Medi, che, pure, a Castrovlllarl non è ad un livello di coscienza molto avanzalo. In seguito al comIO - 4) permettere la formazione di reali quadri rivoluzionari. Naturalmente non è col centro di Coordinamento proposto che si dirigerà la lotta rivoluzionaria fino alla vittoria. Proponendolo vogliamo Interpretare quella che è una esigenza dell'anuale momento politico. Il movimento eversivo crescerà formando al suo interno i quadri della nuova organizzazione rivoluzionaria. Solo cosi potrà evitarsi la continua formaz1one di organizzazioni • rivoluziona• rie • con dirigenti e quadri autoproclamatisi tali. I Oinuccf, i Mlsefarl. i Brandirali non ci hanno ancora spiegato perché dovrebbero essere i nostri strateghi. Collettivo " Carlo Marx " di Castrovillari p1eto lsol8mento dalla popolazione e alla crisi Interna delroccupazio• ne, lu proclamata Il 29 marzo 1969 una m::nifestazlone de~II occupan ti, per la quale fu richiesta la partecipazione degli NU<lentl mcdi mediante uno sciopero. Sia la manifestazione che lo sciopero non ebbero IU09(). Esempio lampante di un assurdo volontarismo e di uno scorretto metodo di lnterven10 politico. In quell'occasione fu affisso Il seguente manifesto; .. Il problem8 "casa" è orave, ma non l'unico di quel/1 ricuardanti oggi I lavoratori e /e loro lamiglle. Perciò. al di 18 di ogni demagOfJICOpletl$mo, /e occupazioni delle case popolar/ vanno apfXXI• giare p~,ché rappresentano esigenze vive e giuste. Sono l'eusperSllone di una crisi generale Intimamente connessa ai nostri problemi di studenti. Ma come noi non cl fermiamo so/o al /HOblemJ della scuola, cosi r,11 occupanti dovranno rivedere le loro $pontanelsllche e tropPO Immediate posizioni. In tal/ termini slamo solida// all'occupazlone delle case •. 7 Esemplare In questo senso li già citato articolo di Giorgio Backhaus. In esso l'autore cerca una verifica delle posizioni cui è pervenulo. Con Il risultato di u1llizzare. In maniera mistificante, una esperienza • conosciuta • mediante notizie di seconda mano. 8 Le Iniziative e gh incontri avvenuti m Calabria nella scorsa estate. analogamente a precedenti tentativi a livello nazionale, hanno finito con l'essere solo occasione di scontri tra le~ers e tra posizioni precostllultc. che h;rnno llm1tato o addirittura frenato un possibile processo di arricchimento teorico-pratico delle forze reati operanti nella regione.

Un documento di compagni di Napoli Compagni. questa lettera è il frutto di un'analisi ed un approfondimen• to di posizione portato avanti nell'ultimo mese dal compagni del M.S. napoletano (gruppo che fa capo ad Architettura). Analisi ed approfondimento che hanno determinato un processo di lotta ideologica contro le idee errate, condotto col metodo della critica e dell'autocritica. t questo un esempio di rivoluzione culturale all'interno di un gruppo che proponiamo all'attenzione di tutti I mllltanli rivoluzionari. la linea nazionale del Pci è oggi chiaramente indirizzata verso un aumento del proprio potere contrattuale In vista di una partecipazione al governo a pili o meno breve scadenza. Questo scopo può essere ragglunto soltanto attraverso la mobilitazione di larghe masse. Anche nei confronti del M. S. quindi la direzione del partito fa propria la linea di .. sinistra • {Occhetto, Pelruccioli e lutti gli altri leaders della Fgci), che recu• perando ancora una volta il discorso generale sul corretlo rap-. porlo base. direzione del partilo, rivaluta come poslllvi i contenuti della lotta studentesca, in quanto manifestazione dell'insofferenza della base verso una direzione politica verticistica e burocratizzata. Su questa linea si giunge persino ad ammettere che 11M.S. pone il problema di una .. accelerazione della trans,- zione al sociallsmo •· t evidente la mistificazione propria di questo discorso: da una parte occorre recuperare il terreno perduto In direzione delle masse. dall'altra parte non si può, perché non sl vuole, andare pl(I In là della definlzione del socialismo come gestione diretta (riscoperta del vecchio adagio trockista del ~ doppi poteri ., accettazione della • lunga marcia attraverso le istituzioni.-). 11tentativo d'Inserimento delle masse nella strategia delle • riforme di struttura • è del tutto chiaro. In particolare, si teorizza • l'autonomia • del M.S. proprio al fine di limitare la posslbilltà e la capacità d"lntervento politico del M.S .. di impedire che si travalichi il limite della coscienza .i,gitaiona di movi• mento. Privilegiandù unilateralmente il momento dell.i lotta e della agitazione. lo spon1aneismo Impegna il M. S. su falsi obbiettivi tenendolo ;rncorato ad una pseudo s1rategia che sf esemplifica nella spirale lotta-repressione-lotta contro la rcp,essione. In quest'ultima fase si crea di fatto una ibrida cd ipocrita unità delle forze di opposizione che si mascherano da ~ rivoluzionarie • e speculano sulle vittime della repressione IJo:ghese per aumentare il loro potere contrattuale. Fino a quando net M.S. non si elaborano precise ipotesi strategiche e non si utilizza un corretto stile di lavoro marxista-leni• nista. si è di fatto egemonizzati sul piano politico dal Pci. E non ci si venga a dire che il M.S. può o potrà rovesciare questa • autonomia .. contro !'egemoni.i del partito sol1.into col dare una direzione politica organizzata allo spontaneismo. Una delle tesi preferite dell"opportunismo è proporre !"organizzazione come espediente tecnico risolutivo: mentre è funzionale soltanto alla lstituzionalizzazlone di dirigenze burocratizzate e leaderistiche destinate per loro natura a convergere verso rorganlzzazione revisionista del Pci; è funzionale anche per mistificare la presa di coscienza anti-spont:melsta di quanti verificano quoti• dlanamente il falllmento di questa linea revisionista. Ouesta situazione di strumentalizzazione del M.S. da parte dei partiti revisionisti trova la sua sistematizzazione politica nella linea porlata avanti dalla cricca Rleser-Sofri•Mottura e dal loro lacché cosi come è stata espressa a Pisa nelle u1tlme riunioni nazlonalt, e come verrà compiutamente esposta net prossimo numero dei Quaderni piacentini con un preannunziato articolo di Rleser. Il rapporto profondamente scorretto fra avanguardie e masse instaurato dagli spontaneisti tramite 1a mistificatissima • democrazia di assemblea • garantisce ad un gruppetto di buro- - Il

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