giovane critica - n. 19 - inverno 1968/1969

,\la ,1ue,,1a analisi è giu,,ia ,olo come linea di lcmlen- ;,a gencrall' in una pro:-.pclli,n assni lunga e non si può dimcn1icnrc che è collegata all'ipoll''-Ì di un"intcnsificazionc dellr- lolle nntimpcrialbtichc. lolle che possono anche 11\l'rC'dc-Ile pam;;c o dei rallc11tarncnti. ron è invece giusta in a,~011110e a brc,c scadenza. E qui resernpio della Frnn• da :i-i rilor<'C contro chi l'ha imocato. I note,,olissimi aumenti "'alariali 011cnu1i dagli operai francesi dimostrano clic i m:1rgi11idi una lolla lradcunionistica ci sono ancora e che anche gro,,sc , ittorie di tipo lrndcunionistico non in. taccano la forw del capitale. Sarebbe dunque crrnto misurare la ,ituazionc del capitalismo internazionale sulla ba~e dclrcspcricnza locale toscana. o,•e il tipo di orgnniz. znzionc capitnlh.tica csis1cntc non ha un"clasticità Inie da consentire ampi margini di concessioni e di lotta trndcunioni~tica. Il supemme11to del tradeunio11ismo nelle lolle pii.i.av,111:ate. come quelle fr,mcesi. 11011 /JllÒ dum1ue essere S/Jiegatoda oggcllirc n,gioui economiche che renderebbero in un cerio senso fotalc la necessità di uno scontro politico con i padroni. Ammcltiamo pure tulta\'in - e sin pure per assurdo - che questa spiegazione sia ,,alida in assoluto e imme• diarnmente. Amme1tiomo cioè - in l'ia di ipotesi - che per ragioni OJ;:"gettivela lotta operaia non possa che essere lotta politica. Il problema allora si pone in questi termini: concedendo che <fUes1aanalisi sia giusta, è giusto anche li<Juidare il concello leniniano d'avanguardia? Ri. spondcrei: no. Secondo questa analisi basata su elementi oggelli\'i, la coscienzn politica spontanea (poi bisogncra vedere quanto 11: spontanea i.) sarebbe in grado di superare il tradcunionismo proprio percbC oggettivamente \'i è coslrctla. Ma in che misura è in grado di articolare una 1a11ica e una strntegia? In altri termini si dice giustamente che queste lolle spontaneamente politiche sono state ( per es .. in Frnncia) lolle per il potere e non per la presa del potere. In eh,. modo a\'\'errà il passaggio dalla prima fase alla seconda? Alla prima fase (sconlro diretto e immediato coi pa• droni) si sarebbe costretti da motivi oggettivi e cioè dalla mancanza di margini tradcunionislici, ma non si è CO· 40strclli da motivi oggctti\'i ad arrivare alla seconda fose, e cioè dalla fase di 11: servire le masse li al\"altra di " gui• dare le masse ,. ( secondo <1uclla corretla prassi di impostare in maniera dialetlica, e non autoritaria il rapporto avanguardia-masse. di cui parlerò pili oltre). e insomma per giungere alla \'Ìtloria. Si potrebbe inoltre osservare che accettando fino in fondo e parlando ai suoi lcrmini estremi la lesi di Bar• cella si potrebbe arrivare a dire, al limite, che inulile è ogni a,·anguardin, es1erna o interna che sia. Se fotalmcnlc, per condizioni oggettive. lo scontro non sarà tradeunionistieo. ma politico, se s1}0nlancan1enle la lotta operaia è già lolla politica per il potere. che senso avrebbe quolunque azione volto a provocare un processo the è cl"ahra parie inevilabilc? Né si può rispondere che questa azione è resa necessaria dalla presenza delle forze riformistiche che propongono una linea tradcunionistica: se infatti quesla linea è sconfilla in parlcnza dalle cose stesse, un "opera di conteslazionc meramen1e ideologica a\'rcbbc poco o nessun Per inciso si potrebbe anche aggiungere che, 1}0rlan• do alle logiche conseguenze il discorso di quanti sostengono che il processo di maturazione politica di massa è tale che possibile è la formazione di una direzione da parie di una avanguardia inlerna e dunque possibile è la nascita di un dualismo di poteri generato daUe masse stesse, si rischia non solo di liquidare il Lenin di Clie fare? ma anche quello di Stato e rìvoluzione. Se inlat1i la repressione capi1alistiea non è che il coperchio cslerno di una situazione che vede organi di potere decentralizzati e dal basso, diUusi in lulli gli strati sociali e in tulle le islituzioni e capaci di dirigere polilicamcnle tullj i movimenti di ma~a, lo scontro con l'apparalo repressivo non avrà pili ragioni di essere: è infatti la stessa società capitalista che permellerebbe al suo interno, a tutli i li"elli, la nascita di un dualismo di J}Olcri che lentamente sgretolerà il sistema. Si perde insomma la nozione del conrn110 fra le classi: al punto che si potrebbe ipotizzare addirittura un indolore passaggio al potere ( non avrebbe piU. senso parlare neppure di presa del potere). Il sistema capilalistico non sarebbe infatti che

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