11o< r.1lil'O•rnllicali. •ccondo le quali il J>Oleredel direttore non dcH· ri-.ullarc in alcun modo limilalo: l'etonomin ha lii•o~no di c~rc oricntnta ,cr~ obLict1i,,i a lungo lerminc (·hc -.oltanto direttori altnmenl(' qualificati possono n.,ali11arc. L"arn~1rntczza relati,a delrcconomia fa si 1·he ~li opcrili non nbbinno pf'r ora nC le cnpacità tecniche nC la mentalità ada11a per rautogestione. Un consiglio di fabbrica dw -.ia un parlnrncn1ino non J>Otri1che prendere dct'i-.ioni dilc11antc:,ehc. facendo ,·alcre gli interessi a bre• ,e lcrmi1w dei la,ornlori di 'luclrimprcsa, e non <jUClli di tulio il pac•c. :-il· ('Ofl<:iglici dc,ono c~~cre. <;iano costituiti in nrnggioranza da raJ)re~entrmti del go,·erno, del di- •lrcllo. della cillà. cioè da gente estranea alla fabbrica. capaei di far , alcre in fabbrica il punto di visla degli intere,;,si generali 21 • La dire,ione del J)arlito comunista prese a sua voha po-i,ionc. ~tahilendo un 1Himo abbozzo di soluzione: i con• -.i~lì a, rebbcro do, uto contare da dicci a trenta membri. a M"eonda delle dimensioni detrimpresa ed eleggere a magp;iora111.a,li due lcrzi il direttore 22 • E' chiaro che le scelte deci:ii\•e non erano nncora foue: non si spccifica\'ano i limi• ti di compcten1.n del con<:iglio. e neppure da chi e in quole pro1)()rzione eso:o do\·c:isc eo;scrc compo1:10. Tuttn\'i:'l ,1ucstc decisioni clc!Ja direz.ionc del partilo possono già essere in1erpre101e. Tra il riconollcimcnto dei consigli di gestione e J'obbic1ti\O clcffcffieienza e della as1ra1ta razionali1à cconomiea. che è un problema fondamentale del nuo\o corso. c'è chioramcnle conlraddizione. Come SJ>iegare allora !aie ri<-0110<:eimento? Bi~ogna tenere preo:entc che l'autonomia sindneale e le libertà dcmoeralichc e quindi di scio1,ero e di manifcsta,ionc. rappre-.cnta"a!lo un elemento integrante del programma del nuo\0 cor1:o, ma comportavano anche grossi pericoli per la nuo, a dirc1.ionc del paese, dal momento che que~ta era eonsa1,e,·ole di a,·erc in programma una ristrut• lurazione e un polen1.iamen10 delle eapaci1i1 produttive dell'economia che <love,•ano fatalmente portare un attacco alle condizioni di vita dei la,•oratori. L'ideologia dei ~acrifici immediati per il bene futuro, della compressione degli intcre<i<ii particolarislici in favore dell'interesse di tutti. 52 - avrebbe a, uto al momenlo decisivo ben poca presa. Era pre,•ìsto, in caso di op1)()sizionc alle misure economiche del go\'Crno. un appello aJropinionc pubblica. ma questa misura non dove\'R certo offrire garanzie sufricicnti. Su qucs10 sfondo possiamo allora comprendere ruso tecnocratico del consiglio operaio che la nuova direzione doveva 1cn1nrc: dirottare la pressione della classe dal terreno sin• dacalc Jcl salario e dcllc.-condi1.ioni di lavoro ,•erso la ri- \'cndicnzionc di un obbictti\'O di 1>0tcrc. il quale inducesse gli operai nd assumere come proprie le esigenze ogget1ive delrim1)rcsa e della produzione nell"ambito del mercato interno e internazionale. Si J)rcscnta,•ano dunque diverse possibili1à: l'una che si imponesse il potere tecnocratico nelle aziende e che la classe operaia facesse valere il proprio peso csclush•amcntc a11rn,erso i sindacati; un·altra che la classe operaia si fa. cessc imbottigliare dn un potere d'nu1oges1ione incHiciente e irreale, una terza infine che raggiungesse, attraverso i consigli. un reale J>Otcrcdi controllo nelle fabbriche. Quest'ultima possibilità è quella che ci interessa al fine di dare un giudiz.io complessivo sul nuovo corso CC• coslovacco. Ora, va notato che si sarebbe trait.Ho si di uu potere operoio sui luoghi di lavoro, ma cnlro un piano complessivo che sarebbe rimasto immutato e indiscusso: l'inserimento <lelrcconomin cecoslovacca enlro il mcrc.:110 mondiale. E' contro questa prospettiva globale che in Cccoslo\•acchia non si è impegnala nessuna forza, né sociale né politica né ideologica. Certo, poiché gli interessi 01>erni sono naturalmente contrasianti con l'eHicicnza economica e le esigenze produt1ivc di tipo tecnocratico. il con1rollo 01>eraio in fabbrica avrebbe potuto guastare il piano della nuova tecnocrazin. provocare un indebolimento delJe po· sizioni presenti e future delrcconomia cecoslovacca sul piano dellu concorrenUl internazionale, colpire il rilmo di crescila del sistema e indebolirne le strutture. Ma ciò non sarebbe bastato aUallo ad imporre una politica rivolui.ionaria: il caso della Jugoslavia insegna come una dcmocrai.ia sui luoghi di lavoro, quando non si accompagni a una educazione politica delle masse, può ridursi a puro egoismo d'impresa, sacrosanto nel sistema esistenle, ma in-
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