pitali~tiC'o. )la perso il margine di (pseudo) autonomia ideologica che il sistema gli conccdc,•a nelrOttoccnto e su cui fonclaHI il proprio prcsligio e si è inlegrato nel sistema l)rodutti,o. Al processo di in1cgra1.ionc e di :.fruttamcnto di forzn-Ja,oro inlcllcttunlc è couscguito un processo di prolclnri11.n1,ione con la completa perdita dell'autonomia idcologira ( « nulonomia della cuhura 11). la (lcqualirica- ;,ionc ccc. E' , ero che a , ohe può succedere. sopraltullo nei pac~i arretrali come il nostro, che si formi una ,•cm e proprin aristoval.ia t1. operaia II degli intcllc11uali. ma in genere lii do,e il processo di inlegrazione è J)ili a"an. zato ( come negli l!sn). proprio là il processo di proletarizzazione e di dequalificazione è slato Inie da portare sii inlellcttuali in prima linea nella lotta e,•crsh a dd sislcma. E ba!>li l'c:,,empio di Boggs (,,. in particolare rinten'isln a Qu<1dcmi pfocculilli) per cui negli Usa sono i tecnici e gli '-!udenti l'unico strato sociale che 1mò essere il naturale alleato del proletariato negro. Però proprio il discorso di Boggs ( che in <1ucstocaso coiucidc con quello di J\larcusc e che è in parie acccllabilc nella sua rigidezza escludente la classe operaia solo se limitnlo alla società americana) o meglio il di.scorso che postula la non \'alidità della definizione leniniana degli intellcllunli come « rapprcscnlanli colti delle classi dominanti ». pm,lula anche la non ,•alidità dello schema leniniano dell'avanguardia? A mio a,•viso: no. To, perché non C sulla ba.se della connolazionc sociologica dcll'a"anguardia che si può respingere il conccuo lcniniano d"a,•anguardia. E no, anche. per le ragioni che ho dello prima: da una parte, è staia l'a,•anguardia esterna a livello mondiale (i vietnamiti) e anche a livello locale (il Hlack Power che ha poslo in termini urgenti il problema non solo del potere ma della presa del potere) a far maturare questo processo di evoluzione politica degli intcllc1tuali americani, che da una siluazjooe di protesta « liberale • o individua• lislica - tipica degli anni dal dopoguerra al '65 - è passata o meglio sta passando a una situazione di lolla aperta al sistema comune a quella degli altri sfrullati; dall'altra, ancora una volta, l'avanguardia esterna si pone co42 - me lramilc necessario per la lolla per la presa del potere. In altri lcrmini: da una parie, la figura delrin1elle1111alc esterno che porta la linea giusta è sparita, ma è stata so- · slituita. come fondamentale punto di riferimenlo, dalla pressione della ri,•oluzione marciante, da una linea poli• tiea di lolln anlicapitalistica e antimpcrialisla che ha nelle terre giò liberate i suoi concreti punii di appoggio e nei militanti ml essa aderenti e costituenti le \'arie l'.l\'anguardic locali i suoi primi caposaldi; dall'ahra, il crescente processo di maturazione politica pone sempre pili a bre\'e scadenza non solo il problema del polcre. ma <1uello della presa del potere e dunque quello del ruolo insostituibile dclravanguanlia. clic 11011 sarà pi,i. costituita da intellett,udi trC1nsf11ghi. ma scirà /ormClla eia tutti i militanti clic lw111io raggiunto il lirello e/ella coscien:.CI rivolu:.io,iaria e clic, ,,e, <1ues10solo fatto, si pm1go,10 come avanguardia nei riguardi di coloro che tale consapevolezza non hanno raggiunto ( perché In consapc\'olcu.a rivoluzionaria passa a11nwcrso le masse, non è patrimonio assiomatico né della classe opcrnia né. lanlomeno, delle masse in generale). Quello che conta non è la connotazione sociologica dei costituenti l'a"anguardia, ma il rapporto che ci de,,e essere fra quesla e le masse: Lenin si accetta o si respinge non sulla base di quella connotazione sociologica, ma sulla base di <1ues10rapporto. A tJucsto punto è indispensabile chiarire cosa s'intende dire quando si parla d'avanguardia esterna e se ne riconosce l'opportunità. E' bene subito aggiungere che 1alc opportunità è da noi riconosciuta non sulla base dei « sacri testi • o perché Lenin ai suoi !empi l'ha ddinita indispensabile. L 'a"anguardia esterna si pone come necessaria anzitullo per una corretta pratica sociale; è indispensabile in sé - per qualunque gruppo che voglia fare lavoro di fnbbricti, o fra gli studenti o fra i contadini -, anche a prescindere dal problema del partilo. E' insomma una necessità pratica per il hworo o meglio per uno stile corretto di lavoro. Non per nulla Sofri stesso dc"c ammettere che P. O. è stato « di fatto» un'avanguardia esterna, anche se in linea di principio o in teoria si è ri{iutato a questo
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